La luce del mattino sfiorò la mia pelle, portandomi ad aprire le palpebre. I miei occhi erano continuamente stanchi in queste settimane, forse era così perché esageravo ogni sera nello stare tutto il tempo sveglio, ma d'altronde cosa potevo farci? Non riuscivo ad addormentarmi, i motivi erano parecchi, anzi, decisamente troppi.Tra questi ci stava il fatto che fossi sempre immerso nel blu della notte, scuro ormai quanto la mia anima, divorata dalla gente attorno a me, che anche senza conoscermi era riuscita a rubare ogni piccolo spiraglio di quella nota luminosa, a cui tempo prima di essere tradito appartenevo.
Oppure perché amavo il silenzio, che aggirava all'interno, ed anche al di fuori del dormitorio, durante le ore più cupe e buie.
I motivi sarebbero potuti sembrare banali, eppure descrivevano bene una grande parte di me, quella più importante e nascosta agli occhi altrui.
Mi ritrovai a pensare a ieri.
Esso era passato in qualche modo senza annoiarmi troppo, ed anche velocemente, decisamente troppo per una persona come me, che amava compiere molteplici atti durante la giornata. Diciamo che essere inattivo non era da me.La musica, assieme al disegno, mi avevano accompagnato durante le varie ore, facendomi ricavare alla fine di quest'ultime un solo ritratto.
Una ragazza sorridente e con delle parti spoglie dai vestiti, ecco quello che era riuscito a risvegliare i miei sensi "d'artista" e non solo quelli.
Mi mancava il contatto con qualcuno del sesso opposto, quella vicinanza che trasmetteva al mio corpo vere e proprie sensazioni, l'unico istante in cui ero riuscito a provare qualcosa, che fosse stato affetto o altro.
Pensando a lei, sentivo che in qualche modo stessi sbagliando a permetterle di entrare nuovamente nella mia vita, eppure, ora come ora, ne avevo dannatamente bisogno.
Diedi un leggero pugno al cuscino, blando come una foglia al vento. Quel tradimento era stato la mia rovina, avendomi corroso dall'interno.
Non riuscivo nemmeno più a provare rabbia, poiché la mia si era trasformata in delusione, ormai la stessa da tempo.
Sollevai il busto, guardandomi attorno e notando che il mio compagno di stanza non fosse lì, così guardai l'orario tramite la sveglia, che stranamente non aveva suonato.
Non l'avessi mai detto. Erano le 8:37.
Ci misi un po' prima di capire che fossi in ritardo per le lezioni preferite da tutti gli studenti in quell'istituto.Mi tolsi di dosso le coperte e mi diressi velocemente verso il mio armadio, che avevo sistemato giorni prima, organizzando la divisione degli abiti in varie categorie, che di sicuro non mi sarei messo a spiegare.
Presi un jeans nero attillato, che evidenziava le parti migliori delle mie gambe, eliminando quei piccoli difetti che chiunque aveva.
Poi afferrai una maglia a collo alto del medesimo colore e per finire una maglietta a maniche corte bianca.
In seguito, con un assurda corsa, raggiunsi il bagno.Perché questo entusiasmo improvviso? Perché oggi era sabato, il che voleva dire che quello sarebbe stato l'ultimo giorno di quella settimana e poi avrei avuto finalmente quel meritato riposo, staccandomi dunque dai professori e dagli altri ragazzi.
Aggiunsi al mio abbigliamento una collana d'argento regalata tempo fa da mio padre e successivamente una giacca di jeans.
Le mie solite vans affiancarono l'outfit, che mi soddisfava abbastanza, nonostante fosse qualcosa di casuale.
Raccolsi da terra lo zaino, con ancora all'interno i libri del giorno prima, ma che avrei cambiato da lì a poco. Difatti uscì dalla stanza con il cellulare in mano, scrollando sulle varie applicazioni, mentre continuavo a camminare con impazienza fuori dal dormitorio.
Un brusco colpo contro quello che sembrava essere il petto di qualcuno.
Del caldo liquido caduto addosso ai miei jeans, sporchi sia per esso, che per la caduta.
Un rumore proveniente dalla rottura di qualche oggetto in vetro.
La mie mani entrambe vuote.
I miei occhi spalancati nel nulla, troppo esterrefatto per quello che era appena successo.Peggiore scontro di questo non poteva esserci, il mio telefono era finito sull'asfalto e con esso anch'io.
Alzai lo sguardo, cercando di calmare il mio istinto, che mi urlava contro di andarmene il prima possibile, quasi come se quest'ultimo sapesse a cosa stessi per andare incontro."Ci incontriamo nuovamente, eh? Dai su, dammi la mano, non vorrai per caso andartene come l'ultima volta, vero? " disse quel ragazzo, lo stesso che mi aveva lanciato una pallonata in faccia, facendomi cadere a terra ed anche quello che avevo visto con una ragazza. Era possibile che ogni volta mi ritrovassi a terra? Stava diventando fastidioso.
Non dissi nulla e mi sollevai dalla strada senza alcun aiuto, scrollando dal tessuto dei miei pantaloni il bianco del suolo e provando ad eliminare la macchia di caffè creatasi in modo ben evidente, sebbene il colore scuro dei jeans. Capendo di non poter fare niente a riguardo, spostai lo sguardo verso il terreno, notando il mio cellulare rivolto con la cover verso la parte visibile.
"Okay okay, forse sono sembrato scortes-" iniziò a parlare. La sua voce stava per diventare la più irritante mai sentita, così dovetti farlo tacere, rispondendogli come al solito.
"Non ci conosciamo, quindi lasciami stare. Fa' finta che questo scontro non ci sia mai stato, in fondo ha comportato solo dei guai." dissi, guardandolo con indifferenza e noia.
Pov scrittrice:
Ehi, come va la vita?
Spero di aver scritto qualcosa di buono stavolta.Come al solito, ditemi cosa potrei migliorare o cambiare.
Piano piano la faccenda si sta facendo interessante, eh? Qualche teoria su quello che secondo voi potrebbe accadere?
(Scusate gli eventuali errori grammaticali :3)
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×I'm Straight× jikook
Fanfiction#1 capitolo: "mi dispiace per la pallonata che ti ho tirato, se vuoi posso offrirt-" iniziò a dire, ma non lo lasciai finire, poiché mi diressi a prendere il mio libro a terra, evitandolo e rispondendo successivamente alla sua richiesta incompleta...