7.1 Cos'è la normalità?

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Da un lato sono estremamente spaventata, dall'altro molto arrabbiata...Le persone che mi sono vicine sono minacciate da degli incubi viventi; stanotte devo assolutamente parlarne con Erika. Finito di mangiare e fatti i compiti, io e Karol saliamo in camera mia, ascoltiamo un po' di musica ed è come se sentire quelle armoniose melodie mi dimentichi per un po' di tutti i problemi. Mentre sono seduta sul mio letto guardando insieme un video musicale,sento una fitta alla testa; è un dolore acuto quasi insopportabile, ma cerco di far finta di nulla, però questo cresce cresce sempre di più e Karol si accorge che non sto bene:

-Val cos'hai?-

-Nien.. niente.-

Non riesco a parlare è come se  stesse scoppiando la testa. D'un tratto anche la respirazione diventa affannosa, mi manca l'aria e inizio ad ansimare.

-Val,Val! Chiamo i tuoi resisti!-

-N.. no st..o bene-

-Val Non stai bene, perché non vuoi che chiami i tuoi?-

Avrei voluto risponderle che era perché non dovevo farli preoccupare, ma la voce non voleva uscire dalla mia bocca.

-Un momento hai qualcosa sul braccio.-

Guardo nel punto che la mia amica mi indica e noto una scheggia di vetro di un nero opaco che ha attraversato la manica della maglia e si è conficcata nella mia carne. Provo a toglierlo, però il dolore è ancora più forte di quello della fitta che per poco mi sento  svenire, vedendo che non riesco ad estrarla, Karol si offre di aiutarmi, le faccio cenno di sì e chiudo gli occhi, subito dopo sento un male più forte di quello che stavo provando, tuttavia immediatamente mi sento meglio e sono di nuovo in grado di respirare bene.

-Sai da dove venga?-

Mi domanda con il pezzo di vetro sanguinante avvolto in un fazzoletto.

-Dai miei peggiori incubi...

Le racconto ciò che era accaduto con il falso postino e della lettera minatoria.

-Davvero!?! Ma no dai è impossibile come possono fare a farci del male, sono solo sogni cioè nella nostra testa, giusto?-

-Vorrei tanto dirti di sì. Non ti nascondo che sono preoccupata anch'io, hai visto cosa mi ha fatto una loro scheggia di vetro.-

-E la collana? Non dovrebbe proteggerti?-

-Forse non è a prova di vetro, o magari è meno potente di....-

-Stop! Non dubitare sono sicura che è ciò che vogliono, renderti insicura e poi... BAM!! Sei nelle loro mani.-

Karol riesce sempre a tirarmi su di morale e in fondo ha ragione potrebbe essere questa la strategia per prepararsi a dopodomani notte...

Dopo è andato tutto tranquillamente senza eventi inquietanti ed è arrivato il momento in cui confrontarsi con i miei pensieri e alleati.

Mi sistemo nel mio letto, mi giro verso il muro di destra e piano, piano mi addormento.

Mi sveglio stavolta non nel castello, sono in riva al mare su una spiaggia stranamente  familiare. Non c'è nulla intorno a me così dopo aver camminato per un po' inizio a chiamare tutte le persone che conosco, però resto sola con il rumore delle onde a farmi compagnia.

Quasi arresa incomincio a passeggiare sulla spiaggia speranzosa che succeda qualcosa; ad un certo punto ricordo che li avevo lasciati nel mezzo di una battaglia quindi forse mi avevano voluto allontanare.

Improvvisamente le onde portano verso la spiaggia tanti frammenti di vetro neri ed io mi ritrovo senza scarpe, so quanto siano pericolosi quei frammenti perciò mi allontano subito dall'acqua, però mi accorgo che ora ci sono scheggie scure anche tra la sabbia asciutta, metto le mani tra i capelli, sono in una trappola letale.

Non posso muovermi, nessuno può aiutarmi, mi sento sfacciata, quando mi ricordo del modo che usavo per spostarmi nel castello e mi auguro funzioni anche in questo caso; immagino intensamente di essere nella sala da ballo del castello e fortunatamente il mio stratagemma funziona e mi ritrovo lì.

Sento qualcosa che mi tocca la spalla, mi volto e mi risveglio nel mio letto, girata verso la parete: non è successo nulla, non ho incontrato nessuno è stato un normale sogno. Questa normalità era molto sospetta, è possibile che mi sia sempre immaginata tutto?

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