𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫𝐜𝐨𝐮𝐫𝐬𝐞

Capitolo 1. [Jade]

Per quanto possa assere per la maggior parte del tempo cupa, Milano ha sempre il suo fascino.

Sono appena le sette del mattino, la sveglia è suonata più o meno da venti minuti e io mi sono alzata dal letto solo per andare in bagno.

Tra meno di un quarto d'ora ho la metro, direzione?

Studio di registrazione.

No non sono una cantante ma mio padre è un produttore quindi passo la maggior parte del mio tempo nel suo studio.

Mi preparo di corsa, metto una semplice maglietta corta nera e un jeans bianco seguito poi dalle mie solite vans, scarpe di cui non posso assolutamente far a meno.
Passo il pettine fra i miei capelli, mi faccio una coda alta e abbellisco il tutto con  un paio di orecchini a forma di croce ✞.

Mi piace definirmi una ragazza gotica anche se in fin dei conti ho uno stile tutto mio.

Alla fine prendo una camicia a quadri rossi e neri e scendo di casa.

Per essere uno dei primi giorni di primavera fa proprio caldo. Controllo il meteo sul mio Iphone per vedere come procederà questa giornata e appena mi rendo conto che tra meno di un'ora porta pioggia e io come mio solito sono scesa di casa senza ombrello mi dirigo di corsa alla stazione centrale.

Indovinate?

Ovviamente nonostante la mia maratona fatta alle sette e mezzo del mattino,anche oggi mi tocca prendere il prossimo.

Mentre rifletto tra me e me su quanto faccia schifo la mia vita una voce maschile interrompe i miei pensieri.

"Ciao sai quando passerà la prossima?" dice.
"Dovrebbe passare tra meno di cinque minuti" rispondo.
Mi giro.
"Grazie" continua.
"Di nulla!" dico imbarazzata.

^•^

Il suo viso pallido, poco meno del mio, era ricoperto da una chioma di capelli mori e ricci che sembravano avere vita propria.

I suoi occhi verdi e le sue labbra rosate e carnose rendevano il viso quasi scolpito.

"Tu dove sei diretta?" mi dice con aria misterioriosa.
"Fermata San Babila"
"Figo anch'io devo fermarmi lì" mi dice.
"Ottimo" rispondo.

"Mi dispiace di non essermi presentato prima, piacere Mick"
"Piacere Jade" dico con tono quasi imbarazzato.

"Ecco la metro" continua lui.
Prendo la mia camicia posata qualche minuto prima sulla panchina e salgo.
Lui prende il suo zaino e fa lo stesso.

"C'e solo un posto, siediti pure" mi dice indicando la mia sinistra.
"Grazie davvero" rispondo.

Oltre ad avere il suo fascino fisico è anche gentile, sembra proprio uno di quei ragazzi che si incontrano solo nei libri. Avete presente no?

Mi siedo, lui nel mentre prende un libro dal suo zaino.

"Lo hai mai letto?" mi chiede mostrandomi la copertina.
Il titolo?

La vita non è in ordine alfabetico.

Non sono la classica tipa da lettura, o forse si, ma più libri di fantascienza, i romanzi e tutte quelle robe lì li trovo al quanto noiosi.

"No" rispondo con tono freddo "Non fa parte dei miei gusti" continuo.

Mi guarda perplesso quasi a chiedersi come io abbia fatto a vivere fino a quel giorno senza leggere nemmeno mezza pagina di quel libro.

"Io lo trovo davvero bello" continua. "Quasi quasi se ti va dopo averlo finito posso prestartelo"
Prestarmelo? Appena lo finisce?

Ma poi, è davvero sicuro di rivedermi?

Nel dubbio sblocco il mio iphone e guardo un po' di foto sulla mia home di Instagram.
Ed ecco qui una delle solite foto in studio di mio padre, clicco sul tag e mi rendo conto che il profilo uscito è esattemente quello di... cosaa Mickkk?

Guardo senza farmi notare troppo le sue foto.
Devo dire che oltre ad essere un gran figo dal vivo è anche fotogenico.

"Ma quello sono io?" mi domanda.
"Chi? Questo?" dico mentre cerco di cambiare profilo su Instagram.
"Si quello che hai appena tolto"

Cazzo, si è accorto di tutto.

"Si ho visto che mio padre ti ha taggato nella sua foto"
"Tuo padre? Sei la figlia del produttore?"
"Ebbene si, sono io" dico diventando più o meno di un rosso paragonabile al sediolino della metro.

"Quindi siamo diretti al suo studio entrambi?"
Annuisco.