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Gli spettacoli successivi sarebbero stati a New York, non avevo mai avuto l'occasione di andarci quindi non vedevo l'ora di visitarla; una delle città più grandi al mondo, desideravo vedere più possibile sperando che Michael mi facesse da guida, viste le numerose volte in cui era stato lì. Eravamo ai primi di Marzo ma faceva ancora un freddo glaciale nella East Coast.

«Ti va una cioccolata calda?» balbettò Jennifer battendo i denti dal freddo, mentre pattinavamo sottobraccio cercando di riscaldarci a vicenda.

«Certamente! Ma cerchiamo di stare al passo degli altri o ci perderemo. Vado ad avvertirli!»

Cercai di arrivare verso il resto del gruppo senza cadere.

«Hey ragazzi! Jen sta morendo di freddo e vorrebbe fermarsi per una cioccolata, che dite?»

 Accettarono tutti con entusiasmo la proposta e dopo aver lasciato la pista di pattinaggio, cominciammo a cercare un bar carino dove fermarci. Dopo averlo trovato ed esserci accomodati, iniziammo una chiacchierata.

«Perché Michael e Karen non sono venuti?» iniziò Kevin.

«Mike voleva seguire il montaggio dello stage, ma per quanto riguarda Karen non ne ho idea.» rispose Lavelle.

«Io non ho un gran rapporto con lei.» rispose Greg.

«Neanche io.» affermò un altro dei ballerini.

«Secondo me c'è qualcosa tra di loro, sono sempre così intimi e sorridenti e... poi ragazzi, fateci caso, quando facciamo delle uscite di gruppo non ci sono mai!»

Alcuni confermarono la versione dei fatti di Kevin e, visti i loro atteggiamenti, non potevo che pensare lo stesso. L'idea che Michael e Karen potessero frequentarsi davanti ai miei occhi mi rendeva infinitamente amareggiata. Michael era mio amico e vederlo felice con qualcuno sarebbe stata una vera gioia, ma improvvisamente sentivo che per me non sarebbe stato più come una volta, vederlo felice con qualcuno che non fossi io era una sconfitta e non ne capivo il motivo.

«Cloe, tutto bene? Non sbatti le palpebre da almeno cinque minuti!» mi riportò alla realtà Jennifer, passando una mano davanti ai miei occhi.

«Sì, certo, tutto benissimo!» risposi sorridendo.


Dopo la sbalorditiva esibizione ai Grammy awards e due concerti proficui finalmente riuscimmo a fare un'uscita tutti insieme prima del terzo e ultimo spettacolo, New York trasmetteva energia a tutti, eravamo sempre di buon umore e pieni di voglia di fare. Visitammo la maggior parte della città in soli due giorni. Camminammo così tanto da farci venire le vesciche e nonostante questo rimanemmo affascinati da tutto: Times Square e la Statua della Libertà ma in particolare dai vari musei e opere d'arte. Purtroppo il divertimento finì presto, dovevamo tornare a provare.

«Devo darti una bella notizia.» mi si avvicinò Michael.

«Oh davvero? Dimmi tutto!»

«Tatiana non ci sarà più per i prossimi spettacoli, ma ho già trovato una sostituta!»

«Forte! La conosco?»

«Direi proprio di sì.»

«E chi è?»

«Tu.»

Sbarrai gli occhi.

Spero tu stia scherzando Michael, io NON so ballare. Pensai, prima di sbottare in una risata.

«Perché ridi? Guarda che sono serissimo!»

«Michael, davvero, so che mi vuoi bene e hai molta fiducia in me... ma io non sono per niente all'altezza.»

•Falling In Love Wasn't My Plan•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora