Facciamo festa!!

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Mancavano pochissimi minuti all'alba e per la prima volta, da quando i pirati erano arrivati a Rock Spire, l'intero rifugio era caduto in un sonno pieno di russate differenti da parte di quest'ultimi, addormentati un po' dappertutto. Gli stracci sporchi della settimana avrebbe avuto decisamente più decoro.

Non che mancassero delle comode stanze dove riposare o, ancor meno, dei morbidi e caldi letti, ma il fatto era che tutti stavano aspettando che amici e compagni feriti si riprendessero, per poter così festeggiare la straordinaria vincita contro la Marina. Dormire a casaccio era l'ultima delle loro preoccupazioni; non era un segreto che in particolar modo stessero aspettando Ace, così da potergli frizionare la testa e soffocarlo di amorevoli strizzate per l'essere di nuovo con loro, ma era altrettanto innegabile che volessero sapere se Yu-chan si fosse svegliata, se le condizioni di papà si fossero stabilizzate e tante altre notizie che al momento stavano sigillate dietro la porta del reparto infermieristico. Maya e nessuna delle sue subordinate aveva spifferato mezza parola al riguardo; considerato l'esagerato impegno sulle loro spalle, l'essere ligie al loro codice e l'appena raggiunto meritato riposo, gli uomini della ciurma avevano pensato bene di lasciare respirare la capo infermiera prima che decidesse di affettarli tutti quanti col bisturi.

Se perfino Don si era astenuto dal punzecchiarla, significava che l'umore della donna si era assottigliato a tal punto, che sarebbe bastato un niente per scatenare la iena già ben sveglia dentro al animo, pronta a saltare addosso al primo malcapitato per sbranarlo a dovere. Nonostante la prospettiva di essere ampiamente rimproverata dalla donna, Akiko aveva comunque deciso di cimentarsi in un piccolo atto di ribellione progettato da tempo. Con la superiora che finalmente riposava nella sua stanza e le ballerine rosa in mano, la piccola infermierina aveva lasciato in punta di piedi gli alloggi infermieristici di Rock Spire per dirigersi verso quelli della Moby Dick, ancorata proprio al di fuori della cittadella scavata nella roccia. Uscire fu una vera impresa, perché al minimo scricchiolio legnoso, trasaliva e si voltava come se stesse per ritrovarsi una delle infermiere più anziane o, peggio ancora, Maya in persona, davanti a sé e col viso struccato.

C-Calma, Akiko! Non ci si deve spaventare per ogni rumorino! Si disse dopo aver quasi rischiato di saltare in aria per un rubinetto non del tutto chiuso.

Spalancò la bocca per espirare profondamente nel mentre si teneva con la mano libera il cuore impazzito. Così agitata, temeva che ogni oggetto inanimato, porte comprese, prendesse vita e si mettesse a urlare fino a farla scoprire. Ci mancava solo che adesso le flebo o addirittura le tende si mettessero a fare le spie...

Accertatasi che intorno a lei ci fosse il silenzio, fece roteare i bei occhi color ametista due volte prima di riprendere la sua uscita silenziosa. Svoltati due corridoi, poggiò le piante dei piedi a terra, considerando passata la "Zona rossa".

Con passo meno quatto, ma pur sempre impercettibile come il battito d'ali di una farfalla, la ragazzina percorse memonicamente il tragitto restante, indossando ad un certo punto le ballerine, sicura che non ci fosse più bisogno di tenerle in mano. Gli uomini della ciurma avevano il sonno fin troppo pesante e a giudicare da come se la russavano alla stragrande, nemmeno si sarebbero accorti di un imminente attacco di meteoriti provenienti dallo spazio. Lasciatasi alle spalle l'enorme abitacolo dall'esterno roccioso, ma dall'interno comodo quanto un morbido cuscino imbottito di piume, Akiko si raddrizzò il cappellino, scrollandosi le ciocche colorate e mosse che le incorniciavano il grazioso visino a forma di cuore. Dinanzi a lei, la Moby Dick veniva baciata dal sole mattutino in tutta la sua grandezza: le bastava semplicemente scendere le scale, percorrere il pontile, salire sulla passerella e poi puntare all'ultima stanza del terzo corridoio del reparto infermieristico.

Le bastavano pochi passi...e avrebbe finalmente rivisto Yu-chan. Il saperlo, le mise un agitazione addosso tanto forte da farle stringere il petto a tal punto da sciupare la divisa color confetto, spingendola a corrucciare le labbra.

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