『 ᴬᶠᵉᶠᵒᵇⁱᵃ 』

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𝐏𝐡𝐨𝐛𝐢𝐚 𝐨𝐟 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚𝐜𝐭.

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Playing : [ tell me why I'm waiting ] - [ timmies ]

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volυмe : ▁▂▃▄▅▆▇▉

" 𝚃𝚎𝚕𝚕 𝚖𝚎 𝚠𝚑𝚢 𝙸'𝚖
𝚠𝚊𝚒𝚝𝚒𝚗𝚐 𝚏𝚘𝚛 𝚜𝚘𝚖𝚎𝚘𝚗𝚎,
𝚃𝚑𝚊𝚝 𝚌𝚘𝚞𝚕𝚍𝚗'𝚝 𝚐𝚒𝚟𝚎
𝚊 𝚏𝚞𝚌𝚔 𝚊𝚋𝚘𝚞𝚝 𝚖𝚎.
𝙽𝚘, 𝚗𝚘, 𝚢𝚘𝚞 𝚠𝚘𝚞𝚕𝚍𝚗'𝚝. "

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« Mamma mamma! »
La piccola e dolce bambina dai lunghi capelli castani correva incontro alla giovane donna a braccia aperte, pronta ad accoglierla a casa. Al fianco della ragazzina si trovava il fratello che, a discapito di lei, era piuttosto ansioso e preoccupato, tenendo tra le mani dei flebili e leggeri fogli bianchi come la neve, tenuti insieme da una graffetta rossa, dello stesso colore di molti segni presenti su quella stessa pila di carta.
Anche la gemella possedeva degli strati di pagine, ma le sue non erano scarabocchiate da nessuna traccia rossastra o di nessun altro colore. Quest'ultima alzò davanti al viso i fogli, mostrandoli poi, con un grande sorriso entusiasto stampato sulle labbra, alla madre che osservava i due allegra e curiosa di sapere come fosse andata la loro giornata scolastica.
« Ho preso cento al compito di matematica! Era difficilissimo! »
La donna, contenta dei risultati della piccola figliola, le accarezzò dolcemente il capo, con un dolce sorrisino dipinto sul viso.
« Che brava la mia bambina! »
Il suo sguardo si puntò poi sul figlio, i cui occhi guardavano altrove con fare sospetto, come se stesse appunto nascondendo qualcosa.
« E tu quanto hai preso, Miso? »
La voce femminile riecheggiò nelle orecchie del bambino, che si stava facendo prendere dall'ansia in quel preciso momento. Difatti, come sempre i suoi voti erano molto più bassi rispetto a quelli della sorella, cosa che spesso lo facevano sentire inferiore.
« I-Io... »
Non riusciva a parlare, aveva paura di deludere nuovamente la donna, come accadeva quasi sempre. Le dita fragili del bambino si incrociavano tra di loro, sudate, mentre il suo sguardo era colmo di preoccupazione e imbarazzo.
« Ho preso settantacinque... »
Le braccia della madre avvolsero il debole corpicino del figlio, sollevandolo da terra, in modo da poterselo mettere in grembo.
« Oh Miso... Va tutto bene! Ti rifarai la prossima volta studiando meglio! »
Il dolce sorriso presente sul volto dell'adulta si allargò, divenendo così comprensivo, affettuoso, materno.
« Tranquillo, sei stato comunque bravissimo. »

" 𝐀𝐌𝐀𝐑𝐓𝐎𝐏𝐇𝐎𝐁𝐈𝐀 " ︴𝙄𝙣𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖𝙩𝙞𝙤𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora