Capitolo 16

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Venere, rinunciando ormai a cercare Yoongi sulla terra, decise di rivolgersi al cielo. Dette ordine che le venisse preparato lo splendido carro d'oro, opera mirabile d'intaglio e di lima, che Vulcano con sottile arte d'orefice aveva lavorato
per lei prima delle nozze, offrendoglielo come dono nuziale.
Tra le tante colombe che stavano intorno alla camera della loro padrona, ve n'erano quattro bianchissime che avanzavano verso il carro, e con
gaia andatura e piegando il collo variopinto si sistemarono sotto il timone tempestato di gemme.
Poi, salita la padrona, lietamente presero il volo. Uno stormo di passeri e di altri uccelli canterini faceva mille giri volteggiando attorno al carro e seguendolo da vicino con allegri cinguettii per festeggiare l'avvento della dea. E le nubi si ritirarono, il cielo si aprì davanti a sua figlia e la dea venne accolta gioiosamente nelle più alte regioni dell'aria, mentre la canora famiglia di Venere non aveva alcun timore di incontrare aquile o sparvieri rapaci. La dea si diresse rapidamente verso il palazzo di Giove, e con atteggiamento altezzoso chiese di potersi servire della voce stentorea del dio Mercurio. Giove fece cenno di sì col suo nero sopracciglio.
Allora Venere giubilante scese dal cielo con Mercurio, parlandogli concitatamente così:

"Mio fratello Arcade, tu sai che tua sorella Venere non ha mai fatto niente senza l'aiuto di Mercurio, e tu sai di certo che io da molto tempo cerco senza risultato di ritrovare un mio schiavo che mi si nasconde. Dunque ormai non resta altro da fare che annunziare pubblicamente attraverso un bando il premio che darò a chi lo trova. Dunque datti da fare ed esegui i miei ordini, diffondendo chiaramente i segni che possano permettere di riconoscerlo, perché può darsi che qualcuno si sia reso
colpevole di averlo nascosto, e in tal modo non potrà difendersi col pretesto dell'ignoranza!".

Così disse Venere, e gli diede un manifesto dove era segnato il nome di Yoongi e tutte le altre indicazioni.
Fatto questo se ne tornò a casa.
Mercurio obbedì. E andando di qua e di là in giro per tutto il mondo adempiva con grande zelo l'ufficio di banditore, gridando: "Se qualcuno potrà impedire la fuga o svelare il nascondiglio di uno figlio di re, servo di Venere, che si è nascosto, venga dal banditore Mercurio, dietro alle colonne della piazzetta Murcia. Riceverà in premio da Venere in persona sette dolci baci, e poi uno molto più dolce, con la lingua".

II desiderio di un tale premio così annunciato da Mercurio aveva suscitato una gara incredibile in mezzo alla gente. Ma questo, soprattutto, servì perché Yoongi rompesse ogni indugio. Stava già avvicinandosi al portone del palazzo della sua signora, quando le si fece innanzi una delle ancelle di Venere, di nome Abitudine, che cominciò a gridare con tutto il fiato che aveva in gola:

"Finalmente, servo malvagio, hai cominciato a capire che hai una padrona? Oppure, in aggiunta a tutte le altre tue sfrontatezze, fai finta di non sapere quante ne abbiamo dovute passare per riprenderti? Ma ben ti sta: ora sei cascato al momento giusto tra le mie mani, è come se fossi cascato nelle grinfie dell'Orco, e pagherai subito il fio della tua troppo lunga scappata!".

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