Capitolo 5

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Dopo tutte quelle delizie, Yoongi, arrivata la sera, si abbandonò al sonno. Ma nel cuore della notte giunse alle sue orecchie un lieve rumore. Allora Yoongi, solo e impaurito per la sua verginità, fu travolto da un senso di orrore temendo l’ignoto più di ogni altro male.
Quando ecco che gli si accostò lo sposo sconosciuto, salì sul letto e lo fece suo, possedendolo e amandolo in tutti i modi, lasciandosi stringere dalle sue strette carni, profanandolo con la propria virilità, mentre il suo sposo si contorceva contro di lui. E con spinte lente e veloci, Yoongi si donò completamente ad Amore, nascosto sotto il nome di Jungkook.
E prima che sorgesse il giorno se n’era già andato. Alcune voci, già attente e vigilanti nella stanza, curarono al novello sposo la piaga della verginità che gli era stata tolta. Questa cosa si ripeté molte volte. E, come vuole la natura, questa novità ripetuta in una consuetudine assidua finì col procurargli un grande piacere, e il suono della voce sconosciuta riempiva di felicità la sua solitudine.
Intanto i suoi genitori invecchiavano nel pianto e nell’angoscia, mentre si diffondeva ovunque la fama di quello che era accaduto. Le sorelle
maggiori vennero a sapere ogni cosa, poiché addolorate e vestite a lutto lasciarono le loro case e si recarono dai loro vecchi genitori per vederli e
confortarli.
In quella stessa notte lo sposo (che, anche se era invisibile, Yoongi poteva toccare e poteva sentirne la voce) parlò a Yoongi in tale modo: “Yoongi, dolcissimo e caro sposo, un destino crudele ti
minaccia di un pericolo mortale. Occorre perciò che tu stia molto attento, prendendo ogni precauzione. Le tue sorelle sono agitate e pensano che tu
sia morto, ma ti stanno cercando e fra non molto arriveranno anche a questa rupe. Tu, quando udirai i loro pianti, non rispondere, anzi, non preoccuparti affatto di vederle: altrimenti procurerai a me un dolore grandissimo e per te sarà la completa rovina”.

Yoongi acconsentì, e promise che si sarebbe comportato secondo il volere di lui. Ma, quando
con le tenebre si dileguò anche lo sposo, il poverino trascorse il giorno intero fra lacrime e lamenti, ripetendo a se stesso che veramente ora si sentiva finito, perché rinchiuso in una prigione dorata e priva di ogni rapporto con le persone umane, non poteva neppure dare conforto alle sorelle, anzi, non poteva neppure vederle.
Quel giorno non tentò neanche di risollevarsi col bagno, né con i cibi, né con qualunque altra cosa, ma piangendo disperatamente, si abbandonò al sonno.
Dopo poco sopraggiunse lo sposo, prima del solito, gli si mise accanto mentre lui ancora piangeva, l’abbracciò e gli disse:

“Sono dunque queste, Yoongi mio, le tue promesse? Che cosa devo ormai
aspettarmi da te? Anzi, che cosa posso sperare? Eppure sono il tuo sposo! Non smetti di piangere né di giorno né di notte, perfino tra le mie braccia. Fa’ come vuoi, dunque, e obbedisci a ciò che ti comanda il tuo desiderio facendo il
tuo male. Ti ricorderai del mio serio avvertimento quando sarà troppo tardi e dovrai pentirtene”.

Così Yoongi, pregando e supplicando lo sposo e minacciando che sarebbe morto se non fosse stato accontentato, ottenne il consenso che desiderava, di rivedere cioè le sorelle, di confortarle e di poter
scambiare con loro parole affettuose.
Lui cedette alle preghiere del suo sposo e per di più gli concesse di regalare alle sorelle tutto l’oro e i gioielli che voleva, ma nello stesso tempo l’ammonì cercando anche di spaventarlo dicendogli di non dar retta alle cattive insinuazioni delle sorelle che gli avrebbero suggerito di cercar di sapere chi lui fosse, se non voleva, a causa di una tale sacrilega curiosità, cadere dalla più grande felicità al colmo della sventura, perdendo per sempre la sua
intimità con lui.
Yoongi lo ringraziò e ormai tutto lieto gli disse:

“Che io muoia mille volte, piuttosto che perdere te mio dolcissimo sposo! Perché io ti amo, e chiunque tu sia ti amo disperatamente, ti amo più
di me stesso e non ti scambierei nemmeno con lo stesso Cupìdo. Ma ti prego di un’altra cosa: comanda a Zefiro, che si è dimostrato tuo servitore, di condurmi le mie sorelle con lo stesso mezzo con cui io sono giunto fin qui”.

E alternando i baci con le paroline dolci e stringendosi a lui con tutto se stesso, mescolò con le carezze queste parole appena sussurrate:

“Mio dolcissimo, mio sposo, dolce anima del tuo Yoongi!”.

Lo sposo non tardò a cedere, anche se contro voglia, alla forza e alla dolcezza di quelle parole sussurrate con seduzione, e le promise di fare ciò che desiderava; poi, essendo vicina la luce dell’alba, sparì dalle braccia della sposo.

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