Due anni lunghi una vita

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Due anni lunghi una vita

Sarebbe stato meglio tornare a casa per la notte. Invece Derek aveva insistito che io andassi al suo pensionato ancora per qualche giorno. Non che mi ritenesse troppo instabile, dopo il sangue che avevo bevuto, ma semplicemente non voleva avermi lontana da lui, perdermi d’occhio.

Durante l’ora di inglese mi misi vicino a Gabriel, dopo aver frugato un po’ nei suoi pensieri. Non potevo allontanarmi così tanto da lui, o sarebbe stato peggio che pugnalarlo. Aveva capito la situazione, specialmente dopo avermi vista bere del sangue coi suoi stessi occhi. Non riusciva a cancellare la mia immagine dalla sua mente, mentre mi pulivo le labbra degli ultimi residui di sangue.

Per la prima volta aveva avuto davvero paura di me.

Paura che potessi abituarmi a quel circolo vizioso, paura che avessi preso gusto nel bere sangue di altri vampiri – per non parlare di quello di Derek, già assaggiato e riassaggiato più volte – oppure che non avessi più avuto intenzione di diventare umana e abbandonare così la mia vera missione: uccidere Victor.

Logan sembrava sempre piuttosto rilassato, anche troppo. Ma mi stava nascondendo qualcosa, lo avevo capito dal suo modo di fare. Cercava di guardarmi il meno possibile, sospettoso che sarebbe caduto sotto il potere della malia. Inutile dire che non l’avrei mai utilizzata con lui, ma era anche vero che l’essere affascinanti, ormai, faceva parte del mio essere.

Appena la lezione finì, mi avviai al mio armadietto, seguita dai ragazzi. Sheila mi stava già aspettando con un mega sorriso in volto, i libri stretti al petto. Non riuscii a non ricambiare il gesto d’affetto. Sentii sul mio viso aprirsi un sorriso sincero, ma solcato dalla rabbia. Lei non doveva essere intrappolata in questa storia, non era giusto.

Appena le fui vicina, aprì le braccia. Ma subito dopo stiracchiò la bocca, mordendosi il labbro inferiore. «Giusto, niente abbracci avventati» si ricordò. «Come stai?»

Aprii l’armadietto e presi i libri per la lezione di italiano. «Bene,» risposi tranquillamente, «e tu?»

«Massi, non c’è male.» Si voltò poi verso i ragazzi. «E voi?»

Fecero entrambi spallucce. «Siamo ancora in circolo» rispose Logan, affascinandola col suo sorriso da seduttore.

Sheila, ricorda che hai un ragazzo, si disse. Non riuscii a trattenermi dal ridacchiare.

«Perché ridi?» mi chiese confusa.

«Per quello che hai appena pensato.»

Proprio schietta, mi dissi. Fece per parlare, ma le mancarono le parole. Infine, socchiuse gli occhi, tentando inutilmente di incenerirmi. «Comunque ripetitelo ogni volta, che è meglio» continuai senza smettere di ridere.

«Non sei corretta così però!»

Mi strinsi nelle spalle, l’aria innocente. «Non è colpa mia, è naturale ormai.»

«Sì, sì» bofonchiò sbuffando.

Mi avviai verso l’aula di italiano, salutando tutti vicino alle scale. Derek era appoggiato al muro a braccia incrociate, in mia attesa. Voltò di poco la testa, mentre mi vedeva arrivare a passo umano, fluido, mentre scatenavo l’invidia delle ragazze che mi stavano intorno. Avessi potuto evitare tutto quello sarebbe stato meglio.

Specialmente i loro pensieri su quanto fossi perfetta...

Vi sbagliate di grosso, avrei voluto dir loro, io non sono per niente perfetta, io sono uno scherzo della natura, un’oscenità. Nulla che voi avreste voluto essere.

Daughter of EvilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora