L'olezzo di morte aleggiava nell'aria.
Una vista desolante si stagliava alle sue spalle.
Nubi scure riempivano il cielo, macerie e detriti si ergevano ovunque, intere parti di quell'edificio totalmente distrutte. Centinaia di anni di storia, di fatica e di impegno andati in fumo e in cenere.
Cenere, polvere e terra che si posavano sulla marea di corpi che giacevano senza vita.
Prorompente era l'odore del sangue.L'odore di marcio, di putrefazione che si alzava lentamente dai cadaveri squarciati, dilaniati, piegati in angolazioni innaturali.
E le urla.
Le urla colme di disperazione, di un dolore a cui lui non aveva saputo dare un nome, ma che in un attimo, lo fece sentire irrazionalmente perso.Girò la testa per l'ultima volta, restò lì a fissare quella scena come se fosse immobilizzato.
Poi camminò dritto in avanti e non si guardò più indietro.Almeno non fisicamente. Come poi ripercorevva quei passi nella sua mente era un'altra storia.
Nella notte di una piovosa giornata di Novembre se ne stava seduto nella penombra del suo salone, la testa reclinata su un vecchio divanetto. Tra le mani rigirava un bicchiere di Whiskey, ponderando.
Era un'abitudine che aveva preso da un paio d'anni a questa parte. Solo, arrivato alla fine della giornata, si concedeva di abbandonarsi ai suoi pensieri.Ormai la guerra era finita.
Ma lo era davvero?
Forse non per tutti. Non per quelli rimasti, per i sopravvissuti, per quelli che erano costretti loro malgrado a vivere bloccati tra il fusso dei ricordi.
Eppure lui in quella guerra non aveva perso nessuno. O forse sì. Era come se una parte di lui, quella che delineava il carattere, che stabiliva il suo essere e i suoi principi fosse morta.Seduto con la testa reclinata su quel vecchio divano del suo appartamento, tirava le somme della sua vita. E doveva ammetterlo, non era decisamente un bilancio soddisfacente.
A 19 anni si ritrovava solo, confinato, in un mondo a cui sentiva di non appartenere.
Senza opinioni, senza certezze, come obliviato.
La superiorità del sangue puro, la supremazia dei maghi rispetto ai babbani, le incrollabili verità a cui aveva ciecamente creduto alla fine erano crollate.Purosangue, mezzosangue, nati babbani? Che differenza fa quando diventano cadaveri? pensò, con un amarezza che non gli era mai appartenuta. Era proprio così che si sentiva: amaro, inaridito dagli errori di un passato che non aveva scelto.
Ma era davvero così?
Non era forse lui il responsabile del suo male?
Non era stato lui a portare avanti quelle ideologie, a farle sue, quasi fino a farle diventare un ossessione?
La verità era che Draco Malfoy non sapeva più a cosa credere. Finì il suo bicchiere in unico sorso, abbandonandolo poi sul tavolino posto lì davanti.
Si alzò, dirigendosi verso la sua camera da letto, in quella stanza solitaria e decisamente troppo grande, troppo vuota. Anche quella notte, si infilò a letto con la certezza che non avrebbe dormito poi molto.Spazio Autore:
Finalmente, dopo parecchio tempo, ho ripreso una storia che avevo iniziato e poi mai più completato.
La sto riscrivendo da 0, ma il punto cardine rimane lo stesso.
La Seconda Guerra Magica è finita. Finalmente è tempo di andare avanti, di ricominciare. Ma ci siamo mai chiesti come chi stava dalla parte del torto ci può riuscire? Questa storia si concentrerà inizialmente su Draco, su come si sente, su quello che prova e su come e se il suo approccio alla vita varierà.
Secondo me, Draco è un personaggio molto complesso,che però non ha mai avuto modo di spiegarsi. Quindi nel mio piccolo proverò ad aprire una parentesi sui primi anni dopo la guerra.
Ovviamente, per gli occhi più attenti, ci sono un paio di punti da approfondire.
Sono state citate parole messe non a caso,come confinato e anche appartamento.
In che senso Draco è confinato? E come mai non è al Manor?
Tutte queste domande verranno chiarite nei prossimi capitoli!
Grazie mille a tutti per il vostro tempo e spero di cuore che questa storia vi possa interessare.
Alla prossima!
Niern.
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Yin Yang
Fanfiction"...Prorompente era l'odore del sangue. L'odore di marcio, di putrefazione che si alzava lentamente dai cadaveri squarciati, dilaniati, piegati in angolazioni innaturali. E le urla. Le urla colme di disperazione, di un dolore a cui lui non aveva sap...