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Il vento freddo e mattutino spostava i miei capelli dolcemente, era una sensazione abbastanza piacevole, che mi faceva compagnia durante la lettura di uno tra i tanti libri che l'insegnante di letteratura ci aveva consigliato di sfogliare durante quel mese.

Amavo leggere, ogni volta che mi capitava di doverlo fare, mi immergevo completamente all'interno del libro, senza più dare peso a cosa ci fosse fuori.
In quell'istante mi sentivo finalmente il protagonista di qualcosa di importante, qualcosa che però, come al solito, non mi riguardava.

Eppure quel giorno andò tutto al contrario di come mi sarei aspettato, non ero più assorto nel racconto, difatti la mia concentrazione venne attirata d'obbligo da un pallone da calcio, che mi prese in pieno volto, portandomi a cadere dal lato opposto al pallone. Arrivai a terra con tutto il corpo sul prato dell'istituto, ricevendo probabilmente gli occhi di tutti addosso, senza che per il momento qualcuno si dichiarasse colpevole e mi chiedesse scusa.

La mia mano si aprì d'istinto, facendo precipitare anche il libro per terra, inutile dire che provai ad alzarmi da lì, nonostante stessi vedendo in modo sfocato il resto del mondo attorno a me.

Sentivo una forte e lacinante fitta alla testa, su cui dovetti premere il palmo della mano, in modo da non sentire più lo stesso dolore di prima, ma come uno stupido lo accentuai maggiormente, facendo uscire dalle mie labbra dei versi di lamentela.

Perché nessuno correva contro di me per aiutarmi?

Eppure tutti lì dentro mi conoscevano. Ovviamente ero noto per essere uno tra i ragazzi più voluti dell'intero istituto, non perché fossi chissà quale bellezza, ma per la curiosità che in qualche strano modo ogni individuo provava nei miei confronti, sia ragazze, che ragazzi.

Ero stato etichettato dal primo giorno in cui mi ero presentato in questa scuola come "il ragazzo irraggiungibile", ma a me non sembrava di essere così, mi bastava essere parlato ed essermi fedele per diventarmi amico.

Ovviamente qualcuno ci aveva provato, ma il mio aver risposto in modo serio e freddo, dovuto alla mia continua paura di fiducia, l'aveva portato ad andarsene via, senza avvicinarsi più, provocando così le voci di corridoio sul fatto che me la tirassi, che bevessi e soprattutto che fumassi roba illegale.

Chi credette a questo? Tutto l'istituto, che portò quindi qualcuno ad avere ancora più curiosità nei miei confronti, ed altri a fare smorfie quando passavo al loro fianco.

Venni distratto dai miei pensieri non appena un ragazzo si avvicinò a me, tenendo il pallone che mi aveva colpito in faccia tra il suo fianco e il suo braccio.

Notai il sorriso sghembo che quest'ultimo aveva assunto in volto quando aveva incrociato il mio sguardo.

Lo guardai male, alzandomi completamente, visto che ero rimasto appoggiato in modo strano sull'albero dietro di me tutto il tempo, lo stesso che poco prima stava reggendo il mio corpo durante la lettura.
Dopo essermi sistemato, gli feci un cenno, come a dire che se dovesse stare lì a guardarmi tutto il tempo se ne sarebbe potuto anche andare.

Tuttavia ricevetti da lui una risata e un continuo avvicinarsi.

Stavo iniziando a trovare il suo sorriso fastidioso.

Ora come ora volevo solamente andarmene e finire quel libro, non mi interessava più delle scuse, anche perché non volevo essere vittima del cellulare delle persone e degli occhi del ragazzo di fronte a me.

"mi dispiace per la pallonata che ti ho tirato, se vuoi posso offrirt-" iniziò a dire, ma non lo lasciai finire, poiché mi diressi a prendere il mio libro a terra, evitandolo e rispondendo successivamente alla sua richiesta incompleta.

"no" dissi in modo secco e autoritario, sentendomi ancora frastornato dal male alla testa.
"ho altri impegni" continuai, andandomene sotto lo sguardo sorpreso di tutti. Avevo semplicemente rifiutato un'uscita, non era successo niente di che, allora perché osservarmi straniti?

Mi diressi velocemente verso l'interno della struttura, passando dagli armadietti per recuperare il mio zaino, assieme ai libri che sarebbero serviti durante le prime ore. Salì poi al piano superiore, dove iniziavano ad esserci le varie classi e senza farvi caso entrai in quella che doveva essere la mia.
Andai a sedermi al mio solito posto, gettando lo zaino accanto a me, ma notai qualcosa di strano, oltre ai compagni diversi dal solito, la professoressa non era la stessa.

Il suono della campanella si fece finalmente sentire, così provai a non farci caso.

Continuai a guardare la classe in cui ero entrato.
Solo pochi secondi dopo essermi osservato attorno, spalancai gli occhi, capendo di essere nella classe opposta alla mia.

Mi guardai attorno sentendo delle risate e mi alzai paonazzo in volto, prendendo ciò che era mio e decidendo di uscire.
Raggiunsi l'altra aula in fretta e furia, bussando alla porta di quest'ultima ed aprendola dopo aver ricevuto una risposta a coro di "avanti".

Chiesi scusa per il ritardo all'insegnante ed andai a sedermi, sentendo ancora addosso l'agitazione per colpa del mio errore.

Pov scrittrice:
Come va? Vi sta piacendo la lettura? Pensate che dovrei cambiare qualcosa?
Accetto qualsiasi consiglio, anche perché sono alle prime armi e vorrei migliorare, nonostante stia scrivendo questa storia per un mio puro divertimento

×I'm Straight× jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora