Era il 24 dicembre e Sherlock, solo in casa, attendeva l'arrivo del suo migliore amico con la spesa.
In tutti gli anni della sua vita non si era mai interessato al Natale, ma John adorava quel periodo, ed alla fine aveva ceduto, concedendo a John di organizzare una piccola cena con l'aiuto della signora Hudson.
L'unica condizione che aveva posto il detective era che sarebbero stati solo loro due, come sempre. Aveva deciso che avrebbe approfittato della serata per confessare a John i suoi sentimenti,che erano diventati troppo potenti per essere ignorati, e, segretamente, sperava che il dottore sapesse dargli una spiegazione migliore rispetto a quella che svolazzava nella sua testa,perché lui non era capace di provare amore,e John lo sapeva.
Durante l'attesa per il rientro del suo migliore amico, Sherlock, prendendo spunto dai più dozzinali film di Natale, che intasavano la sua amata televisione in quel periodo, addobbo' la casa. Mise due calze vuote sul camino, due piatti in tavola e il regalo che aveva fatto per John sotto l'albero ,aveva anche imparato un motivetto natalizio da suonare con il violino, mancava solo la cena, ed il suo coinquilino , ovviamente.
Si prospettava una bella serata,ma purtroppo così non fu. John non si presentò da solo, ma accompagnato da una ragazza alta, e con i capelli legati in un tuppo morbido che le conferiva un aspetto elegante e semplice allo stesso tempo, non c'era bisogno di un genio per capire che a Sherlock il cambio di programma non piacesse affatto, ma John era troppo concentrato sulla nuova arrivata per rendersene conto.
John presentò i due e, mentre la ragazza, che si chiamava Cloe, regalò al detective uno smagliante sorriso, Sherlock ricambio' con una smorfia.
Il detective passò tutta la serata in disparte,provando ad isolarsi dagli schiamazzi della coppia improvvisata, senza riuscirci veramente, voleva sapere chi fosse la donna che era riuscita, in un secondo, a distruggere tutti i suoi piani.
Dalla loro conversazione Sherlock aveva capito che si erano conosciuti in fila al supermercato e, mentre chiaccheravano in attesa del loro turno, John era venuto a conoscenza che la ragazza avrebbe passato le feste da sola, a causa dell'annullamento del volo che l'avrebbe condotta dalla sua famiglia,e che, grazie al suo animo gentile, John l'aveva gentilmente invitata a passare il Natale con loro. Sherlock non riusciva a spiegarsi come una persona potesse accettare di andare a casa di uno sconosciuto per festeggiare, era un atteggiamento da idioti, ma sapeva benissimo che dire no a John era impossibile.John si accorse che Sherlock era diventato più irritabile del solito e mentre erano soli approfittò per indagare, .
-Sherlock, che hai?-
-Sherlock? Ti avevo chiesto di festeggiare ed avevi accettato, cosa è cambiato? - insistette, ed alla fine il detective confessò
-sei serio John? Avevo accettato questa idiozia a patto che fossimo solo noi due, che stupido, mi ero anche impegnato per rendere queste serata perfetta, per te, e tu non sei nemmeno riuscito a rispettare l'unica cosa che ti avevo chiesto...Buon Natale John- detto ciò uscì di casa dimenticandosi cappotto e sciarpa.John era rimasto basito, che fosse... Geloso?... Non poteva essere, ci erano voluti a John tanti anni e tante donne per imparare ad ignorare il suo cuore che accellerava alla vicinanza del detective... Era così immerso nei suoi pensieri che non fece caso a Cloe sulla soglia, con la sua giacca e la borsa.
-mi dispiace se a causa mia avete litigato, siete una bella coppia, tolgo il disturbo-
-noi non siamo...-non fece un tempo a finire la frase che venne interrotto dalla ragazza che aveva un sorrisetto consapevole sul volto
-vi guardate in un modo... Si vede che c'è qualcosa che vi lega, più dell'amicizia, dovete solo scoprirlo insieme, perché non lo raggiungi? Sono sicura che stia congelando con questo freddo e senza giubbotto -
John non se lo fece ripetere due volte ed andò direttamente nel posto in cui era sicuro avrebbe ritrovato il suo detective.Sherlock era seduto sul marciapiede di un vicolo, illuminato solo dalle stelle. Era l'unico posto in tutta Londra dal quale si riuscivano a vedere e spesso ci andava per rilassarsi, l'aveva anche mostrato a John. Le stelle erano così belle che osservandole riusciva quasi a dimenticarsi della terribile serata fino a quando non senti il peso del suo cappotto sulle spalle e l'odore del profumo di John nell'aria
perché ora le stelle sembrano più luminose?
-mi dispiace Sherlock, ho fatto un casino, non avrei dovuto invitarla-
-capisco perché lo hai fatto, sei troppo buono per pensare che qualcuno passi la vigilia di natale da solo, ma non posso fare a meno di pensare che, come dire, magari ti fossi stancato della mia presenza, mi conosci, così arrogante da allontanare chiunque, ma tu sei rimasto. Sei parte integrante della mia vita... di me, da così tanto tempo che non riesco ad immaginare la mia vita senza di te, ed ogni volta che porti una donna in casa mi si spezza il cuore perché ti potrebbero portare via da me e... Dio ti sto parlando con un cuore che prima di conoscerti non credevo nemmeno di avere... e perché io non ti avrò mai, non come ti hanno avuto loro.
John io sono geloso, geloso di ogni donna che baci, di ogni persona con cui ridi e alle quali mostri quel sorriso che mi fa venire voglia di essere migliore, essere migliore per te. Perché la mia vita, compreso il mio lavoro, è in funzione di te. Ero insicuro dei miei sentimento fino a quando non gli ho espressi ad alta voce, ma ora mi è tutto chiaro, volevo parlatene stasera, magari davanti al dessert avevo chiesto alla signora Hudson di preparare il tuo preferito, mi dispiace per averti rovinato la serata, puoi tornare da Cloe- Sherlock per la prima volta nella sua vita fece parlare il cuore al posto del cervello e John non poté esserne più felice. Guardò l'orologio, era mezzanotte
- Buon Natale Sherlock... - e lo baciò,
nessun bacio fu mai più giusto
-... Torniamo a casa-
nessuna notte più intensa di quella.Il mattino dopo Sherlock riusciva a sentire il calore e l'odore di John sulla sua pelle,lo guardava e non riusciva a pensare a niente di più perfetto dell'uomo che aveva a fianco,con le ciglia che tremavano leggere sulle guance, le labbra rosee e semi aperte, poggio' la testa sul petto scoperto di John per sentire il suo cuore, non aveva mai sentito melodia più bella. Finalmente aveva trovato il suo posto, stretto tra le braccia dell'uomo che amava, dell'uomo che non lo rendeva solo grande ma anche giusto e felice.
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Mi scuso per eventuali erroriBuon Natale a tutti❄️
Alec❤️