Pioveva a dirotto quella notte.
Le gocce di pioggia picchiettavano sui vetri da ore senza smettere.
Quei maledetti picchiettii arrivavano dritti alle orecchie alla stessa intensità di forti martellate.
Sembrava essere il finimondo là fuori, mentre i pazzi correvano nel buio, e le auto sfrecciavano a tutta velocità sull'asfalto alzando onde anomale di acqua mista a fango.
Qualcuno urlava, altri suonavano il clacson.
Il vento ululava come ad annunciare un cattivo presagio, c'era inquietudine, qualcosa non stava andando come avrebbe dovuto, e l'umore delle persone ne stava risentendo, era evidente.
L'aria era tremendamente pesante, il cielo, cupo da giorni, sembrava non voler smettere di riversare la sua frustrazione sulla terra.
Gocce di pioggia cadevano come le lacrime.
Qualcuno è stato ferito?
<< Cosa fai alla finestra, Cesare? >>
<< Nulla, va via! >>
Un lampo illuminò la stanza ed il tuono successivo fece vibrare i vetri, rendendoli più fragili di quanto fossero in realtà, anche se per pochi secondi.
Il cielo era furibondo.
Si poteva morire in una notte del genere, eppure, in una notte come quella, Cesare ricordava di essere rinato.
Aveva bevuto più di quanto avrebbe dovuto, c'era da ammetterlo, ma si trovava ad una stupida serata organizzata da Nelson, per chissà quale motivo, forse perché voleva compagnia, e se per Cesare bere in famiglia era un tabù, fuori doveva essere la regola, sopratutto se c'era Nelson con lui a riempirgli i bicchieri fino all'orlo.
Quanto era stata bella quella sera?
Ricordava benissimo di aver iniziato a subire gli effetti dell'alcool dopo il terzo bicchiere, e di come Sofia gli intimasse di andarci piano.
Lui non era abituato a bere, gli avrebbe fatto male, diceva.
Quelle sembravano essere solo raccomandazioni e preoccupazioni a occhi esterni, ma Cesare sapeva benissimo di quanto a lei non importasse nulla della sua salute, non più da mesi, ormai.
Era solo preoccupata della loro "immagine pubblica", e di come lui tentasse costantemente di rovinarla.
Stavano ancora insieme solo per quello, per l'immagine pubblica che dovevano dare di loro: Fidanzatini dal lontano liceo, poca esperienza da entrambe le parti, Ohh... ma che carini.
Balle, balle, e ancora balle.
All'ennesimo: << Cesare, piantala di bere! >>, le rispose con un grosso: Vaffanculo, ruttandole in faccia.
Quel gesto segnò la fine della loro relazione, anche se sul momento lui non se ne rese pienamente conto.
Di quei momenti ricorda soltanto come Sofia fosse uscita subito di casa, seguita da Tonno e da un'altrettanto indispettita Beatrice.
Anche lei, probabilmente, doveva avercela a morte con il fidanzato.
E Nelson rideva con le lacrime, ubriaco come una spugna, accompagnato da Nicolas che non aveva perso tempo a trascinare con lui un Dario, piacevolmente brillo, sul divano di casa Venceslai.
<< Era ora di darci un taglio, Cesi! >> rideva accomodandosi sulle ginocchia del più grande << Dario, versami del vino! Brindiamo al ritorno in piazza del Cantelli! >>
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PIOGGIA // Celson
FanfictionIl cielo era furibondo. Si poteva morire in una notte del genere, eppure, in una notte come quella, Cesare ricordava di essere rinato.