Sarah piange. <Ovvio no? Non è questa l'unica cosa che sai fare? Sai solo piangere, non riesci a reagire, per questo non puoi stare al mio fianco> le dico. Si asciuga le lacrime con le maniche del maglione che stava indossando, poi senza emettere un suono si avvicina a me. Mi abbraccia. <John...> mi sussurra <...so che non sei tu, so che non sei fatto così. Questo posto, tutto il potere che hai ottenuto... ti sta dilaniando dall'interno. Il suo abbraccio è caldo, quasi come il suono di una chitarra suonata davanti ad un falò estivo, ma sembra non raggiungere però le corde del mio cuore. Rimango impassibile. <Se continui così morirai... Io non voglio che accada, voglio starti a fianco in ogni caso, io... io ti amo John> mi dice con le lacrime agli occhi. Il mio cuore ha un sussulto. Lei mi ama. Cosa significa amare? Non lo so, eppure Sarah mi sta offrendo il suo amore come spiegazione. Cosa dovrei fare? Abbandonare tutto quello che ho costruito, per cui ho faticato... solo per "l'amore" di questa ragazza? Non posso... non voglio. <John, è da molto che volevo dirtelo. Magari non è il momento più adatto, però è quello che sento e non potevo più nasconderlo. Io mi sono innamorata di te, del tuo sorriso, del tuo altruismo ma soprattutto, per come mi hai trattata. Sei stato sempre gentile con me, confortandomi in ogni momento, anche solo chiedendomi come stavo. Tu non sei nato per questo John... È vero, probabilmente sei nato per fare grandi cose, hai la caparbietà di tua madre e nessuno potrebbe farti cambiare idea se prendi una decisione... Magari però, queste "grandi cose" non sono ricchezza e potere, magari hai solo sbagliato l'obiettivo. John tu sei nato per dare e ricevere del "grande" amore. Lo senti anche tu, questa versione di te non è l'originale, sennò perchè avresti dovuto "ingabbiare" le tue emozioni? Tu diffondi amore dove passi, e questo è molto più importante di qualsiasi altra cosa...> mi dice. <Io non so amare> le urlo. Mi stringe ancora di più e mette una sua mano intorno alla mia testa. <Non è vero, tu sai farlo, ti sei solamente dimenticato come si fa. Io sono qui per questo John, per ricordarti chi sei> mi dice, stringendomi sempre piu forte. <No, non ha senso tutto questo. Lasciami stare, ho altro da fare... io...> provo a divincolarmi dal suo abbraccio ma non ci riesco. <Come è possibile? Lasciami stare, non puoi essere più forte di me...> le dico. <Normalmente no, ma non sono sola> mi dice, guardando dietro le mie spalle. Mi giro con il busto leggermente. Altre braccia mi cingono la vita, ma... Alzo lo sguardo. <Ciao John> mi dice. <Dylan... come è possibile? Tu sei... sei morto. Come...? Come fai a...?> cerco di domandare. <Tranquillo, sono qui per te. Sarah ha pensato ad avvertirmi. Ricordati, siamo sempre in un mondo fatto di sogni, tutto è possibile...> mi dice in tono affettuoso, come se si stesse rivolgendo a suo figlio. <Inoltre... smettila di darti tutte queste colpe. Non lo dici mai a nessuno, neanche a Sarah, ma io lo sento. So che continui a darti la colpa per la mia morte. John, non sei stato tu, non è stata colpa di nessuno in realtà, doveva succedere ed è successo. Puoi biasimare il destino?> mi chiede sorridendomi. Non so che dire, sono completamente scioccato. La mia bocca è spalancata, non capisco più nulla, l'aria mi sembra venir meno, io... non so cosa fare. Una lacrima scende leggera e quasi contro voglia dal mio volto. <Io...> provo a dire. Entrambi mi stringono forte. <Non devi dire nulla John> mi dice Sarah. <Ritrova te stesso, questo è l'importante> mi dice Dylan. <Io... sono cosi triste, non so che fare... ho perso il mio migliore amico, la ragazza che avrei potuto amare per tutta la vita... e per cosa? Un potere accompagnato dall'ombra della solitudine. Io non voglio essere questo, ma non credo di poter andare avanti... Sono stanco, senza di voi non ci riesco...> urlo in preda alla rabbia e alla tristezza. Sarah mi accarezza la testa mentre Dylan smette di abbracciarmi per mettermi una mano sulla spalla. <Noi ti amiamo John. Cosa importa se nel mondo reale non puoi vederci? Noi siamo sempre li con te, e quandi vorrai potrai venirci a trovare qui. Noi non ti abbandoneremo mai, ma tu ora devi combattere> mi dicono. Abbasso la testa e la giro verso destra, per nascondere il fatto che stessi piangendo. Sarah si avvicina di nuovo, pulisce le mie guance dalle lacrime e mi dice: <Chiudi gli occhi>. Lo faccio. <Ora, riaprili> sussurra. Riapro gli occhi, e tutto intorno a me è cambiato: la stanza è luminosa, le gabbie sono aperte e nell'aria c'è una sensazione diversa, sembra quasi... amore. Davanti a me ci sono Sarah e Dylan che mi guardano orgogliosi. Mi avvicino a Sarah con lo sguardo fisso nei suoi occhi. Le nostre teste si avvicinano lentamente... mi fermo. <John...> mi dice. <Lo so...> le rispondo. Piango nuovamente. Questa volta anche il volto di Sarah si tinge d'azzurro, come se due fiumi avessero preso vita sulle colline del suo viso. L'amo anche io, ma baciarla adesso significherebbe rimanere ancorato al passato... Anche Dyaln inizia a piangere. Le nostre fronti sono a contatto, ma in questo pianto generale, mi sento felice. <Ora sei pronto John, sei pronto a essere l'uomo che sempre sei stato. Lascia che la tua ombra rimanga alle tue spalle, ma ragiona sempre con il tuo cuore, non lasciare mai che qualcun'altro lo faccia al tuo posto> mi dice Dylan. Li abbriaccio ancora una volta. Le mie spalle sembrano molto più leggere, come se mi fossi tolro un macigno. In realtà si trova sempre sulle mie spalle, ma adesso non sono solo a portarlo, bensì grazie ai miei amici è diventato molto meno pesante. Amare... che sia questa la chiave di tutto, la risposta ad ogni cosa?... Lascio finalmente il mondo onirico, speranzoso del futuro che mi aspetta, consapevole di non essere mai soloe finalmente felice.
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The Dreams Traveler
FantasiaLa storia vede come protagonista John Collins, un ragazzo di New York appena laureato in psicologia. John svolge una vita solitaria ma ricca di aspettative per il futuro, quando qualcosa sconvolgerà il suo modo di pensare e di agire: egli infatti ot...