Il confine dell'amore - Un Romanzo bestseller New Adult

La Ragazza nel Bosco - La cascata

Inspiro con il naso in quattro tempi...

Espiro per la bocca in quattro...

Controllo i miei passi...

Inspiro: uno, due, tre, quattro...

Espiro: uno, due, tre, quattro.

Il ritmo, aria dentro, aria fuori, passi, inspirazione, espirazione.

Il ritmo della musica rimbombava nei miei auricolari mentre correvo nel bosco, da sempre uno dei miei passatempi preferiti.

Con Betsy, la mia Border Collie, potevo correre per tanti chilometri, godendomi lo spettacolo del sole che all'alba filtrava tra gli alberi e guardandomi attorno avvinto dallo spettacolo che offriva quell'incredibile bosco. Questo mi bastava per ricaricare le energie e incominciare bene la giornata.

Far parte del corpo di polizia della piccola città dove ero nato era, per me, un gran bel lavoro. Vivere nel mio paese, una vera fortuna e ne ero ben consapevole. Quando ero più giovane, abitare in una piccola città nel bel mezzo del nulla era stato motivo di discussione con i miei genitori: sempre gli stessi amici, le stesse ragazze, le stesse feste. Non si poteva fare niente di sbagliato, poiché in poche ore tutti lo avrebbero saputo.

Crescere e aver servito l'esercito e poi la Swissint, le forze speciali di pace svizzere, mi aveva portato lontano da casa, in paesi in conflitto come la Bosnia Erzegovina o regioni come il Kashmir, tra India e Pakistan, luoghi nei quali i miei occhi avevano visto un mondo oltre la tranquillità del mio piccolo, perfetto paese e ne erano rimasti atterriti; la maggior parte delle volte era stato infatti triste, molto triste.

I ricordi della crudeltà umana sarebbero rimasti per sempre impressi nella memoria, anche se speravo che, con il tempo, quelli più inquietanti sarebbero sbiaditi.

Tornato a casa ero soddisfatto della mia vita, potevo godermi appieno tutti i bei momenti, uno dei quali era andare a correre con il mio cane.

Betsy era stato il mio primo cane, conosciuto quando entrai a far parte della Swissint: era addestrata a fiutare residui di bombe, scovare diversi tipi di droghe e denaro nascosto, tutto come conseguenza dell'aumento del terrorismo in Europa. Così lei era diventata parte della mia vita negli ultimi anni. Finito il mio lavoro nel corpo di pace, Betsy era già vicina all'età di pensionamento per un cane e avevo chiesto al mio superiore di farla rimanere con me. Rientrati nella nostra piccola città in Svizzera, lei lavorava solo su richiesta.

Quando correvamo insieme non aveva bisogno del guinzaglio, stava sempre al mio fianco e manteneva il mio passo. Un cane incredibile! Con corpo e attenzione sviluppati negli anni di addestramento e di lavoro, era più allenata di me.

Anche se conoscevo quei boschi come il palmo della mia mano, avevo sempre un occhio di riguardo per lei. Prestavo attenzione al nostro percorso per evitare di imboccare un sentiero sbagliato soprattutto in quel periodo dell'anno, dove tutto giaceva sotto le foglie cadute. Era veramente facile perdersi da quelle parti.

Stavamo arrivando a metà del nostro percorso abituale, ai piedi della collina più ripida. In quel tratto dovevo prestare ancora più attenzione perché le cime degli alberi impedivano alla luce del sole di penetrare, rendendo il suolo umido e le foglie scivolose.

Mi ricordavo bene che alla fine avremmo incontrato una zona pianeggiante dove avremmo potuto rallentare il passo e recuperare il fiato, in attesa della parte finale: un sentiero che permetteva di salire ancora per parecchi metri sulla destra della collina.

Quello sarebbe stato il nostro ultimo sforzo prima di un meritato riposo. Così avrebbe detto il mio istruttore in accademia.

Alla nostra destra, circa tre metri sotto, serpeggiava il fiume Reno che circondava la nostra città ed era caratterizzato da un tratto piuttosto turbolento, pronto a versarsi nella cascata di Neuhausen, considerata la più estesa d'Europa. Il fascino di quest'ultima consisteva nel fatto che la cascata non era alta, ma aveva quasi centocinquanta metri di larghezza. Infatti, incominciavo a sentire il rumore dell'acqua che sovrastava quello della mia musica.