Eravamo a Kansas City già da qualche giorno, il palco era quasi completamente montato e il giorno del mio debutto come corista nel Bad Tour si stava avvicinando. Non potevo sentirmi più agitata ed emozionata di così.
«Sei pronta per domani?» iniziò Michael verso di me, mentre tutti i musicisti cominciavano a posizionarsi sul palco per le ultime prove.
«P-penso d-di sì!» affermai balbettando nel microfono.
Darryl mi posò una mano sulla spalla e mi rassicurò. «Anche io ero così in ansia la prima volta, non preoccuparti, andrà tutto bene!»
Alzai gli occhi per ringraziarlo e, quando guardai gli altri, notai simili sguardi di incoraggiamento puntati su di me, vedere tutta quella solidarietà mi scaldò il cuore.
Finite le prove tornammo tutti in hotel, ci aspettava una giornata lunghissima e carica di energie quindi riposo e tranquillità era tutto ciò di cui avevamo bisogno. Condividevo la stanza con Jennifer, con cui mi trovavo davvero bene, nonostante le sue chitarre sempre in giro; apprezzavo molto il suo essere dolce e comprensiva nei momenti di sconforto e solare in quelli più lieti. Dopo esserci confidate per un po', ci infilammo sotto le lenzuola e provammo ad addormentarci.
«Hey piccola grande star! È ora di svegliarsi, dobbiamo esibirci per milioni di persone stasera, su alzati!» urlò Jennifer saltando sul mio letto. L'unica cosa che uscii dalle mie labbra fu un gemito assonnato, al che Jennifer urlò di nuovo nelle mie orecchie; per assecondarla mi trascinai in piedi a fatica, finalmente ci vestimmo e scendemmo per la colazione.
Tra una cosa e l'altra la sera arrivò presto e cominciammo tutti a dare di matto: chi accordava gli strumenti, chi si riscaldava la voce, e chi come me era a fare il trucco con Karen. Ero l'unica ragazza tra i coristi, quindi la mia seduta di make-up durò più del previsto. Quando tornai nel backstage, vidi tutti gli altri raggruppati in cerchio e tenersi per mano, ma quando decisi di aggregarmi fu troppo tardi, il cerchio si stava sciogliendo e ognuno tornò ai propri preparativi dell'ultimo minuto. Michael se ne accorse, mi allontanò dal resto del gruppo, strinse entrambe le mie mani e pronunciò una preghiera chiudendo gli occhi ed io feci lo stesso.
«Amen!» sussurrammo insieme, riaprendoli.
«Buona fortuna!» gli dissi, prima di lasciarci le mani. Mi rispose con un bacio sulla guancia.
Era arrivato il momento. Il palco era buio, l'unico suono erano le urla assordanti della folla, che non faceva altro che darmi la carica e farmi ricordare il motivo per cui ero lì: il mio sogno. Mi posizionai davanti al microfono insieme ai miei colleghi. Si accesero le luci e, dopo una manciata di secondi, i tre colpi di batteria annunciarono l'inizio ufficiale di Wanna Be Startin' Something. Michael si slacciò la giacca pesante nera piena di stemmi e iniziò a danzare.
Indossava dei pantaloni neri attillati, con più cinghie, e da sotto la giacca si scorgeva un giacchetto aderente argentato in spandex, sempre con delle piccole cinte che cingevano le sue esili braccia, ai piedi i suoi soliti e fidati mocassini neri. Sia This Place Hotel che Another Part Of Me filarono lisce, come dovevano. Ma era arrivato il mio momento, scesi dalla piattaforma dove sostavano anche gli altri musicisti, cambiai microfono, poi sentii Michael iniziare a cantare; stavamo finalmente duettando, davanti ad una folla entusiasta di ascoltarci. Ci sfiorammo e toccammo più volte, il feeling che c'era tra di noi alle prove era ancora più evidente, grazie all'adrenalina e alla passione che accendeva entrambi. Dopo le varie coreografie di Thriller, Beat It e Billie Jean eravamo alla chiusura del concerto, Greg suonava l'intro di Man In The Mirror, e mentre schioccavamo le dita a tempo cominciammo a vedere accendersi nel pubblico degli accendini, gocce luminose in quel mare di oscurità.
"I'm gonna make a change... for once in my life..."
Le emozioni finora represse sembravano prendere il controllo di me, più provavo a cantare più sentivo la mia voce spezzarsi, non pensavo di poter essere felice di nuovo dopo tutto quello che mi era accaduto nei mesi scorsi, mi sbagliavo di grosso.
Finito il concerto, Michael ci presentò uno alla volta; quando arrivò il mio turno fu dolcissimo: prese la mia mano e, dopo qualche passo di danza improvvisato, la baciò e mi riaccompagnò alla mia postazione. Dopo di che se ne andò, sarebbe tornato in albergo prima di noi, per non essere assalito da fans e paparazzi, poi anche noi ci dirigemmo verso l'hotel.
«Sei stata davvero grande, pazzesca!» mi ripeteva Jennifer, mentre non smettevo di piangere dalla gioia.
«Dobbiamo festeggiare, appena arriviamo in camera ordiniamo una bottiglia del migliore champagne!»
Non facemmo in tempo ad entrare in camera che chiamammo per farci arrivare la bottiglia.
«Ecco come bruciare il primo stipendio!» esclamai facendo partire il tappo. Bevemmo entrambe un sorso, poi non trovando dei bicchieri, prendemmo delle tazze con il logo dell'albergo e brindammo.
Sentimmo bussare alla nostra porta, era Michael. Aprii e mi abbracciò forte.
«Sono davvero fiero di te!» mi sussurrò. Poi si allontanò notando la tazza nelle mie mani.
«Bevi una tisana?»
«In realtà è champagne, non trovavamo i bicchieri... ne vuoi un po'?» fece una risata fragorosa, ma accettò e chiamò gli altri a brindare con noi, che iniziarono a congratularsi, poi mi prese per mano.
«Devo farti vedere una cosa.»
Andammo nella sua suite, mi posò il suo cappotto sulle spalle e uscimmo sul balconcino che la circondava dove osservai le luci della città, il cielo stellato e in lontananza una folla.
«Fino a poco fa eravamo lì.» affermò indicandola.
«Ancora non riesco a credere di aver cantato per tutte quelle persone.»
«Incredibile, vero?»
Annuii, ci stringemmo e continuammo a osservare in silenzio i colori della notte per qualche altro minuto, prima di riunirci agli altri.
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•Falling In Love Wasn't My Plan•
Hayran Kurgu**IN CORSO** Cloe Isabella Willick è alla soglia dei suoi 21 anni quando lei e la sua migliore amica partono da Roma per tornare nella loro città natale, Los Angeles. Cloe scrive da quando era bambina e sogna di diventare cantante. Negli anni succes...