Prologo

19 0 1
                                    

Diciotto anni prima

Nel bosco due paia di piedi scalzi corrono senza meta. Le stelle brillano nel cielo limpido di novembre e tengono compagnia alla luna piena, che oggi sembra ancora più grande.
Il vento non fa rumore. Non si sentono nemmeno gli animali, nessun gufo, nessun grillo. Nulla. Si sente solo il rumore dei piedi che calpestano le foglie secche.
Ora neanche più quello. I due ragazzi sono usciti dal bosco e si trovano nella via principale del paese. Sanno dove devono andare. Iniziano a camminare e il ragazzo, sui 25 anni, alto, moro e con occhi celesti illuminati dalla luna, tiene per la vita la ragazza, più giovane di lui di qualche anno, che stringe a sé un fagottino bianco.
Lei ha la testa abbassata incorniciata da lunghi capelli biondi e mossi. Delle lacrime salate scendono lungo le sue guance rosee per poi cadere sul viso della neonata che tiene in braccio. Sapeva che non avrebbe potuto tenere la bambina, lo sapevano entrambi. Era troppo pericoloso. Ma non pensava di doverle dire addio così presto.
Finalmente smettono di camminare. Sono davanti la porta di un orfanotrofio. I due ragazzi si scambiano uno sguardo pieno di dolore, ma entrambi nutrono la stessa speranza: aver portano loro figlia in un luogo abbastanza lontano e sperduto da proteggerla. La madre si china in avanti per posare la neonata di fronte la porta e poggia accanto a lei un bigliettino con scritto un nome. Maya.
Bussano alla porta e poi scompaiono nella notte.
I primi fiocchi di neve iniziano a cadere dal cielo e si posano sul viso della bambina che, ridendo, inizia ad assaggiarne qualcuno.

Occhi diversiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora