6 mesi dopo...
Apro la finestra. È mattina presto e i raggi del sole colpiscono con delicatezza i mobili e le pareti del mio appartamento. Chiudi gli occhi e prendo una lunga boccata d'aria. Li riapro. Di fronte a me, con un movimento coordinato e ricco di piroette, svolazza in cielo un corvo. L'animale non è come gli altri della sua specie: le sue piume sono bianche, traslucide, che quasi sembrano riflettere i colori del cielo. Da lontano poteva benissimo essere scambiato per una colomba, ma sapevo benissimo di cosa si trattasse. Il corvo bianco infatti viene a trovarmi ogni mattina e come un guardiano sorveglia la mia casa. Molto spesso ho pensato che potesse trattarsi di Morfeo, ma ora sono convinto che si tratti di Sarah e Dylan. Insieme mi sorvegliano, mi tengono al sicuro, come se fossi il loro piccolo cucciolo che ancora non ha imparato a volare. La sua presenza all'inizio mi infastidiva perché riportava a galla tristi ricordi, ma ora mi conforta. Mi preparo e scendo nel cortile della palazzina. Oggi si "festeggia" l'entrata di un nuovo membro all'interno del condominio. Suona molto strano a dire la verità, ma al contempo rende il nostro condominio unico. Non credo che altri a New York facciano un banchetto ogni volta che una nuova persona affitta una camera. Certo, non andremo tutti d'accordo, ma alla fine siamo una grande famiglia. Il nuovo ospite è una ragazza, che si stabilirà nell'appartamento di Sarah... All'inizio questa notizia mi aveva turbato, ma poi ho deciso di propormi volontario per accompagnarla nella sua stanza (altra strana usanza del nostro condominio). Scendo le scale. Mi ricordo il mio "benvenuto". La palazzina era semi-vuota a quel tempo, ma ricordo benissimo che ad accogliermi fu la signora Mary, l'anziana gentile di cui diventai il vicino. Sono arrivato in cortile. Da lontano scorgo la sagoma della ragazza. La sua carnagione è scura, i suoi capelli sono ricci e castani, lucidi come il legno appena lavorato. Mi avvicino. <Piacere di conoscerla, io sono John, John Collins> le dico porgendole la mano. Me la stringe con delicatezza. La sua pelle è morbida e per un secondo mi sembra di aver stretto la mano ad un cuscino. <Piacere mio, sono Angelica, Angelica Tascher> mi dice sorridendomi. Il suo sorriso è puro, primo di imperfezioni, genuino. Per un attimo mi sembra di vedere in lei Sarah e la sua timidezza. Scaccio il pensiero e raccolgo le sue valigie. <Ti mostro la tua stanza ok?> le chiedo. <Si grazie mille> mi risponde. Mi incammino e noto Angelica girarsi per ringraziare anche gli altri coinquilini. Rimango affascinato da quel piccolo gesto. Se fossi stata una ragazza nuova che non conosce nessuno non mi sarei di certo soffermata a ringraziare, anzi sarei scappata quanto prima. Evidentemente anche lei sà l'importanza che una singola parola può fare, se pur semplice come "grazie", per iniziare nuovi rapporti con il piede giusto. Oppure lo aveva detto solo per convenienza, ma non mi sembrava proprio il caso, i suoi occhi e il suo sguardo parlavano molto di più della sua bocca. Ci incamminiamo su per le scale. <Sicuro di non voler prendere l'ascensore?> mi chiede. <Tranquilla le tue valigie non pesano cosi tanto, e poi credo che facendo la strada più lunga avremmo più tempo per conoscerci, non credi?> le rispondo sorridendo. Sono davanti a lei ma riesco a percepire il rossore delle sue guance anche senza guardarla. <Parlami un po' di te, da dove vieni?> le domando. <Da un cittadina del Maine, Cabot Cove, la conosci?> mi chiede a sua volta. <Mm no non credo purtroppo. Cosa ti ha spinta a New York?> le rispondo. <Sai la mia passione è la scrittura. Nonostante ami la mia cittadina li non avevo molte possibilità per emergere, perciò ho deciso di spostarmi nella "Grande Mela". Un giorno mi piacerebbe lavorare per il "New York Times" e nel frattempo dedicarmi alla scrittura di qualche libro> mi risponde emozionata. <Wow, che bella passione. Io sono uno psicologo, so che non c'entra molto ma se avessi bisogno di una mano per qualche personaggio di un tuo racconto non esitare nel chiamarmi. Magari potrei illustrarti varie fobie o parlarti di un sintomo in particolare, non so...> mi accorgo di aver parlato un po' troppo e dell'assurdità della mia proposta e arrossisco a mia volta. Lei non si sente imbarazzata però: appena mi fermo davanti al suo appartamento infatti mi ringrazia per l'offerta, dicendomi anche che la sfrutterà il prima possibile. Sono sollevato, avevo fatto quegli ultimi scalini con l'ansia di essere partito subito con il piede sbagliato. <John, perchè non vieni dentro insieme a me? Condivideremo insieme questo momento> mi dice sorridendo. La proposta è allettante ma l'idea di rientrare in quella stanza mi stringe il cuore in una morsa. Sapevo già cosa contiene, le pareti, il divano, l'odore... tutto mi avrebbe ricordato... Scacciai quel pensiero, come per Angelica, anche per me questo deve essere il segno di un nuovo inizio. Accetto la richiesta ed entriamo nell'appartamento. Sudo e inizio a tremare. Mi sembra di vederla, seduta sul divano a ricamare come faceva la sua nonna un tempo... Mi viene quasi da piangere. Angelica interrompe questo momento involontariamente spalancando le finestre e riesco a ripendermi in tempo. <Tutto bene John?> mi domanda. Esito per un momento. <Si, tutto bene... solo ricordi> le rispondo. <Conoscevi la ragazza che prima alloggiava qui?> continua lei. <Si, il suo nome è Sarah. Era una in gamba, capace di superare le sue paure e di sacrificarsi per i suoi amici. Ho imparato molto da lei> le dico. Lei mi guarda con occhi luminosi, come se le avessi appena parlato di un eroe. <Wow, dev'essere stata una grande donna. Si vede che ci tenevi, mi spiace che se ne sia dovuta andare...> mi dice. La guardo e di nuovo vedo in lei quei tratti genuini che avevo visto in Sarah. È bellissima. <Bene, come prima cosa metto il pc sotto carica, mi servirà dopo per scrivere. Potresti intanto mettermi il resto degli scatoloni in quell'angolo per favore? Penserò io a sistemare il tutto, grazie> mi chiede dolcemente. Sistemo i vari pacchi mentre la sento smanettare al pc. Gli scatoloni sono tutti ben rilegati, a parte quello in alto, che contiene un paio di libri che probabilmente ha letto in viaggio. "The Dreams Traveler", un libro dalla copertina decorata con un corvo balza al mio sguardo. Ironico. <Ehy John, io ora sistemo le scatole, potresti cancellarmi al volo una mail sul pc, penso sia spam ma non so come si faccia. Grazie ancora e scusa se ti assillo> mi dice ridendo. Le sorrido a mia volta e mi avvicino al pc per controllare. La mail è nominata: "Maschera". Il mio battito si ferma per un secondo. Che cosa significa? Sta riniziando tutto? Apro la mail. <Signora, lei è stata selezionata per un weekend gratis alla nostra Spa! Che cosa aspetta? Clicchi qui per riscuotere subito il suo premio!>. Il mio cuore ricomincia a battere. <Era spam o qualcosa di serio?> mi chiede Angelica tutta indaffarata. <Probabilmente un virus, ricordati di non aprire mai messaggi senza un mittente> le dico quasi in forma di riprovero. <Sembra quasi che tu abbia vissuto questa esperienza da come ne parli...> mi dice. Mi esce una grassa risata. <Direi di si, ma è una lunga storia, magari un giorno te la racconterò...>
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The Dreams Traveler
FantasyLa storia vede come protagonista John Collins, un ragazzo di New York appena laureato in psicologia. John svolge una vita solitaria ma ricca di aspettative per il futuro, quando qualcosa sconvolgerà il suo modo di pensare e di agire: egli infatti ot...