Era passata ormai una settimana dal rito. Elia adesso viveva dentro di me e tutto quello che pensavo si era verificato essere sbagliato. Non percepivo la sua presenza, se non quando mi arrabbiavo. Era come se il corpo fosse diviso in due e lui ne occupasse una metà, senza disturbare e senza rendere nota la sua presenza. Era una fortuna per me. Tornata a casa avevo avuto paura a guardarmi allo specchio, per paura di vedere anche lui.
Victor era venuto con me. Dopo il bacio durato un eternità non avevamo più parlato e mentre mi facevo una doccia, era stato tutto il tempo nella mia camera ad aspettare ed insieme avevamo preparato poi la mia roba. Verso le tre di notte eravamo usciti di casa, portando anche con noi Jenna, che per tutto il tragitto non aveva fatto altro che guardarmi con un certo timore, fino a quando non gli avevo spiegato tutto e lei si era avvicinata a me, ignorando la sensazione di terrore che Elia emetteva.
Avevamo usato la macchina di Victor, una vecchia panda nera, che mi aveva portato fino a casa e con cui poi ci eravamo diretti verso casa sua. Eravamo stati due ore in macchina e nonostante l'ora tarda non ero riuscita a dormire. Jenna invece, si era addormentata dopo mezz'ora di viaggio, accocolandosi sul mio petto. La ferita era stata medicata da Victor e ora non doleva più ed era un sollievo.
Arrivati a casa di Victor mi sopresi per quanto fosse graziosa. Era uno chalet di tre piani, illuminato all'interno. Era circondato da un giardino, decorato con piante di tutti i generi. Appena entrati fui invasa da un calore piacevole. Un caminetto posto dalla parte opposta della stanza riscaldava la stanza in modo piacevole. Seduta su una poltrona c'era una donna, sui trentacinque anni, magra, capelli lunghi e neri e due occhi scuri come Victor. Il suo nome era Rachele, ed era la mamma di Victor.
Victor le aveva spiegato in poche parole tutto l'accaduto e la donna ogni tanto mi sorrideva, o mi accarezzava il braccio. Mi accompagnò al secondo piano dentro una camera da letto che sapeva di lavanda, come la mia vecchia stanza da John. Arriciai il naso per quel profumo e la donna mi disse che avrebbe potuto toglierlo quando volevo. La ringrazia e mi misi subito a dormire. La mattina dopo abbi il tempo di osservare la stanza meglio: il letto era a una piazza e mezza, davanti c'era un armadio in legno e accanto una scrivania in legno, più scura, con sopra dei fogli, due libri e una lampada.
Vicino al letto c'erano due comodini e su uno vi era appoggiata una tazza di cioccolata calda, mentre al fondo del letto su una cassapanca, c'era la mia valigia. La finestra era molto grande e faceva entrare molta luce nella stanza. C'era anche una piccola libreria, con libri di varie forme e colori.
La settimana era passata in fretta. Avevo scoperto che Rachele aveva dovuto crescere da solo Victor perchè suo padre era morto molto giovane e mi ricordò di mia madre e di mio padre. Insieme nel pomeriggio andammo nello stesso posto dell'altra volta, portando i corpi dei miei genitori nel cimitero del padre di Victor e con una degna sepoltura lasciammo li i due corpi, vicini.
Avevo avuto modo di pensare a molte cose. Ad Elia, a John, anche a Jerome. Ma anche a me e Victor. Quel bacio era stato dato solo per..non lo sapevo nemmeno io per cosa era stato dato. Victor non mi sembrava il ragazzo che provasse pena per qualcuno e se fosse stato così, me ne sarei andata subito da quella casa. L'idea di far pena a qualcuno mi metteva molta ansia, ma Rachele fin dal secondo giorno qui aveva inziato ad assegnarmi piccoli lavoretti per aiutare in casa e questo mi aveva fatto molto piacere.
Victor dal canto suo non aveva mai parlato di quel bacio e io gliene ero grata, anche perchè non avrei saputo cosa dirgli. Non mi vedevo come una coppia insieme a lui, non sapevo nemmeno se potermi definire la sua fidanzata, per un bacio dato in un momento drammatico. Ma la mia mente era altrove mentre ero immersa nella vasca. Elia mi aveva detto di stare attenta, di imparare la magia perchè Igory era ancora la fuori e nessuno sapeva che cosa avesse in mente di fare. Ne avevo parlato con Victor e lui mi aveva detto che mi avrebbe insegnato personalmente la magia.
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Kassandra - La figlia del diavolo
FantasíaKassandra Butler, questo è il suo nome. Occhi azzurri come il ghiaccio, capelli neri come la pece. Ha una volpe, Jenna. Un padre, Joseph, che fa parte di una setta, ma non solo. Emily, madre creduta morta, ma che ricompare nel momento del bisogno, m...