6.3 Minacce

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Oggi Karol pranza a casa mia, siamo appena tornate da scuola e stiamo entrambe sul comodo divano del mio salone di fronte alla televisione aspettando che mia madre finisca di cucinare.

-Quindi una tua lontana parente ha vissuto la tua stessa situazione?-

-Si, ne è uscita vittoriosa, mi rende un po' più calma.-

-Ci riuscirai di certo!-

- Comunque riguardo invece alla stanza degli specchi...-

-Val tranquilla! Dov'è la ragazza scherzosa che se ne usciva con delle sciocchezze con cui ridevamo anche se sapevamo essere insensate?-

Con quella frase aveva colpito nel segno: sono cambiata, non sono più la ragazza spensierata di prima; ho incontrato delle responsabilità e mi hanno fatto crescere all'improvviso...

-Karol... Ti auguro di non sognare mai un ombra che ti parla tutto il tempo a bassa voce e riesci a stento a capire; un cavaliere con una barba grigia che ti dice di tirare fuori la tua forza interiore anche quando non cerchi di salvare gli altri.-

Scoppiamo entrambe a ridere e faccio un respiro di sollievo la vecchia Val non era del tutto scomparsa.

Poi papà ci chiama e ci dice che è pronto il pranzo. Tutti stiamo mangiando la minestra con fagioli, uno dei miei primi preferiti, mia madre è la prima a finire e porta il piatto nel lavandino, subito dopo chiede con la voce gentile che risparmia agli ospiti:

-Ora cosa volete, posso prepararvi  del...-

Si interrompe a metà frase e poi continua:

-Sentite anche voi questo rumore?-

In effetti si sente uno strano brusio venire dal frigo quindi mi alzo per andare a controllare. Ho una lieve ansia, non so quale potrebbe essere la causa di quel fastidioso suono o se possa nuocere a qualcuno nella stanza, ma devo controllare oppure lo farà qualcun'altro e sarà peggio, così di scatto apro il frigorifero: niente di insolito.

-Cosa cerchi Val?-

- Ehm... prosciutto! Vorrei un po' di prosciutto, per favore.-

Era la prima cosa che mi era venuta in mente.

- Va bene, Karol ti friggo delle crocchette di pollo?-

-Si grazie.-

Mentre la mia amica risponde, il campanello suona e mio padre domanda guardando mia madre, con voce incuriosita e leggermente confusa:

-Stavamo aspettando qualcuno?-

-Non mi pare.-

Vado a vedere, si tratta del postino, il semplice ci uomo che consegna le lettere e i pacchi.

-Le vado a chiamare i miei.-

-No il pacco è per lei venga serve la sua firma.-

Un pacco per me? Da chi? Sembrava tanto una trappola, quindi prendo la mia penna speciale a mi dirigo con il fiato sospeso verso il postino, firmo il foglio e lui mi dà il pacco, però non va via rimane immobile di fronte a me. Ha lo stesso aspetto di sempre eppure sento che c'è qualcosa di diverso:

-Non lo apre?-

- Ehm devo proprio farlo ora?-

-No, ma perché aspettare non è curiosa?-

Ecco le parole che ti tolgono completamente la voglia di scartare un pacco. Rincomincia l'inquietante brusio che stavolta viene dalla scatola incartata, perciò istintivamente lancio il cartone più lontano che posso. Il volto dell'uomo davanti a me si incupisce e da lontano vedo il contenuto uscire dall'involucro: centinaia di corvi che volano formando un vortice nero e frammenti di specchi, mi copro il viso con il braccio mentre l'infernale turbine continua. Le mie orecchie percepiscono le voci dei miei genitori chiedersi cosa stia accadendo all'esterno. Se fossero usciti i corvi li avrebbero attaccati visto che non hanno una collana magica che li protegga. Decido di capire di più sul falso postino:

-Chi sei veramente?-

Questo si trasforma nel mostro squamoso che aveva preso le sembianze del principe la notte del ballo e con i suoi artigli tenta di colpirmi, ma la barriera mi protegge, mi dà il tempo di impugnare la mia arma e puntarla contro il mostro.

-Dunque ieri eri tu Sir Levantes?-

Forse non può parlare in questa forma, non voglio ucciderlo, né fargli del male, vorrei solo delle risposte.

-.... Si-

Dice dopo una breve pausa con una voce rauca e sibilante.

In quel momento esce mia madre:

-Val tutto bene? C'erano degli strani rumori.-

Una volta girata verso mia madre sapevo che rigirata non avrei trovato nulla, altrimenti la domanda di mia madre sarebbe stata diversa. Trovo tuttavia un foglio per terra con su scritto:

"Non riuscirai a proteggerli per sempre Val.
Omifaso"

Era chiaramente riferito ai miei cari e sebbene sappia di non dover cedere alle minacce, ero più preoccupata che mai.

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