Noi più di me stessa

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"Perché vuoi uccidermi?" Dice mentre spegne la sigaretta a terra schiacciando la cicca.
"Se prima mi restituisci il mio cuore penso che lo farò" ammetto scendono qukeche gradino per avviarmi a lui. Il mio cuore batte troppo veloce perché io possa sopravvivere fino alla fine di questa serata.
"Se invece decido di tenerlo?" Domanda tornando a guardare le stelle e non più me
"Sarò tua per sempre" sussurro sentendo un brivido lungo la schiena, quella consapevolezza è così devastante, ero sua da tanto tempo ormai
"E fino ad ora di chi sei stata?" Domanda irritato, come? Drizzo le spalle provando ad avvicinarmi ma lui scende i gradini fino al giardino.
"Tua, da sempre e lo sai lo hai sempre saputo"
"Ma anche tu lo sapevi" grida voltandosi verso di me, sta piangendo? Sento le gambe tremanti, la testa annebbiata e sento freddo un freddo glaciale e non solo per la neve. Lo avevo ferito, avevo ferito il mio amore e non so proprio come rimediare.
"Sapevi che ero tuo, che ti era presa tutto di me. Lo sapevi e hai scelto di andartene comunque"
"Solo dopo che tu mi hai detto di farlo" grido di risposta ricordandogli il suo discorso, era stato lui ad incoraggiarmi a cercare la mia felicità.
"Perché non mi hai portato con te. Io ti avevo promesso di non cercarti più ma tu potevi farlo. Potevi portare via anche me da tutta questa merda. Invece sei andata via portandoti solo i miei sentimenti"
"Tu i miei li hai tenuti qui" sussurro come se quello potesse giustificarmi. Mi dispiaceva, ho abbondato l'unica persona che con me non si era mai arresa.
"Davvero?" Grida avviandosi, mi sormonta in altezza e muscoli eppure non sono affatto spaventata. Mi alza il mento con le dita facendo incastrare i nostri sguardi
"Tu credi davvero che io non abbia fatto in modo di starti accanto anche da lontano? Mi pare che ne hai in abbondanza di sentimenti. O forse tuo figlio e suo padre non bastano per una come te?" Sento come un pugno allo stomaco, lui sapeva della mia vita, per quanto tempo aveva assistito inerme a quella tortura.
"Sai che non potrei farlo" biascico
"Perché?" Grida allontanandosi, piange e piango anche io. Ci eravamo fatti così male, ci eravamo torturati e inflitti dolori terribili. Eppure eccoci qui ancora a scannarci e urlarci contro ma ancora insieme. Contro il tempo, il destino, la morte, il crimine ed il dolore. Contro tutto e tutti siamo qui ora ma nessuno dei due ha più voglia di combattere.
"Perché ti amo" urlo singhiozzando subito dopo, non lo avevo mai detto. Lo sapevamo e basta, lo dicevano i nostri sguardi ma non lo avevo mai detto ad alta voce. Ma volevo che lo sentisse, che sentisse il mio dolore per lui, la mia fiducia in lui, che sentissi il mio affetto ed il mio rispetto. Lui era stato un amico, un calmante, uno stimolo, una giostra, una pistola alla fronte. Era stato paura, dolore, eccitazione, divertimento. Ma più di tutto lui era stato amore. Avevamo imparato ad amarci con il tempo, conoscendo le nostre debolezze, con le stelle a vegliare su di noi. Lui è il mio cielo ed io sono le sue stelle, non possiamo esistere senza l'altro. Il cielo senza stelle sarebbe buio e nessuno lo guarderebbe, le stelle senza cielo sarebbero inutili e sole. Ma insieme siamo un capolavoro.
"Anche io ti amo" dice tra le lacrime continuando a guardarmi da lontano. Mi si scalda il cuore sentendo quelle parole.
"Ma guarda come ci hanno ridotto le mie promesse" Borbotta
"E la mia avarizia" volevo ad ogni costo la mia felicità
"No, non lo sei affatto. Eri solo disperata e come sempre hai voluto far tutto da sola" fa qualche passo verso di me.
"D'ora in poi voglio fare tutto con te. Perché da soli noi siamo carini ma insieme facciamo invidia" mi avvicino a lui sfiorandogli le mani, Sento un profondo sollievo invadermi, mi sembra di aver aspettato questo momento per tuta la vita.
"Allora diventeremo più belli delle tue amate stelle"
"Non essere presuntuoso o avaro" lo rimprovero e lui alza gli occhi al cielo come ha sempre fatto, entrambi insieme allunghiamo le mani per asciugarci le lacrime l'un l'altro.
"Sempre la solita"
"Solo con te" lui mi fa l'occhiolino
"Stiamo dando spettacolo" mi volto notando una folla di gente ad osservarci, che casi persi. Rido abbassando la testa
"Questa volta facciamo meglio" afferma facendo un passo indietro distanziandosi da me
"Piacere mi chiamo Lewis, ho ucciso delle persone per difendere i mei amici. Sono presuntuoso e irascibile ma ti posso amare più di chiunque altro" lo osservo divertita, questo mi piaceva di noi, lui sapeva sorprendermi senza nemmeno accorgersene.
"Piacere sono Kyra, sono stata adottata da dei criminali e la mia famiglia mi ha reso la vita un inferno. Sono ipersensibile, arrogante e non so gestire i sentimenti. Ma so per certo che non voglio in alcun modo gestire l'amore che potrei darti" questo è il lieto fine che tanto duramente avevano penato. Una fine che non è altro che un inizio come ogni cosa nella vita.

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora