Capitolo 1

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Venerdì 7 ottobre 2022, ore 6:55

Mi guardo allo specchio per sistemare gli ultimi dettagli. Una passata di mascara e un filo di tinta labbra color carne; i colori accesi che indosso solitamente non sono adatti alla giornata.

Il telefono si illumina e vibra all'arrivo di un messaggio. Mi dirigo verso il comodino e lo sollevo, aprendo Whatsapp.

Sorrido alla vista di quel messaggio, e mi affretto a rispondere che non sarei mancata per nulla al mondo

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Sorrido alla vista di quel messaggio, e mi affretto a rispondere che non sarei mancata per nulla al mondo. Guardo l'orologio, sono le sette, ho giusto il tempo di prendere qualcosa da mangiare al volo e uscire. Controllo nuovamente la borsa, ci sono camice, fonendoscopio, blocco appunti e qualche penna.

Sospiro. Nonostante sia ormai la mia terza settimana di tirocinio, non mi sono ancora abituata all'idea che io possa camminare per i corridoi dell'ospedale indossando quel camice bianco. È un sogno che molti ammirano da lontano, e io mi sento estremamente grata per aver avuto questa possibilità.

Ricordo ancora quell'estate infernale dopo la maturità, passata per ore e ore sui libri, tra esercizi di chimica, fisica e biologia. In quel momento tutto questo mi sembrava irraggiungibile, pensavo che non sarei mai rientrata in quei pochi posti disponibili. D'altronde, lo sapevano tutti: solo 1 su 6 passava il test. Quei giorni sono stati scanditi da pianti, urla di sconforto, disperazione ma anche piccole esultanze e picchi di orgoglio quando finalmente riuscivo a capire un argomento o un esercizio. Per fortuna non ero rimasta sola durante questo percorso: Martino aveva deciso di intraprendere la stessa strada.

Il giorno del test eravamo lì, insieme, pronti a sconfiggere quella bestia nera che si era nascosta nei nostri pensieri per tutta un'estate. Alla fine ce l'abbiamo fatta e, a tre anni da quel giorno, siamo entrambi studenti del polo di medicina di Roma Policlinico. È vero quello che si dice, il tempo passa veloce e dobbiamo essere in grado di goderci i bei momenti finché ne abbiamo la possibilità.

Entro in fretta e furia in cucina, afferro una banana e uno yogurt ed esco di casa.


Venerdì 7 ottobre 2022, ore 11:30

"Eleonora ci sono arrivati dei codici gialli e alcuni verdi in pronto soccorso, tra poco facciamo il giro, va bene?" Mi chiede Davide, controllando il monitor del triage.

"Certo" rispondo io, finendo di compilare la cartella della signora che avevamo appena visitato.

Davide è un ragazzo del quarto anno di specializzazione, a cui sono affidata assieme al medico strutturato che ci fa da tutor. È un ragazzo d'oro, sempre disponibile a spiegarmi i casi che dobbiamo affrontare, che non si spazientisce mai nonostante io sia solo al terzo anno e non abbia grandi conoscenze cliniche.

Ci troviamo nello stanzino di guardia del pronto soccorso dell'ospedale, da cui possiamo monitorare la situazione della sala d'attesa e da cui possiamo intervenire più specificatamente chiamando dei medici da altri reparti per eventuali consulti.

Iniziare il tirocinio dal reparto di traumatologia e stare tutto il giorno in pronto soccorso, mi spaventava; sto iniziando però ad amare quella scarica di adrenalina che ti porta ad aumentare le tue prestazioni nel momento in cui sei l'unica cosa che si frappone tra il paziente e la morte.

Ovviamente al momento io non faccio molto, a meno di compilare cartelle cliniche e fare qualche esame obiettivo, ma mi ritengo già fortunata per essere seguita da medici così disponibili; non a tutti i miei compagni è capitata la stessa fortuna, Marti ad esempio è stato assegnato ad un burbero medico della terapia intensiva. Ogni volta che ci vediamo non fa che ripetermi che questa debba essere una punizione divina per qualche crimine che non si è ancora reso conto di aver commesso.

Solo al pensiero mi viene da ridere, senza Marti questi tre anni sarebbero stati sicuramente più difficili. L'ambiente in facoltà non è male e mi sono fatta qualche amico, ma la sensazione di essere sempre in competizione tra di noi non se n'è mai andata; questa pressione continua mi avrebbe reso pazza se non ci fossero stati Marti ed Eva che, anche se frequenta scienze della formazione e non medicina, mi sono sempre stati vicini, tenendomi con i piedi per terra.

Il suono di una penna che viene chiusa velocemente a contatto con il tavolo mi riporta alla realtà.

"Pronta?" Davide si alza e mi invita a seguirlo uscendo dalla porta dello stanzino.

Proseguiamo per il corridoio del pronto soccorso fermandoci davanti all'ambulatorio numero 21, in cui evidentemente ci sarà il nostro prossimo paziente.

"Ragazzo, 23 anni, caduta dalla moto in cui ha battuto la testa, codice giallo" mi informa Davide, leggendo il foglio che gli è stato passato dall'infermiera addetta al triage.

Alza lo sguardo per assicurarsi che io gli stia prestando attenzione e mi porge un sorriso incoraggiante, poi apre la porta. Entriamo e mi dirigo immediatamente alla scrivania per posare le cartelle cliniche.

"Buongiorno, come si sente? Noi saremo i suoi dottori per oggi. Allora, dalle infermiere del triage sono stato informato di una caduta in moto..."

Alzo lo sguardo per incontrare quello del paziente e il mio cuore perde un battito.

D'un tratto la voce di Davide mi giunge ovattata, tutto intorno a me sembra essersi affievolito, se non per quel paio di occhi che mi stanno fissando, in cui leggo lo stesso stupore che probabilmente è dipinto sul mio viso.

Seduto sul lettino davanti a me c'è Edoardo Incanti. 




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Ciao a tutti! Dopo tanti tentennamenti e dubbi mi sono decisa a provare a pubblicare questa storia sugli Incantava (aka amori della mia vita). E' il mio primo tentativo di scrittura di una storia di più capitoli, quindi se avete voglia fatemi sapere che ne pensate! ^^

Juli

Anche fragile. || SKAM Italia FFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora