Dancing with myself

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NOTA DELL'AUTORE: In un'epoca in cui il termine "selfie" va tanto di moda (fino ad abusarne) eccone la mia personalissima versione.

Come dite?

"Selfie" significa "autoscatto"?

Ma davvero?

Cosa volete che vi dica: sono punti di vista...

Dancing with Myself

Main character: Ken Wakashimazu

Oh dancing with myself

Oh dancing with myself

Well there's nothing to lose and there's nothing to prove

I'll be dancing with myself, oh

(Billy Idol, Dancing With Myself – 1981)

Che meraviglia!

Una domenica in perfetta solitudine ...

Da quanto tempo non capitava?

Hyuga e Sawada erano tornati dalle rispettive famiglie e non sarebbero rincasati prima di cena.

Wakashimazu, quel giorno, aveva deciso di rimanere al campus della Toho High School. Non aveva per niente voglia di rivedere suo padre.

Due giorni prima avevano litigato per l'ennesima volta poiché l'austero genitore voleva costringerlo ad abbandonare il calcio in favore del karate.

Sempre la solita vecchia storia.

Possibile che non riuscisse a far entrare in testa a quello zuccone che per lui il calcio era tutto?

Amava anche la nobile arte marziale cui la sua famiglia si dedicava da tempo, per carità, ma il suo futuro non era nel dojo di famiglia.

Suo padre avrebbe dovuto farsene una ragione prima o poi.

Morale della favola: aveva deciso di non rientrare a casa per il fine settimana. Un po' gli era dispiaciuto per sua madre: aveva ascoltato con l'angoscia nel cuore le suppliche della donna al telefono.

Povera mamma! Odiava darle un dispiacere.

Ma era stato necessario.

Papà doveva capire che ormai lui era un uomo e non più uno sciocco ragazzino raggirabile.

Punto.

Discussione chiusa.

Si sentiva un po' in colpa ma doveva tener duro, altrimenti non avrebbe mai vinto quella piccola guerra famigliare.

Aggirandosi in boxer e maglietta per l'appartamento, Ken diede una rapida occhiata all'orologio a muro.

Era già mezzogiorno?

Ma quanto aveva dormito?

Va beh, pazienza.

Tanto non è che avesse un granché da fare...

Meglio mangiarsi qualcosa e poi, magari, sarebbe andato al campo ad allenarsi un po'.

Doveva approfittare al meglio di quella giornata tutta per sé.

Si preparò un pasto frugale. Non gli era mai piaciuto mangiare da solo: gli metteva tristezza. Un po' di riso bollito e del tè sarebbero stati sufficienti.

Meglio tenersi leggeri se voleva rendere al meglio in allenamento.

Con la ciotola del riso in una mano, una tazza di tè bollente nell'altra e le bacchette in bocca, si spostò verso il divano. Appoggiò il tutto sul tavolino del salotto e accese la TV.

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