"Stringi di più! Sì, verso tribordo. Lo senti? Vedi come risponde la nave? Che mi venga un colpo se non abbiamo guadagnato un altro nodo" gridò Sasuke al timoniere che stava per farsi sfuggire una perfetta raffica di vento che fece schioccare le vele e scivolare la nave più velocemente sul mare.
Osservando la bandiera col teschio e gli occhi rossi e neri sventolare più velocemente, Sakura trattenne a stento un sorriso compiaciuto: quella rotta era perfetta. Avrebbe voluto danzare al ritmo delle onde su quel ponte, ma doveva mantenere un certo contegno di serietà se voleva continuare ad avere il rispetto dell'equipaggio che si era guadagnata con grande fatica.
Scese sottocoperta ed entrò nella sala nautica, accese una lampada, la appese a un gancio e tirò fuori la carta dell'oceano Atlantico e il suo manuale di navigazione.
Chiuse un attimo gli occhi, godendo degli odori e dei rumori che le colmavano i sensi: olio di lino, legno, lvaspro sentore di salmastro, si mescolavano al gemito delle sartie, agli schiocchi delle vele, al ritmo costante dell'acqua che schiaffeggiava lo scafo, ai passi attutiti dei membri dell'equipaggio.
Aveva lasciato la sua vita precedente, la sicurezza della terra ferma e di un futuro cone figlia di un mercante di stoffe per unirsi ad una ciurma di pirati e si sentiva libera e più viva di quanto si fosse sentita da anni.
In preda all'entusiasmo si mise al lavoro.* 🐚 * 🌊 * 🌩 * 🐚*🌊
Tre ore più tardi, Sasuke osservò accigliato il tenue bagliore che proveniva dalla sala nautica e che gli diceva che il suo pilota era ancora sveglio e stava lavorando.
Si scoprì a bussare alla porta: "Signorina Haruno, posso scambiare una parola con voi?"
La porta si spalancò quasi subito. "Sì, capitano, cosa posso fare per voi?"
Non accennò a farlo entrare, ma lui avanzò, costringendola ad indietreggiare.
Indossava ancora i calzoni e la camicia e benché avesse sempre indossato il cappello, il suo piccolo naso era arrossato per il sole.
"Ti ho detto più di una volta che lavoriamo in turni da dodici ore, a meno di circostanze particolari, dovresti dormire adesso."
"Stavo finendo di tracciare la rotta" gli rispose, frugando tra le carte, "Per questo tratto dovremmo spingerci più a est. Aggiungeremo qualche miglio, ma il vento forte ci farà guadagnare un giorno di viaggio."
"Capisco cosa intendete, ma è rischioso, se il vento non sarà favorevole..."
"Ma se lo sarà..."
La osservò per qualche istante, gli occhi scuri attenti e seri.
"Tracciate la rotta domattina e portatemela."
"Domattina?" gli chiese lei, perplessa. Ormai che c'era poteva sfruttare un'altra ora per finire il lavoro. "Sì, domattina, Sakura" le rispose, avvicinandosi alla porta a girando la chiave chiudendosi dentro la sala con lei.
"Il tuo turno di lavoro è finito adesso. Tu non sarai il pilota ed io non sarò il capitano per qualche ora" aggiunse, abbandonando il linguaggio formale che usavano di fronte agli altri.
La gola le si seccò e il cuore le fece un balzo nel petto quando lui le si avvicinò repentinamente per afferrarle la nuca e perdersi in lei.
Non fu un bacio dolce, ma feroce, pregno di passione, di bisogno. Le labbra scorrevano le une sulle altre, mordendosi, leccandosi. Il gusto del tabacco e del rum si mescolò a quello della zuppa che Juugo - il cuoco di bordo - le aveva fatto assaporare a cena.
La distanza fra loro fu azzerata: abbracciati strettamente sentivano ogni brivido dell'altro come se fosse il proprio.
"Prima o poi mi farai venire un infarto" gli disse la donna, quando furono costretti a separarsi per mancanza d'aria.
"Questo non è niente" le rispose l'Uchiha, cominciando a sbottonarle la camicia per liberare i piccoli e soffici seni dalla costrizione della biancheria e poterli assaporare, leccandoli e suggendo i teneri capezzoli.
Lei strinse le gambe in preda ad un incendio nelle viscere che si sarebbe placato in un solo modo. Impaziente, lo allontanò da sé per un attimo e gli tolse gilet e camicia, accarezzandogli il torace, seguendo le numerose cicatrici che gli segnavano la pelle. Una leggera peluria scusa partiva dall'ombelico e spariva nei pantaloni tesi dall'erezione ormai piuttosto evidente. La accarezzò attraverso la stoffa, insistendo e stringendo forte, facendolo gemere. "Se non stai ferma rischiamo di rimanere entrambi delusi" la rimproverò, scostandole le mani e trascinandola verso l'oblò al lato della cabina.
"Che intenzioni hai?"
"Voglio prenderti mentre guardiamo il mare" le rispose, facendole appoggiare le mani contro il vetro e restandole alle spalle.
"Ti sembra una buona idea?"
"Nessuno può vederci", cercò di convincerla lui slacciandole la cintura a facendole scivolare giù pantaloni e biancheria, facendo lo stesso coi suoi ultimi indumenti.
Una mano salì tra le scapole, si infilò tra i lunghi capelli fino a chiudersi attorno alla nuca.
"Lasciati andare" le suggerì, premendo le labbra contro il collo e risalendo dal ventre al seno con la mano libera.
Le dita scesero ad accarezzarle i fianchi, giocarono con l'incavo delle ginocchia e si insinuarono tra le cosce, stringendo leggermente la tenera carne.
Sakura sentiva il suo membro ormai nudo contro la schiena che lungo e rigido premeva delicatamente in cerca di frizione. Presa dal momento gli mise le mani tra i capelli, sciogliendo il nastro con cui li teneva legati quando era sul ponte e comandava la sua ciurma di pirati.
Un gemito più forte le scappò quando sentì un suo dito premere sul suo sesso, facendosi lentamente spazio in lei.
"Sasuke" mormorò tra i denti, ormai persa tra i meandri del piacere.
Lui continuò a spingersi in lei per qualche istante, finché non la sentì abbastanza umida e pronta per lui. Poi tirò fuoti le dita e si posizionò meglio dietro di lei, affondando dentro di lei con il suo membro e tappandole la bocca con l'avambraccio per impedirle di urlare troppo forte.
"Shh!" abbassa la voce le sussurrò all'orecchio, cominciando a muoversi dentro di lei sempre più forte, assecondando i suoi fianchi e guardando fuori dall'oblò l'oceano che si distendeva a perdita d'occhio. Ormai prossimo all'orgasmo si spinse più in profondità dentro di lei e fermò per un attimo. Le strinse forte i fianchi e la fece muovere avanti e indietro, incitandola a muoversi.
Lei capì e cominciò a dettare il ritmo, stringendosi a lui e scivolando via per poi riaccoglierlo con decisione dentro di sé.
L'Uchiha la strinse le anche assecondandola sentendo rombare nelle orecchie il mare e i loro cuori in tempesta.
Mormorò il suo nome, gemendo e prese di nuovo il comando spingendo violentemente i fianchi in avanti ed affondando con foga nel corpo della sua donna che poche spinte dopo si lasciò andare all'apice del piacere, stringendosi contro il vetro dell'oblò e mordendosi una mano per estinguere le urla.
Due violente spinte dopo Sasuke abbandonò il suo corpo, gemendo forte ed eiaculando il suo piacere sulla sua schiena.
"È stato bellissimo" gli riuscì a dire Sakura, dopo qualche minuto.
"E abbiamo ancora un po' di tempo per noi" replicò lui, risollevandosi i pantaloni e afferrando la camicia gettata a terra, "Ti aspetto nella tua cabina", girando la chiave e guardando fuori con circospezione.
Fortuna che è la stanza accanto, pensò lei, cercando di ricomporsi e spegnendo la lampada.
Lanciò un occhio sulle carte nautiche.
"Con voi ci rivediamo tra qualche ora."
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Across the ocean
FanfictionOne Shot senza pretese ambientata in un universo in cui Sasuke e Sakura fanno parte di una ciurma di pirati