BEFORE YOU GO

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12 NOVEMBRE 2019 
COVERCIANO
MUSEO DEL CALCIO

Le ultime due partite con la Nazionale sono andate alla grande, sono andato a rete per ben due volte e le mie prestazioni sono state più che soddisfacenti. Il Mister Mancini dice che dovrei giocare sempre così ed è frustrante perchè non riesco a fare lo stesso in campionato con la Juve. La colpa forse è del nuovo ruolo che sto ricoprendo, ma io ci metto tutto me stesso, sto dando anche quello che non ho, ma sto fallendo miseramente. Ieri sera ho di nuovo parlato con Veronica di queste differenze e nonostante lei abbia cercato di tirarmi su come al solito e mi abbia fatto anche sentire Deva, non sono riuscito a svegliarmi nello stato d'animo giusto. Come se non bastasse, oggi verranno in visita al museo un gruppo di studenti di una quinta non so quale liceo artistico e il mister ci ha voluto coinvolgere nella loro giornata. Ancora però non mi è chiaro cosa centrino un gruppetto di artisti con il calcio, ma sono certo che in quanto menti creative troveranno loro un senso alla loro visita. In genere adoro fare queste cose, mi piace passare il tempo con i tifosi e se possibile scambiarci due chiacchiere, ma in questo periodo, meno li vedo e meglio sto; ricevo già abbastanza insulti sui social per i miei gusti. Vedere gente in questo periodo proprio non mi va.

Entriamo nel salone principale dove troviamo un gruppo di una ventina di ragazzi che si stanno guardando intorno e fanno già foto; nel gruppo ci saranno massimo quattro ragazze mentre il restante sono tutti ragazzi e suppongo che le fanciulle non si divertiranno tanto oggi. "Buongiorno ragazzi" li saluta il mister e loro rivolgono la loro attenzione a noi. "Buongiorno" dicono in coro meravigliati. Avranno tutti dai 18 ai 19 anni, ma sembrano di gran lunga più giovani, se non sapessi che classe fanno penserei che stiano frequentando le medie; magari invece sono io che nonostante i miei venticinque anni mi sento vecchio dentro. "Oggi i ragazzi della nostra Nazionale vi accompagneranno durante tutta la visita, facciamogli un bell'applauso" dice il loro docente e tutti, soprattutto i ragazzi iniziano ad applaudire entusiasti, al loro posto anche io sarei al settimo cielo. "Mi raccomando però, siete quasi degli adulti comportatevi come tali" ricorda loro il professore e ne vedo alcuni sbuffare. "Iniziamo pure" informa il mister e ci incamminiamo seguiti da loro.

In quanto nostro Capitano abbiamo nominato Leo guida ufficiale per questa giornata e ha fatto un lavoro magnifico. Se fossi stato uno di quei ragazzi e non fossi già stato innamorato del calcio, sarei uscito di qui e mi sarei iscritto al primo corso che avrei trovato grazie a lui. Ha una tale passione in corpo  e spero tanto che anche la mia rimanga immutata dopo i trenta. Ora stiamo facendo una piccola pausa e i ragazzi ne stanno approfittando per mangiare qualcosa o per chiederci qualche foto; fortunatamente non ho ancora sentito nessuno insultarmi, il che è parecchio positivo. "Berna, c'è quella ragazza che è mezz'ora che ti fissa" mi informa Stephan. "Si è vero" conferma Federico Chiesa e mi volto nella direzione indicata dal mio compagno. Seduta su una panchina interna vedo una ragazza con i capelli legati in una treccia castana con le punte viola, appena mi vede lei abbassa lo sguardo e smette di muovere la matita sul foglio. "Sta disegnando" dico a lorosenza togliere lo sguardo da lei. "Si e credo proprio che stia disegnando te" mi dice strizzando l'occhio il mio omonimo.  "Ma smettila" dico e ora che ci penso, ricordo di averla notata e di aver notato che mi stava guardando durante la visita, ogni volta che la pizzicavo guardarmi abbassava lo sguardo e poi ha semplicemente smesso e così anche io ho smesso di guardarla. "Comunque non credo" dico tornando a guardare il mio amico; se dovesse avere ragione non voglio interromperla continuando a fissarla. "Puoi scoprirlo se vuoi" mi dice  Stewe e con la testa indica ancora la posizione della ragazza. "Si è allontanata e ha lasciato tutto li" aggiunge e mi volto veramente tentato. "Non posso!" dico. "Dai...vai" mi incitano e mi danno anche una spinta per farmi dare una mossa. "Dai" ripetono. "Va bene" dico e mi avvicino stando attendo che lei non mi veda. Spero davvero che non mi becchi o farei la figura dello scemo. Prendo il quaderno e leggo prima il suo nome: Beatrice Orlando. Lo apro e subito trovo quello che stavo cercando rimanendo a bocca aperta. Stephan aveva ragione, stava disegnando il mio braccio destro, con la manica della maglia sfumata e i tatuaggi raffigurati in ogni minimo dettaglio. Questo disegno è perfetto. Non resisto, mi guardo intorno e strappo il foglio, recupero la matita e le scrivo un messaggio: 

Before You Go ||Federico Bernardeschi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora