Capitolo 2: Non é successo davvero... giusto?!

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"Sai mentre tuo padre si dovrà occupare di cose di lavoro. E mi chiedevo se ti andasse di conoscere i nonni.
Che ne dici?"
Eravamo sul ponte della nave da crociera quando mamma mi disse questo.
Al che ho spalancato la bocca ed o urlato:" Co0O0oOsaaa?!
H-HO- HO DEI NONNI ANCHE IO?!"
"Ahahah sei sempre la solita sciocchina! Senti io vado a prendermi una birretta se ti serve qualcosa... Cerca tuo padre ok?"
"Si m-ma i-io ..."
" *Sospira* si?"
"Quanto ci vuole per arrivareeeee?!"
"Pff-ahah. R-resisti una mezz'oretta tesoro...nemmeno ti accorgerai del tempo che passerà per arrivare!"
O almeno é questo che mi aveva detto lei... Quanto lentamente possono passare trenta minuti...? ...non credevo nemmeno che quello che stava succedendo fosse reale...figuriamoci se avessi potuto pensare che era successo tutto nel giro di trenta merdosissimi minuti...cazzo...mi...mi erano sembrati anni...
Anni di atroce sofferenza e dolore...
Era successo tutto cosí in fretta...
Neanche il tempo che la mamma finisse la frase che abbiamo sentito delle esplosioni...
Tante... E degli spari
in rapida successione...
Le urla?
Non se ne sono sentite nemmeno molte...
Le persone non hanno nemmeno avuto il tempo di realizzare quello che stava succedendo...

La mamma aveva una faccia strana. Non me ne ero preoccupata piú di tanto in realtà. Certo quel rumore mi aveva spaventata,ma avevo quattro anni e Kacchan aveva da poco scoperto il suo quirk e avevo pensato fosse lui.(Anche se non c'era ) Mamma era diventata piú pallida di un lenzuolo,l'espressione che aveva in volto era esilarante(o cosí credevo perché si insomma per una non so quale ragione credevo fosse Kacchan la ragione di quel baccano)
Senza nemmeno accorgermene avevo cominciato a ridere come una pazza. E poi...
BAM!
UN COLPO IN PIENO VOLTO.
Ma dico io mi aveva colpita?!
E si mi aveva proprio colpita!

Certo mi ha già colpita altre volte tante... Soprattutto la sera...quando papà non era in casa, non che quando c'era papà si contenesse. Semplicemente papà la teneva lontana da me e gli faceva il cazzettone. Una volta che papà finiva di parlare con la mamma se ne usciva sempre con le solite scuse:" Scusala stasera ha alzato troppo il gomito" o anche " Oggi ha incontrato persone no n troppo raccomandabili"
(e si parlo proprio dei nostri cari spacciatori eh eh)
E a volte " É un po' nervosa lasciala perdere ahahaha!"

Era forse da un anno che mamma aveva cominciato a comportarsi male con me.
Ma gli volevo bene lo stesso.
Mi diceva spesso delle parolacce.
Ma io gli volevo bene.
Mi portava in vicolo strani a prendere cose da degli sconosciuti incontrati al momento.
Ma gli volevo bene.
Uno di quei tipi, una volta, mi aveva anche dato un calcio molto forte per allontanarmi da loro,ma non era colpa sua. Anche se poi mi non ha fatto nulla né per aiutare me ne per sgridare il tizio.
Ma io gli volevo bene sempre e comunque.
Quando incontravamo la zia Mitzuki e la zia Inko tornava quella che ricordavo essere la mia mamma.

Comunque non aveva mai usato il suo quirk su di me, eppure ora lo aveva fatto,senza accorgersene, o almeno e quello che continuavo a voler pensare io. ( Il suo quirk a quanto pare le dava la forza di un uomo pieno di steroidi e super doppato. )

Mi aveva scaraventata nella cabina del capitano.
Perché ha usato il suo quirk!? E si di me poi!
Forse... forse lo ha fatto apposta.
Sentivo la testa pesante. Il corpo dolorante foicolava tremavo leggermente. Il dolore fisico era immenso. Ma sapere che era stata lei a farmi questo, e sapere che probabilmente che lo avesse fatto apposta era peggio...molto peggio...
Faceva male,mai avevo provato un malessere del genere,un dolore paralizzante, asfissiante tremendo. Non si poteva paragonare a nulla se non all'inferno messo che esistesse. Nonostante tutto...
Mi fidavo di lei. Mi fidavo cecamente nonostante gli innumerevoli lividi che mi aveva causato,nonostante il terrore che provavo nello stargli vicino,avevo ancora fiducia in lei. Avevo fiducia nel fatto che potesse tornare quella di prima.
E lei che aveva della mia fiducia? L'aveva buttata nel cesso e aveva scaricato! Piú pensavo piú il dolore aumentava...
La vista si faceva offuscata.
Non vedevo praticamente nulla,quando sentii un la voce della mamma.
Era qui.
Avevo paura.
Stavo tremando visibilmente, e lei... Lei si faceva sempre piú vicina.
Avevo cominciato a lacrimare. Dalla mia bocca uscivano solo lamenti di dolore e paura. Provavo a muovermi per scappare lontano da lei. Per scappare da papà,certo non lo vedevo quasi mai. Ne la mattina per lavoro. Ne la notte per altre faccende di cui non mi aveva mai parlato, ma quando avevo bisogno a volte c'era. E per me era qualcosa! Si. Lui mi avrebbe aiutata.
Lui mi voleva bene!
Ma non riuscivo a muovermi.
Non mi spostavo nemmeno di un millimetro. Altro terrore. Una scarica di adrenalina mi corse lungo la schiena. Ero convinta che se avessi voluto in quel momento l'avrei colpita cosí forte da farla svenire. Ma ero immobile. Le guardai il viso. Certo la vista si faceva sempre piú sfocata, ma ormai era molto vicina. Cercai di capire cosa provasse in quel momento mia madre. Cercai di decodificare la sua espressione ma...
Nel suo viso non c'era nemmeno un filino di preoccupazione per me.
Si faceva sempre piú vicina.
Un'altra scarica di adrenalina mi percorse la spina dorsale, questa scarica era molto più forte rispetto a quella di prima. Mi diede la forza di uralre. E cavolo se urlai.
Mi avranno sentito fino in giappone.
Urlai come non avevo mai fatto prima.
Che forza ti dà la paura di non veder sorgere il sole...eh?
Raccolsi quella forza e urlai a pieni polmoni:
"NOOOO!
NON MI TOCCARE!
NON TI AVVICINARE!
NON MI TOCCARE!
NON TI AVVICINARE!"
Continuavo a ripeterlo,come un mantra.
Divenne una sorta di cantilena.
La mia voce si faceva sempre piú flebile, ma continuavo:
"Non ti avvicinare!
Non mi toccare!
...non...non ti avvicinare...
...sta lontana da me..."
Ormai piangevo come una fontana. Tenevo gli occhi chiusi, avevo paura che una volta aperti lei mi avrebbe colpito di nuovo. Vedevo nero ma continuai a parlarle sperando di farla ragionare.
Ormai la mia voce era quasi un sussurro:
"non farmi del male...ti prego...io... io...ti voglio bene...io le voglio bene... i-io... non mi uccidere...ti prego... ridammi la mia mamma...tu non sei lei...ti odio...ti odio tanto...spero tu muoia...muori...muori e ridammi la mia mamma...per piacere...la rivoglio...muori e lasciami sola con la mia vera mamma..."
Tutto buio.
Eccola...
Eccola la mia amata tranquillità.
Ecco il mio mondo dei sogni.
L'unico posto dove mi sentivo realmente al sicuro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 06, 2020 ⏰

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