Una semplice e preziosa verità

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Per la prima volta nella sua vita, Sayuri si sentiva in una posizione di stallo, da cui non riusciva ad uscire. Avvertiva qualcosa di strano agitarsi nella sua anima, simile alla marea che si alzava al chiaro di luna e si abbatteva dolcemente sulla sabbia e che continuava a infrangersi al solo pensiero di quanto era capitato poche ore prima. Ace l'aveva colta in un momento debole, ben peggiore di quello passato a Giungle River, dove le sue innumerevoli ferite si erano aperte senza che lei potesse controllarsi, consolandola come nessun'altro aveva mai fatto. D'altro canto, prima della sua entrata nella ciurma dei pirati di picche, non aveva fatto altro che contare unicamente sulle proprie forze, perché chi tentava di avvicinarla non era mai per esserle amico; non aveva mai permesso a nessuno di avvicinarsi alla sua sfera emotiva più intima. Tranne a Ace. Nel istante in cui l'aveva tirata a sé, abbracciandola sotto quell'albero, le tenebre che la tenevano imprigionata si erano diramate senza lasciare traccia. La tentazione di scoppiare a piangere era stata così forte che a fatica l'aveva cacciata indietro; aveva singhiozzato ma quel calore che aveva provato, che l'aveva avvolta per proteggerla a tal punto da rasserenarla,aveva fatto si che le sue lacrime si fermassero. Il viso gli si infiammò nel ricordare quanto il suo volto fosse stato pericolosamente vicino a quello del ragazzo. Se si fosse sporta lo avrebbe....

BLUSH!

Il viso le andò letteralmente in fiamme, tanto che dovette nasconderlo dietro le mani per non andare avanti con quella scenetta mentale. Ricordava bene come la guardava, così deciso e rassicurante. Ricordava bene la sensazione di incatenamento che aveva provato nel incrociare i suoi occhi e ricordava ancor di più quel piacevole e del tutto sconosciuto senso di impotenza che l'aveva immobilizzata mentre la distanza tra loro due si riduceva sempre di più. Era assurdo che provasse così tanto imbarazzo visto che già lei il suo capitano si erano accidentalmente scambiati un bacio a Giungle River. Preferì non approfondire i ricordi altrimenti la situazione sarebbe degenerata irreversibilmente.Si raggomitolò ancora di più, scuotendo la testa. Le mani le coprivano ancora il viso. Sdraiata su delle casse di legno scuro lasciate in uno dei tanti corridoi di pietra dove le finestre filtravano la luce azzurrognola della luna, stava utilizzando come coperta provvisoria il cappotto che Ace molto gentilmente le aveva prestato. Era perfino rimasto a farle compagnia per la notte nel caso fosse stata tormentata da possibili incubi ma tanto quelli non l'avrebbero raggiunta cogliendola di sorpresa visto che si era svegliata senza più riuscire ad addormentarsi. Colta da brividi, si era destata con una gran sete e nell'alzarsi aveva notato che Ace non era più lì. Prima era seduto a terra con la schiena appoggiata alle casse mentre ora era letteralmente sparito; si sarà trovato un posto per dormire, aveva pensato subito.

"Uhm...che sete..." mugugnò poi insonnolita.

Scese dalle casse avvolgendosi col cappotto e una volta che ebbe indossato gli stivali, partì alla ricerca di una cucina o qualunque posto potesse avere qualcos'altro oltre agli alcolici. Non stette a chiedersi dove fosse finito di preciso il ragazzo, era già era stato fin troppo gentile e poi i suoi problemi personali doveva risolverseli da sola; anche se ancora non sapeva bene come,ci sarebbe riuscita con le sue sole forze. Non voleva mettere in mezzo nessuno, ne Don, Bonz, gli altri componenti della ciurma, ne Ace. Sopratutto Ace. Continuò a girare per i corridoi, a percorrere diverse scalinate ma senza riuscire ad orientarsi; senza neppure sapere il come, si era ritrovata nella sala grande dove si era tenuta la festa e dove ora si stava esibendo un coro di russi non tanto armonioso. Da dove era, Sayuri intravide Don sdraiato a terra, con una bottiglia di liquore in mano e Bonz, vicino a lui che dormiva beatamente abbracciando un pollo. Tipico del cuoco- cannoniere dormire a stretto contatto con del cibo.

"Niente da fare. Vediamo se riesco almeno a tornare al punto di partenza" sospirò.

Poteva stare lì tutta la notte ma alla fine si sarebbe ritrovata con un pugno di mosche tra le mani e magari persa in chissà quale punto di quel singolare posto; lasciando perdere la sua ricerca,tornò sui suoi passi, sperando di trovare la strada giusta.

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