Capitolo 4

53 3 0
                                    

Dopo che Selene andò via, mi sdraiai sul divano e iniziai a guardarmi una serie tv. Quanto odiavo la domenica, soprattutto se ero da sola...

Stavo quasi per addormentarmi quando, mia nonna sbucò dalla porta d'ingresso con due buste della spesa e corsi subito ad aiutarla.

"Oh grazie tesoro ." Disse e mi limitai a sorridere.

"Ma che sbadata, ho scordato di prendere la mozzarella e la ricotta. Senza quelle non..."

"Tranquilla, li vado a prendere io." La interrompei prima che finisse la frase. Andai in camera a prendere le scarpe e tornai in cucina.

"Ecco qua i soldi. Non metterci troppo." Sì raccomandò.

"Sisi" Dissi uscendo di casa chiudendo la porta alle mie spalle e prendendo la bici.

****
Adoro entrare ai supermercati e nei negozi, ed essere invasa dall'aria condizionata che penetra le narici, e dà quella sensazione di sollievo e freschezza...

Iniziai a percorrere tutti i corridoi in cerca di qualche snack.

"Devono essere qui per forza" Pensai ad alta voce, mentre cercavo i cheetos
"eccoli" Biascicai prendendone tre pacchetti.

"Hey"

Mi girai per vedere chi era e tutto ciò che avevo in mano, cadde a terra. Improvvisamente iniziai a sentire un caldo assurdo, non mi sentivo le mani, stavo per svenire davanti a così tanta belleza. Sono sicura che le mie pupille si erano dilatate proprio come quelle di un gatto... Non poteva essere lui.

"Non mi dire che vuoi scappare un'altra volta." Disse mentre si rialzava con i cheetos che prima erano tra le mie mani.

Stavo per impazzire davanti a quel dio greco che dentro a quei pantaloncini da surf, era più che stupendo.

"Ahaha, no tranquillo." Ridacchiai mentre alzavo gli occhi al cielo.

"Bene," Si avvicinò. "anche perché non ti avrei lasciato scappare un'altra volta."

Aveva capelli biondi, e come avevo intuito quella sera, i suoi occhi erano chiari proprio come i miei... Era ancora più bello di come lo ricordavo.

"Mi dispiace" Dissi sistemando una ciocca di capelli dietro l'orecchio e ricordando come ero scappata quella notte.

"Tranquilla, però..." Si toccò il mento facendo finta di pensarci su.

"Non mi piacciono i però" ammisi mettendo le braccia conserte.

Sorrise.

"Leo muovi il culo, gli altri ci stanno aspettando." Intervenne un alto ragazzo moro, con una tavola da surf sotto il braccio intanto che si avvicinava a noi.

"Beh oggi quello che deve scappare sei tu". Scherzai

"Però prima..." Ribattè "Cosa ne pensi di un'uscita insieme."
Ed ecco che improvvisamente iniziai a sentire il bisogno di ossigeno. Era davvero bello il modo in cui le sue labbra pronunciarono quelle parole... Voleva uscire con meeee, voleva stare meeeee.

Un Passo Dal Raggiungere il SoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora