L'ufficio nel grande grattacielo di vetro che si trovava al centro di Chicago era diventato, ormai, un rifugio per Eryn. La rossa si ostinava a nascondersi nel suo ufficio, trovando qualsiasi scusa per restare lì anche dopo l'orario di lavoro semplicemente per sfuggire ai problemi che la circondavano. Problemi che erano iniziati da quando un ragazzo dai capelli neri e gli occhi ambrati era ritornato in città.
Era passato quasi un mese dal suo ritorno, dal giorno in cui si era presentato senza preavviso alla porta di casa sua, ed era da allora che la sua vita sembrava essere ritornata indietro, a quando lei era una ragazzina perdutamente innamorata del ragazzo più bello che avesse mai conosciuto. Sembrava che qualcuno, forse un dio troppo sadico e cattivo, aveva deciso di prendere un telecomando e mandare indietro la sua vita. Qualcuno le stava giocando dei brutti scherzi e questo la stava facendo impazzire.
Eryn non era di certo una cattiva ragazza, di quelle poco soddisfatte del proprio uomo da arrivare a tradirlo. Lei non era quel genere di donna, lei non aveva mai pensato di tradire Dylan, eppure era accaduto. Si odiava per quello che gli stava facendo, odiava la donna che stava diventando. Zayn la stava cambiando, ancora una volta. Stava avendo, di nuovo, un impatto troppo grande su di lei, sul suo carattere e sui suoi sentimenti.
Fuggire da lui era l'unica cosa che poteva fare, l'unica soluzione a quell'incredibile disastro che era la sua vita in quel momento.
Eryn era così persa nei suoi pensieri, che non sentì la porta spalancarsi e non vide la sua migliore amica irrompere nel suo ufficio.
-Cosa diavolo ci fai ancora qui?- la voce stridula di Cleo la portò, finalmente, alla realtà.
Eryn guardò l'amica confusa. –Cosa?- chiese, non avendo sentito quello che Cleo le aveva appena chiesto.
Lei aggrottò le sopracciglia ed incrociò le braccia al petto. Nel suo completo nero sembrava più grande e più austera di quanto invece fosse, ed Eryn dovette mordersi il labbro per non ridere all'espressione che l'amica aveva in viso. –Mi dici cosa diavolo ti sta capitando?- le domandò inchiodandola alla sedia. –Sei sempre assente, ti chiudi sempre in questo dannato ufficio e ne esci la sera tardi. Non sto più vedendo Dylan gironzolare per casa e tu mi sembri sempre troppo triste.- il viso di Cleo si era rilassato e adesso i suoi occhi guardavano Eryn preoccupati. –C'è qualcosa che non va, lo sento! Perché non me ne parli?-
Eryn sapeva che non avrebbe potuto nascondere a lungo il suo umore, non alla sua migliore amica, ma non si sentiva ancora pronta per parlarne. Era già difficile ammettere a sé stessa che Zayn avesse ancora tanta influenza sul suo umore e su quello che provava, figuriamoci ammetterlo ad alta voce. E poi non voleva che Cleo stesse in pena per lei, non voleva che i suoi problemi diventassero anche quelli della sua amica. Si fidava di lei, sapeva che avrebbe potuto raccontarle tutto senza essere giudicata, ma non era ancora pronta per condividere con qualcuno il suo stato di confusione.
Così le sorrise teneramente. –Non c'è niente che non va, Cleo. Ho solo tanto lavoro qui e delle notizie che devo verificare, ma sto bene. Dylan è impegnato con il lavoro, sai quanto il padre sia esigente quando si tratta della sua professione e del futuro del figlio. Io sto bene, in caso contrario saresti stata la prima a cui lo avrei detto.-
Doveva essere il più convincente possibile e sfruttare le sue doti da attrice per convincere la sua migliore amica. Cleo era la sua migliore amica da anni ed era anche una brava osservatrice, e se solo lei avesse abbassato lo sguardo o fatto qualche mossa sbagliata, lei avrebbe capito che stava mentendo. Così continuò a sorriderle e il viso di Cleo si rilassò mentre annuiva convinta.
-Voglio solo che tu stia bene.- affermò Cleo.
Eryn le sorrise ancora, sentendo il suo cuore gonfiarsi. Lei c'era sempre, era sempre lì in modalità "superamica" per salvarla dai problemi e dalla tristezza e gliene era così grata, ma stavolta toccava a lei salvarsi da sola, fare i conti con sé stessa e mettere ordine nella sua testa, nel suo cuore e nella sua vita.