15. It continues...

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Ash nell'icon >>>>> tutti noi comuni mortali.

No, vabbè, la smetto di fare la bimbaminchia e vi lascio al capitolo.

Au revoir.

*Sarah's POV*

Le ultime due settimane sono state stressanti al massimo.

Principalmente per Ash, peró.

Non è stato rubato nulla, o almeno nessun oggetto di valore.

Perció presuppongo si siano infilati in una casa ed abbiano iniziato a fare casino cercando qualche oggetto da portare via, poi devono essere fuggiti.

Il dispositivo d'allarme non era attaccato, dato che la madre di Ashton era andata semplicemente a trovare dei vicini e fratello e sorella erano fuori casa.

Non riesco a prendere sonno, davvero.

Mia madre parte domani mattina.

Va in viaggio in Spagna... a Barcellona tutta la prima settimana e i primi giorni della seconda ed a Madrid il resto delle ferie.

Non voglio ammetterlo ma mi mancherà.

Mi volto nel mio piccolo letto, con uno spazio reso ancora più stretto dal fatto che ci stiamo dormendo in due, facendo leva sul braccio e dando per sbaglio una gomitata ad Ash che emette un mugugno di protesta, prima di voltarsi verso di me ed abbracciarmi, senza l'apparente intenzione di lasciarmi andare.

« Mmh. »

«Nnh. »

Rido.

« Non sei divertente. »

Si lamenta con la voce arrochita dal sonno, stringendo le braccia intorno al mio corpo e tirandomi sul suo petto.

« Non sapevo che dire. »

« Mmh, okay. »

Appoggio la mia testa sulla sua cassa toracica, sentendo il battito del suo cuore rallentare leggermente finchè non si addormenta ancora, russando come un ghiro.

« Ssh. »

Come se mi potesse sentire.

E, piano piano, grazie al dolce ritmo dettato dal suo cuore, mi addormento come una bambina.

***

« Mi mancherai, mamma. »

« Anche tu, Sarah. »

La abbraccio un'ultima volta prima che si incammini verso il proprio gate, con le sue due valigie.

Una volta sparita, emetto un sospiro e percorro quelle che sembrano migliaia di scale mobili, prima di uscire nel parcheggio dell'aeroporto e notare la macchina di Ash parcheggiata in un angolo.

Quando entro, il familiare odore di menta e limone mi colpisce.

È un deodorante troppo forte per una macchina!

Ma adesso meglio non mettermi a fare la schizzinosa.

« Dove vuoi andare? »

Ash mi guarda.

« Non saprei... »

Ammetto.

« Okay... »

Rimaniamo in silenzio per qualche secondo.

« A casa? »

« Mia? »

Fa spallucce.

« Okay. »

Mette in moto la macchina e torniamo verso casa mia.

Appoggio la fronte al finestrino e penso.

Penso a ció che è successo con Charlotte.

Al litigio e alla settimana passata senza parlarci, settimana che sembra un'eternitá.

Al notizione di Letizia, quello della settimana scorsa.

Mi stavo beatamente facendo gli affari miei, aspettando notizie di Ash sul furto e cose cosí, quando quella ragazza, completamente impazzita mi ha chiamata manco dovesse riferirmi di aver trovato il rimedio alla fame nel mondo o cose che Dio solo sa.

"ODDIO SARAH, NON SO SE STIAMO INSIEME O COSA MA... ODDIO... CI SIAMO BACIATI E POI MI HA DETTO CHE MI AMA, cioè, prima glie l'ho detto io perchè lui è un completo idiota, MA SAI CHE SI GNIFICA? OMMIODDIO. DAVVERO NON CI CREDO, LUKE ERA TROPPO DOLCISSIMO. È ST..."

E mi sono subita un monologo su vita, morte e miracoli della sua giornata passata con Luke.

E mi viene da ridere se penso che in una settimana non si siano manco ancora messi insieme.

Sono strani, quei due.

E proprio per questo, stanno bene insieme, lasciategli tempo e tutto prenderà una qualche piega.

***

« Ashton, ma anche no. »

« Dai, Sah, ti prego. »

Assume un'espressione da cucciolo smarrito.

Sa benissimo cosa mi sta facendo.

« Okay. »

Sbuffo, lasciandomi cadere fra le coperte verdi chiare del mio letto.

« Ah, perfetto. Qualsiasi cosa ti chiederò, dovrai rispondere sinceramente. »

« Mmh. »

Annuisco, roteando gli occhi al cielo.

« Dunque... »

Pensa un pó a quale sarà il mio triste destino.

« Hai mai avuto fidanzati, prima di me? »

« Sì, Ashton, sì. »

« Erano... uhm... belli? »

« Dei gran fighi. Ed i loro addominali, ah, i loro muscoli. »

Mi mordo un labbro.

Sarah: 1 - Ashton: 0

« Mmh. Ti hanno mai fatto serenate con la chitarra? »

« Oh signore, no Ash, tu sei stato il primo. »

Mi prendo la testa fra le mani, ricordando quella sera.

Anzi.

Erano le tre di notte.

Ma questi son solo dettagli.

« Ammettilo, suonavo bene. »

« Ma eri ubriaco! »

Agito le mani per aria, prima di farle ricadere ai lati del mio corpo.

« Sì ma suonavo be... »

« ...ASHTON, PER CIÓ CHE TI RIGUARDA, SAREBBE STATO MEGLIO SE TI FOSSI MESSO A SUONARE IL CLACSON DI UN TIR. »

Mi schiaffeggio la fronte con una mano.

Lo vedo fare il labbruccio e mi viene da sorridere, paragonandolo ad un bimbo offeso.

« Peró eri dolce. »

Sorride e gli premo un dito su una fossetta.

« Mmh... poi... »

Torna serio.

O, per lo meno, ci prova...

« Me la canti tu, allora, una canzone? »

Sorrido e mi alzo, prendendo la mia chitarra dall'altra parte della stanza e sedendomi di nuovo di fianco ad Ash, sul letto, sistemandomi in una posizione abbastanza comoda da permettermi di suonare.

The only reason | Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora