7.3 La calma prima della tempesta

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- Quindi... quale prova mi aspetta oggi, quale nuova cosa scoprirò?-

Chiedo curiosa ad Erika mentre passeggiamo per il castello, lei mi guarda con un volto stupito:

-Vuoi davvero allenarti, dopo che sai che stavi per morire poco tempo fa?-

-Detto così suona da pazzi, ma voglio essere pronta per dopodomani.-

-Val non preoccuparti, lo sarai. Adesso tra l'altro il tempo sta per finire... Fra poco ti dovrai svegliare.-

- Ah ok, allora ne posso approfittare per togliermi qualche curiosità?-

Erika fa un risatina.

-Certo dimmi.-

- Per esempio, com'è finita la battaglia di ieri notte?-

-Beh il fatto che sia arrivato un postino ad avvelenarti dovrebbe avuto darti un indizio.-

-Avete perso?-

- Conosciamo la strategia di Omifaso, cerca di distrarci e farci stancare prima della grande battaglia, perciò abbiamo solo potuto limitare i danni. L' importante è che non attacchi la biblioteca.-

-Perché proprio la biblioteca?-

- È da lì che può accedere alle menti degli umani, dal varco può solo avere una presenza temporanea.-

-Ah capisco...-

Passiamo di fronte ad un quadro con la famiglia reale e noto bene quanto la mia alleata si assomigli alla madre così senza pensare esclamo piano:

-È  identica a sua madre.-

Subito dopo mi accorgo delle circostanze e capisco che potrei essere stata molto irrispettosa, così cambio subito argomento:

-Mmm che dici non dovremo studiare la mappa del castello di Omifaso?-

Lei mi guarda con un accenno di sorriso:

-Val, non mi hai offesa tranquilla, io so che mia madre è viva... me lo sento.-

Le sorrido, poi lei continua:

-Comunque hai ragione dovremo, se solo qualcuno sapesse come sia dentro. Chi vi va non ne esce facilmente.-

Veniamo interrotte da un messaggero del palazzo che chiede alla principessa una riunione privata, perciò ci salutiamo e rimango sola.

Sono immersa in mille pensieri, mi sembra di affogare per quanto è grande il mare in cui mi trovo, però un'idea sovrasta le altre: l'ombra saprà di certo com'è fatta la dimora del nemico;

non so come contattarla, dunque tento di rintracciarlo, corro di quà e di là in tutti i luoghi in cui c'eravamo incontrati finché aperta la porta che conduce alla sala da ballo, si aprono anche i miei occhi e mi trovo nella mia stanza.

Vivo la solita routine quotidiana (stavolta il dolce di mia madre ha il suo paradisiaco sapore)

Dopo pranzo vado a riposarmi un po' sul mio comodo divano. Sembra una normale giornata, tuttavia la calma non dura molto: sento il rumore dell' acqua uscire dal rubinetto del bagno. Ci sono solo io su questo piano, i miei genitori erano di sotto. Cercando come al solito di dare una spiegazione logica, penso che uno dei due sia salito, quindi li chiamo:

-Mamma? Papà? Siete voi?-

Nessuna risposta, la portata dell' acqua aumenta ed io stanca di essere in ansia mi dirigo verso il bagno e spalanco la porta. Davanti a me c'è la figura tenebrosa, tiro un respiro di sollievo non è nessun mostro degli incubi.

-Scusa se ti ho spaventata, non sapevo come farmi notare non posso parlare a voce alta o rischiare che qualcuno mi veda.- Mi dice sussurrando, ora mi sorge spontanea una domanda:

-Perché sei venuto qui?-

-Grazie per la calda accoglienza, comunque sono qui per aiutarti a conoscere il Castello di Omifaso, so che ieri mi stavi cercando.-

-Ehm...grazie.-

Mi rivela la struttura del palazzo e l' ubicazione di vari passaggi segreti, poi mi indica un luogo molto importante situato nelle segrete una "specie di prigione per le menti dei comuni mortali e per i più sfortunati abitanti dei sogni" così lo chiama lui.

-È lì che credo siano rinchiusi i sovrani... per favore salvali io non posso entrare in quel luogo solo una persona come te o Omifaso può rompere il sigillo sulla porta.-

- Sai come farò a spezzarlo?-

- No, però sono sicuro che lo capirai quando gli sarai di fronte. Ora devo andare, spero di esserti stato d'aiuto.-

-Grazie mille Jacob.-

La figura resta immobile per un attimo.

-Come...-

-Quella volta non pensavi veramente che avessi scoperto la tua identità, ma non preoccuparti qui i seguaci del nemico non possono sentirci. Non vuoi dare false speranze ad Erika o metterla in pericolo, per questo hai serrato la porta della tua camera e mi hai fatto trovare la lettera, credi che sia l' unica che possa farti tornare principe, giusto?-

-Quasi, cerco di nascondermi da Omifaso poiché egli è convinto di avermi eliminato e di avere la vera chiave del varco. Se sapesse la verità ucciderebbe i miei genitori, è un altro dei suoi schifosi ricatti.-

- Se loro hanno una falsa chiave, dov'è la vera e sai perché non l'hanno ancora usata?-

-L' hanno usata per mandarti il sosia di Sir Levantes e il pacco minatorio. Tuttavia quella è solo una copia, che ormai ha perso la sua validità, appena prima del plenilunio.-

Sono colpita dal suo ingegno e coraggio:

- Sei un genio!-

Affermo ridendo, subito dopo lui prosegue:

-Grazie tuttavia se lo fossi realmente, avrei trovato un modo per non far soffrire così tanto mia sorella.-

La triste verità, abbasso per un istante lo sguardo e Jacob sparisce.

Vado in cucina e guardo il calendario: domani è il 2 e c'è la luna piena.

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