Sulla vetta. La conca spinosa

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La semplice e veloce strategia elaborata da Don e Sayuri si era rivelata assolutamente efficace contro quelle erbacce spinose: era bastato schivare i loro attacchi e continuare a salire il più velocemente possibile perchè queste non udissero più alcun suono e quindi finissero addormentate: nel voltarsi verso il basso, per assicurarsi di non avere più i rovi alle calcagna e vedendoli caduti in quello stato di trance, i due ebbero un ulteriore conferma del successo del loro piano. Purtroppo, altri si presentarono pronti ad accoglierli e man mano che si avvicinavano sempre più alla vetta, questi divenivano più svegli e veloci ma non abbastanza pericolosi da costringere la navigatrice e il medico-cecchino a fare sul serio.

Quasi vicini alla cima, Sayuri e Don si stavano cimentando in quella corsa ad ostacoli con tutta la loro determinazione. Per quanto quelli ci provassero, i due pirati era di gran lunga più forti e abili di loro e nonostante il loro avanzare li stesse portando dritti verso il loro fautore, quelle grasse liane spinose non potevano fare nulla per fermarli; anche se venivano tagliate o sballottate, si rialzavano tardi e chi dovevano ostacolare, proseguiva senza mai fermarsi o indugiare. La loro salita continuò seguendo quel ritmo e a poco a poco, i rovi smisero di inseguirli, rimandendo indietro con la foresta, divenuta più piccola per permettere alle rocce di dominare sul monotono paesaggio. Ciò consentì ai due di rallentare per camminare con più calma ma senza che l'attenzione diminuisse.

"Non mi convince per niente. E'impossibile che li abbiamo seminati così di punto in bianco" affermò Don.
"Come fai a esserne sicuro?"
L'amico le fece cenno col polline di guardare i grandi fori sparpagliati qua e là che avevano perforato le rocce e il terreno "Prima mi sono sbarazzato di alcune di quelle erbacce e queste invece di ricrescere come hanno fatto le altre, si sono rifugiate all'interno dei loro buchi. Inizialmente non ci ho dato troppo peso mai poi mi sono accorto che il numero dei rovi che ci ostacolava, è diminuito man mano salivamo. Si sono ritirati di loro spontanea volontà e questo mi porta a pensare ad una sola cosa"
"Dobbiamo essere vicini alla vetta" concluse Sayuri per lui.
Già, e lui ci sta aspettando con qualche bella sorpresina. Pensò Don nell'osservare il paesaggio con aria guardinga.

La morfologia della montagna era completamente cambiata: l'intera zona era rimasta rocciosa ma presentava alti piloni chiari a forma di matita che delimitavano il sentiero e che rendevano incerta la visuale. Don li definiva punti d'osservazione, perfetti per chi prediligeva il combattimento a distanza senza sporcarsi le mani.

Perfetti per un cecchino. Precisò mentalmente

Si trovavano a una buona altezza, con il sole ormai in procinto a tramontare e per giunta senza vento. Nella loro attuale posizione, non c'era da preoccuparsi: non potevano muoversi con tutta la libertà, questo era certo ma nemmeno il nemico poteva agire liberamente, non con tutti quei ostacoli che coprivano il sentiero e che dunque offrivano un alta percentuale di fallimento. Avrebbe perso troppo tempo a mirare e inoltre si sarebbe scoperto facilmente, senza contare che se solo ci avesse provato, a tendere un agguato in quella zona, non avrebbe fatto altro che dimostrare la sua stessa stupidità.

"Siamo quasi arrivati in cima. Occhi aperti Sayuri" l'avvisò.
"D'accordo"

Non appena ebbero sorpassato la zona adornata di colonne,giunsero davanti al loro secondo ostacolo.

"Tu guarda questo maledetto.."si ritrovò a dire Don storcendo il naso.

Si trovavano sul ciglio di una discesa che portava all'interno di una conca circolare,rinchiusa da una liscia parete rocciosa bianca:l'interno di questa era colma di rovi che traboccavano in ogni direzione,come un vaso straripante d'acqua.Erano presenti anche un paio di punti di osservazione identici a quelli appena sorpassati,la cui base era immersa in quella natura spinosa;esclusi quelli,il resto era totalmente ricoperto da quelle odiose erbacce,compresa la via per oltrepassare la montagna e dunque scendere verso il santuario.Per il momento,era impossibile confermare la sua esatta posizione perché non la si riusciva a vedere.

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