Dal finestrino dell'auto assaporavo il dolce sapore del mare che rieccheggiava nell'aria. Miravo l'acqua blu pensando alle vacanze che mi avrebbero atteso. Era il primo di luglio e c'era un caldo pazzesco ed io non vedevo l'ora di arrivare dai nonni. Possedevano una graziosa villetta in riva al mare, ottima per trascorrere l'estate. Come ogni anno ritornavo in quel piccolo angolo di paradiso che ben conoscevo fin da bambina. Ormai mancava poco; ancora mezz'ora e saremmo arrivati. C'eravamo io, mia sorella e i miei. Talvolta sentivo il cellulare vibrare, segno che Sasha, la mia migliore amica, rispondeva ai miei innumerevoli messaggi nel quale le parlavo di ció che vedevo dal finestrino, degli odori che percepivo e delle sensazioni che provavo. Talvolta scattavo anche qualche foto del panorama e le la inviavo. E tutto ció non accadeva per esagerazione perché Sasha non aveva mai visto il mare, i gabbiani e la calda sabbia illuminata dal sole e dalla luce della luna. La sua famiglia veniva dall' Africa e purtroppo era scappata, quando lei era ancora piccola, per sfuggire alla povertà e iniziare una nuova vita. Purtroppo i suoi genitori difficoltavano ad arrivare a fine mese e non erano riusciti a raggiungere i livelli standard di benessere. Da questo ne conseguiva che avevano i soldi contati per ogni giorno, non possedevano un auto e non potevano concedersi il lusso di una vacanza estiva. Sasha sognava di vedere il mare. Prima di partire le avevo promesso che avrei registrato il suono dei gabbiani e delle onde che si infrangono sugli scogli ed ero intenzionata a farlo. Piú e piú volte le avevo ripetuto che doveva fare la modella. Era alta, slanciata, un viso incantevole e degno di una fata.I suoi occhi scuri e magnetici erano spettacolari,sembravano sprizzare luce da tutte le parti. Lei peró non aveva mai considerato l'idea di entrare nel mondo della moda per il semplice fatto che non si rendeva conto di quanto fosse bella e di tutti i ragazzi che le morivano dietro. Insomma era tutto il contrario di me, bassa, capelli e occhi neri spenti, pelle diafana. Il contrasto non mi era mai piaciuto. Avevo provato piú volte a vedermi bella ma proprio non mi riusciva. Tutto in me era sempre sembrato morto, anche la mia temperatura era sempre stata troppo bassa per la media. Una volta avevo orecchiato un discorso di mia madre con sua sorella, la zia Cristall. Costei diceva che ero un fiore che doveva ancora sbocciare. In realtà la mia faccia non era brutta ma l'oscurità dei miei occhi e le ombre sotto di essi tralasciavano quel che di smorto che in realtà non avevo. Ma preferivo non pensare troppo al mio aspetto per deprimermi. Frattanto il tempo passava e quando scorsi la villetta dei nonni esultai di gioia. Erano entrambi sull'uscio ad aspettarci sorridendo. " Ciao Maureen". Mi salutarono con calore per poi passare ai miei e a mia sorella Rosa. La mia stanza si affacciava sulla pineta vicino all'abitazione dove passavo molto tempo delle vacanze con mio cugino Jean. Sarebbe arrivato la settimana prossima a venire. Veniva dalla Spagna e quella era l'unica occasione che avevamo per vederci. A lui ero molto affezionata, era come un fratello maggiore, un confidente, una persona pronta a tirarti su il morale con una battuta. Mi distesi sul letto e lasciai vagare i pensieri. Il viaggio mi aveva davvero esaurita. Restai li per un po' a fissare il soffitto finché non arrivó mia madre a chiamarmi per dirmi di fare la doccia dato che i miei capelli erano unti. In realtà era quello che sembravano. Li lavavo regolarmente e con ottimi shampoo ma non aquisivano mai la lucentezza che speravo. Obbedii di malavoglia e mi infilai in bagno con la trus e gli asciugamani. Dopo aver preparato una bella vasca di acqua tiepida mi ci immersi soddisfatta e rilassata. Rimasi in ammollo estasiata per un paio di minuti e poi feci per alzare un braccio e prendere lo shampoo ma sussultai. La mia mano aveva una strana sostanza collosa e appicicosa e cosí pure i piedi. Mi alzai di scatto spruzzando acqua in tutto il bagno. Controllai lo scarico per assicurarmi che non ci fosse niente di strano. Sembrava tutto apposto. Mi asciugai e cercai di eliminare il piú possibile la colla. Se ne andó facilmente come era venuta e ne rimasi sinceramente stupita. Dopo essermi asciugata svuotai la vasca e la riempii nuovamente dopo averla lustrata e controllata a dovere. Finalmente, dopo tanto impegno, mi ci rituffai dentro. Mi sciaguai velocemente i capelli e mi misi lo shampoo. Ma ancora una volta la sostanza collosa tornó sui palmi delle mani e sui piedi. Esasperata, sconcertata e perplessa uscii dalla vasca per la seconda volta e decisi di rinunciare a farmi il bagno. E come prima la colla se ne andó velocemente. Non sapevo bene come reagire. Forse avrei dovuto dirlo a qualcuno ma qualcosa di inconscio dentro di me mi bloccò. Per una controprova mi lavai le mani e non accadde piú niente. Allora riempii il lavandino di acqua e ce le immersi. All'inizio non successe niente e attesi impaziente,ma poi dopo pochi minuti ecco ricomparire la colla. Mi esaminai le mani con curiosità:"E questa che roba è?" Per il momento mi decisi di tenermi la cosa per me.
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Perla nera
FantasyLe onde si infrangono sulla spiaggia deserta al chiaro di luna, mentre mi lascio avvolgere dal mare e dai suoi canti.