La luna piena illuminava le verdi colline torinesi che avvolgevano il capoluogo piemontese come se fossero una calda coperta che copre un gracile corpo infreddolito. Il leggero venticello autunnale muoveva le foglie facendole volteggiare così che a quelle già cadute se ne aggiungevano altre. Federico si soffermò prima sul panorama torinese poi posò il suo sguardo cadde sul volto della ragazza, il suo viso lievemente roseo era in perfetto contrasto con i suoi lunghi capelli castani che ondeggiavano delicatamente, mossi dal vento, rilasciando un odore di cocco misto a mango che penetrava nelle narici del ragazzo risvegliando dall'incanto di quella visione. Era forse la cose più bella che avesse mai visito, eppure aveva conosciuto tante donne bellissime ma quella ragazza così semplice e allo stesso tempo misteriosa gli era entrata dentro fin da subito.
-"E' stupendo dici la verità?". La voce della giovane donna si fece spazio in quel luogo cosi tranquillo e silenzioso mentre il suo sguardo era ancora rivolto al paesaggio verdastro dei colli.
-"Stupenda". Il ragazzo ignora della domanda appena fattagli rispose con lo sguardo ancora puntato sul corpo della giovane donna, i suoi occhi era letteralmente ipnotizzati dalle movenze delicate e sinuose della stessa, non riusciva a staccarle gli occhi da dosso.
-"Beranardeschi che dici mangiamo ?". Si voltò verso quel ragazzo così famoso ma così misterioso per lei. Non riusciva a capire se si potesse realmente fidare di lui, in realtà aveva la strana sensazione di potergli raccontare di tutto anche i suoi pensieri più profondi ma al tempo stesso la paura di essere giudicata, quella fottuta paura, era lì,ritornata dopo anni di assoluto silenzio, anni in cui Sofia si era risentita viva e amata, soprattutto da se stessa, l'amor proprio che l'aveva abbandonata negli anni più oscuri della sua piccola esistenza. Tuttavia, in questi stessi anni l'armatura protettiva che si era costruita era diventata cosi forte come se fosse la sua seconda pelle, molto difficile da penetrare, infatti, nessuno aveva avuto l'onore e la capacità di riuscire a "toglierla", lei era stata sempre lì ad avvolgere ogni centimetro di quel corpo tanto fragile.
-"Dire di si, non vedo l'ora di assaggiare questi fantastici panini"
-"Ti sorprenderò anche questa volta Federico"
-"Non finirai mai di stupirmi, vero ?"
-"Mai, sono una donna piena di sorprese". Sofia raggiunse una piccola panchina posizionata ai lati di un albero quasi completamente spoglio,delicatamente tolse le poche foglie rimaste sulla panca lasciandole cadere a terra e con un cenno invitò il calciatore verso di lei.
-"Sono un amante delle sorprese". Il toscano raggiunse la giovane donna accettò il suo invito e si sedette su quella panchina un po' troppo cigolante per i sue gusti.
-"Tranquillo, non cadrai, questa panchina ha più di cento anni" . Gli disse indicano una piccola targhetta posta sullo schienale, il ragazzo si avvicinò e lesse "Per Margherita, ti aspetterò qui per sempre, Torino 1919".
-"Certo che conosci questa città meglio di me".
-"Mi piace andare alla ricerca di posti nuovi, ogni città ha la propria storia bisogna solo scoprirla".
-"Tu sei diversa dalle altre, magnificamente diversa". Federico quasi inconsapevolmente pronunciò quelle parole ad alta voce, sperò fino all'ultimo che la giovane donna non avesse sentito nulla ma la sua speranza fu vana.
-"Grazie". Riusci a pronunciare timidamente, eppure una tipa logorroica come lei pronta a parlare senza sosta davanti a quel ragazzo diventata spesso completamente muta.
-"Grazie a te, che hai saputo capirmi senza giudicare".
-"Giudicare è sopravalutato"
-"In che senso ?".
STAI LEGGENDO
My Home
Fanfiction"Casa ieri Casa nei ricordi Casa quando abbiamo fatto tardi E lo capisco mentre te ne vai Casa è il posto dove tu Mi penserai". Un recente divorzio e due cuori infranti sono la cornice perfetta per questa storia d'amore che ormai sembra giunta...