🌯:: eight, dinner in pajamas!

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La fila, per nostra enorme fortuna, è corta quindi all'incirca dopo cinque minuti, siamo seduti ad un tavolo per due per aspettare il cibo con cui ci sfameremo.

«Davvero tu mangi tutta quella roba? Dove la metti se sei così piccola e magra?» chiede lui, indicando il mio vassoio strapieno di roba.
«Le mie dimensioni ingannano, ricordatelo» faccio io, mentre apro la scatola del McChicken per poi iniziare a mangiarlo.

Lui scoppia a ridere, e noto che quando lo fa gli si gonfiano le guance in modo troppo adorabile.

«Cavolo sei impressionante!» esclama dopo qualche minuto, riferendosi al fatto che ho già finito il mio panino iniziando poi a magiare i Nuggets.
«Cosa?» dico io con la bocca piena, coprendola ovviamente con la mano.
«Ti sentirai male, mangia piano» gli faccio un gesto con la mano, e continuo a mangiare.

Dopo una decina di minuti, mentre Corbyn sta finendo, mi alzo e vado alla cassa per pagare. Torno dopo pochi minuti e Corbyn mi guarda sorridendo.

«Ho finito, andiamo a pagare.»
«Uhm...a dire la verità l'ho appena fatto io» gli dico, e lui sgrana gli occhi.
«Ma dovevo farlo io, ti ci ho portata io qui!» si alza, e si infila la felpa.
«Ecco appunto che mi ci hai portata ti ho pagato io.» dico ricevendo da parte sua uno sguardo rassegnato con tanto di sospiro
«Te li ridarò, prima o poi.» mi circonda le spalle, e io mi libero.
«Tu non farai proprio niente» gli sorrido, dandogli un bacio sulla guancia.

Lui arrossisce, tenendo la testa e lo sguardo bassi e rivolti verso di me. Non dice niente, ma passa una mano dietro il suo collo visibilmente imbarazzato.
Torniamo a casa mia senza fiatare per tutto il tragitto, mentre la canzone di sottofondo ha la meglio sul silenzio ma non può sui nostri sguardi imbarazzatissimi.
Davanti la porta lui mi blocca, facendomi girare verso di lui.

«Grazie, per aver pagato» sorride «anche per il bacio» si avvicina al mio viso e me ne stampa uno accanto la bocca.

Entriamo in casa, e la calma di poco fa svanisce appena vedo la scena: il piano terra è  completamente sottosopra.
Le parti del divano sono sparse per tutto il salone, i quadri storti e alcuni a terra, giacchetti e cuscini sporchi di cioccolata sono sui rametti delle piante che abbiamo in salone e una di queste è sul lampadario.
Io e Corbyn ci guardiamo, e andiamo in cucina. Cosa che dovevamo evitare visto che è messa peggio: c'è della farina sulla finestra e sul tavolo, mentre una è pizza spiaccicata sul muro.
Decidiamo di tornare in salone, dove troviamo Zach e Jack senza felpa e stesi uno sopra l'altro sullo schienale di una parte che compone il divano.

«EEEEBEEEEEN!» scende di corsa le scale, corredo a vedere cos'è successo.
«Cosa? È successo qualcosa?» chiede lui con le mani ad altezza petto, con una faccia preoccupata. Io lo guardo fino a farmi venire i tic all'occhio sinistro «E me lo chiedi pure? Hai visto in quali cazzo dì condizioni è la casa?» urlo prendolo per la maglietta.

Poi penso che se il piano terra è così, non oso immaginare quello di sopra.

«No, non l'avete fatto» lo guardo male, e prendo Corbyn per mano trascinandolo con me fino la porta di camera mia.
«Se svengo chiama qualcuno» lo avverto, aprendo subito dopo la porta.

Cosa che non avrei dovuto fare, visto che l'istinto omicida si impossessa molto velocemente di me.
Vado verso il letto, e prendo Jonah per la maglietta.

«Voi, bruttissimi disgraziati, uscite da casa mia immediatamente.» lo spingo al piano di sotto, mentre Corbyn va a recuperare Daniel e io scendo con Jonah.

Spingo per terra Jack e Zach, e li butto fuori seguiti da Eben e Jonah.

«Daniel non c'è di sopra.» fa il biondo scendendo le scale.
«Daniel è andato via» precisa mio fratello.
«Ah si? Vedete di farlo anche voi, adesso.» gli chiudo la porta in faccia, scivolando con la schiena su essa, finendo seduta a terra.

Mi metto le mani nei capelli, mentre Corbyn si siede accanto a me.

💭:: Eben's sister, a Daniel Seavey fan fiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora