Dove le ombre si annidano

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"Dannazione, questa è stata davvero forte" imprecò Satch "Vecchia Chiko, come sta?"
"Non preoccuparti, grazie a te non mi sono fatta nulla"

Quell'improvvisa scossa di terremoto aveva fatto urlare le pareti come se fossero state vive; al momento dell'impatto la pelle del comandante della quarta flotta si era rizzata al sentirsi rimbombare nella testa l'orripilante suono di mille unghie che grattavano con insistenza quella che pareva essere una enorme lavagna. Lo stridio si era slargato a tal punto da afferrarli le giunture delle ginocchia e farlo quasi cadere a terra ma all'ultimo aveva reagito ed era scattato indietro; col proprio corpo aveva fatto da scudo all'anziana che pochi secondi prima gli era aggrappata alla schiena.

"Siamo vicini alla sala, dobbiamo fare attenzione" decretò l'anziana.
"Si è ricordata la strada?" le domandò il biondo con una piccola nota di speranza.
"Ti ho detto che non devi essere in pensiero per quella ragazza. Gli spiriti non le faranno alcun male"
"Ma il fidanzato geloso ne farà a me se non riporto gli la principessa sana e salva" ripetè.

Teneva sempre ben a mente che Bianco Giglio si era si offerta di sua spontanea volontà per accompagnarlo ma teneva ancor più a mente tutte le volte che Ace aveva cercato di fargli la festa con il solo ausilio degli occhi. I molteplici sudori freddi che gli stavano bagnando gli abiti non lo aiutavano a uscire dai pensieri involontari che la sua mente stava partorendo ma la reale preoccupazione per la ragazza bastò per ripristinare quella giuste dose di sanità mentale che gli occorreva per proseguire.Forse gli spiriti canzonati dall'anziana non avrebbero infierito su di lei ma ciò non toglieva che su questa storia voleva vederci chiaro, senza contare che non aveva alcuna intenzione di uscire da lì senza la ragazza. Se proseguire era l'unico modo per ottenere entrambe le cose, allora non gli restava altro da fare che issarsi ancora una volta la nonnina sulle spalle, riprendere a camminare e sperare che la principessa stesse bene.

Aiutatemi per favore! C'è qualcuno che riesce a sentirmi?!

La sua voce rimbombava tremolante e debole fra quella parete bagnata chiusa amò di cerchio. L'acqua gocciolante si mischiava al suo respiro accelerato e tale era il silenzio lì, che il veloce battito del suo cuoricino spaventato si udiva distintamente. Stava correndo e poi, in quell'attimo di distrazione, la terra era venuta meno ed era precipitata giù in quel buco nero, fino a far infrangere il proprio corpo contro la superficie di quell'acqua fredda come l'indifferenza degli abitanti del suo villaggio d'origine.

Aiutatemi...non so come uscire...

Era disperata. Il calore che percepiva sul suo viso non era dato che dalle sottili lacrime che incondizionatamente scendevano contro la sua volontà. Toccava le pareti in cerca di un appiglio, si arrampicava, cadeva e riemergeva maggiormente infreddolita e timorosa di non vedere più la luce del sole. Quel ricordo l'aveva sempre ossessionata come il ritornello di una melodia incessante e sempre era stato capace di farla sobbalzare come una bimba indifesa quale era un tempo.

A..Aiutatemi...

Le mani erano rosse, le dita bollenti. Il sangue colava da quei tanti taglietti a tal punto da ricoprirle interamente, rendendole scarlatte e con un profumo eccessivamente metallico. Dalla punta dei piedi sino a metà busto era gelata,irrigidita. Temeva che se soltanto avesse provato a piegare le ginocchia queste si sarebbero spezzate come ramoscelli.

Il ricordo del pozzo, di quel pozzo, l'aveva sempre, in ogni occasione, spaventata. Così vivo, così impresso sulla sua pelle come un marchio indelebile e orrendo, l'aveva sempre fatta rabbrividire per tutte le angosce che era in grado di suscitare nel suo cuore. Non importava quante volte chiudesse gli occhi e si imponesse di dimenticare, lui era lì, come un punto di riferimento da cui doveva stare lontano. I suoi orrori riemergevano quando lei abbassava la guardia, quando qualcosa all'esterno la colpiva con tanta forza da far tremare le sue difese sino a farle sgretolare come tanti castelli di sabbia ma questa volta era stato diverso.

Giglio di piccheDove le storie prendono vita. Scoprilo ora