Zayn era uno sfigato.
Non lo dico per cattiveria, è solo un dato di fatto.
Come si può dargli la colpa delle sue mancante esperienze se sua madre l'ha sempre tenuto protetto in quella campana di vetro fino ai 18 anni. Quella stanza che, anni dopo anni, somigliava sempre più ad Alcatraz.
La prima volta che il verginello uscì di casa nel cuore della notte per conto suo era per cercare la sua prima avventura sessuale.
Se non altro riusciva a provare piacere attraverso la masturbazione, l'aveva praticata così a lungo che conosceva a memoria i suoi punti di debolezza e i suoi punti di forza, ciò che lo eccitava e ciò che detestava. Toccarsi da solo era l'unica cosa che gli era concessa.
Forse la povera madre dalla mentalità arretrata a causa dell'età avanzata lo proteggeva dal suo desiderio di intraprendere un rapporto sessuale con un altro uomo.
"Una pratica peccaminosa" così definiva l'orientamento sessuale del figlio, la sua natura.
Forse la madre voleva solamente proteggerlo dal mondo crudele che non lo avrebbe mai accettato, deriso, violentato, ucciso o addirittura punito con malattie sessualmente trasmissibili. Un intero mondo contro il suo bambino così gracile.
Se dicessi che ogni rumore proveniente da ogni angolo della città che lo circondava non lo intimoriva, vi mentirei, però più si avvicinava all'Atlantic Night Club, più vedeva ragazzi e uomini paragonabili a lui. Ciò lo rassicurava.
Entrando nel locale notò una canzone inconfondibile, "Can't Get You Out of My Head" di Kylie Minogue, che aveva accompagnato la sua infanzia e adolescenza ed un ammasso di persone esprimersi totalmente senza essere giudicate.
Si diresse verso il barista, aveva una grande voglia di provare l'alcol e comprendere veramente cosa significa "essere sbronzi".
Provò a sedersi e ordinare un cocktail o uno shottino, non aveva idea di cosa fosse meglio perché era un mondo nuovo, invece si ritrovò a conversare con l'uomo seduto affianco.
"Sei nuovo? Non ti ho mai visto qui"
"Sì, è la prima volta che vengo qua"
"Da come mi guardi sembra la prima volta che esci di casa".
Per quanto potesse unirsi alla risata iniziata dallo sconosciuto, era la verità e gli si leggeva in faccia che non era abituato nemmeno a parlare.
L'uomo aveva un fisico molto lavorato e si notava nonostante fosse vestito, a differenza di Zayn, la barba era curata e i capelli castani.
Per quanto riguarda l'attitudine, dallo sguardo si notava il suo "sentirsi superiore".
"Ti va di seguirmi, baby boy?"
Come poteva Zayn rifiutare un invito così esplicito dall'uomo tanto attraente da rispecchiare il suo ideale di ragazzo perfetto.
Sulle note di "Taste", si allontanarono dal bar intenti a dirigersi verso la scritta in neon "Rooms⬅" che portava ai sotterranei.
Entrarono in una stanza casuale e iniziarono svestirsi senza toccarsi o baciarsi, solo guardandosi negli occhi e respirando rumorosamente. Come in "Breathe On Me" di Britney Spears. Ciò rendeva tutto più eccitante, quel non volersi toccare rendeva tutto più piacevole e duraturo.
Una volta nudo, Zayn si sentì in dovere di dire la verità allo sconosciuto:"Sono vergine"
"Scusa quanti anni hai?"
"18"
"Io ne ho 20 e l'ho persa a 16"
"Non siamo qui per paragonarci l'uno all'altro, siamo qui per fare sesso"
Questa affermazione fece ridere lo sconosciuto.
"So che dovrei andarci più piano con un novellino ma posso rendere le cose un po' più divertenti?"
"Certo".
Lo sconosciuto tirò fuori delle manette e incatenò Zayn all'estremità di metallo del letto. Fece così sia per i polsi che per le caviglie.
"Se vuoi aprire la bocca per parlare o per emettere anche solamente un gemito, devi dire 'Daddy'"
"Ok daddy, rispetto i tuoi feticci".
Zayn non avrà avuto molte esperienze ma sicuramente conosceva il linguaggio della pornografia, la sua unica consolazione nei momenti di solitudine.
A questo punto il dominatore non riusciva più a resistergli e cominciò a baciare il petto del suo sottomesso.
Baci soffici in cui usava anche la lingua che pian piano scendevano fino al sesso ormai arrivato al massimo di erezione.
Zayn sentiva ogni colpo di lingua sul suo pene ed ogni singola farfalla nel suo stomaco. Poteva distinguerle tra loro e attribuire ad ognuna un nome.
Il dominatore tolse le manette alle caviglie e con uno scatto felino alzo le gambe dell'altro. Si mise il preservativo che teneva nascosto tra le coperte e iniziò ad entrare dentro Zayn.
Prima piano e gradualmente aumentava di velocità. "Daddy, daddy". Sembrava supplicare, supplicava e godeva.
Si fermò quando raggiunse l'orgasmo e bagnò ogni dettaglio del profilattico.
Tolse le manette ai polsi di Zayn e iniziò a vestirsi.
Zayn non poteva lasciare che la sua prima volta fosse così insignificante, non poteva lasciare che fosse solo una botta e via, non poteva lasciare che se ne andasse come se il suo unico intento fosse quello di entrare nelle sue mutande.
Il dominatore si avvicinò alla porta ma venne fermato dalla mano di Zayn.
La mano cadde e si incrociò con quella dell'altro. Così fecero pure le labbra, si incrociarono in un bacio passionale e più significante di tutto l'atto sessuale.
La mano dello sconosciuto si posò sul collo come se volesse avvicinare ulteriormente la testa di Zayn alla sua, come se volesse toccare con la lingua l'ugola del ragazzo.
"Come ti chiami, Daddy?"-chiese Zayn staccando le sue labbra
"Me llamo Liam pero puedes llamarme Papito".