8.1 Riunione

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La notte non tarda ad arrivare e dopo che mi sono infilata il mio comodo pigiama, mi preparo ad affrontare l'ultimo sogno. È strano pensare che dopodomani tutto finirà, che sarò libera, mi mancherà un po'...e chissà che fine faranno i souvenir che ho collezionato. La mia mente è troppo stanca per continuare a ragionare, così mi lascio andare al surreale.

Mi ridesto, ma non riesco a capire dove sono: è tutto buio, intravedo solo alcune forme e camminando capisco che c'è del parquet sul pavimento. All'improvviso un fulmine squarcia il cielo, seguito da un rombo di tuoni ed in quel momento la stanza viene illuminata e mi rendo conto di essere nella sala da ballo del castello del regno di mezzo.

Mi trovo al centro della stanza ed inizio a chiamare, o meglio gridare, i nomi dei miei alleati sperando che mi sentano sebbene stia infuriando un rumoroso temporale; non mi sento per niente sicura in questo luogo, qui sono stata attaccata più volte dai seguaci di Omifaso, perciò mi dirigo velocemente verso la scalinata che conduce alla porta. Un altro lampo percorre il cielo, stavolta mi sembra di vedere una figura imponente di fronte a me:

-Sir Levantes è lei?-

Nessuna risposta, il cuore incomincia a battere più rapidamente e con lui anche i miei passi si fanno più svelti, però il mio percorso non dura molto, inciampo su qualcosa cadendo a terra, mi rialzo più in fretta che posso e tento di osservare le cose attorno a me, tuttavia non vedo nulla. Subito dopo una saetta ridà luce alla sala e purtroppo capisco su cosa ero caduta: è la coda del mostro squamoso che è capace di trasformarsi in chiunque. Per un attimo smetto di respirare e nel frattempo mi domando come abbia fatto ad entrare nel palazzo. Le mie orecchie, invece paiono ingannarmi perché ascolto la voce di Erika:

-Tranquilla Val sono io.-

- Io veramente ho visto un'altra cosa...-

Dico indietreggiando.

-Oh no, non temere era per una prova che volevo proporti prima che arrivasse la tempesta.-

-Non mi fido... non penso tu sia Erika, poco fa ho urtato con il piede la tua coda di serpente.-

- No ti posso assicurare che era per una sfida, Val non mi credi?-

-Se fosse stato per quel motivo, allora dimmi che prova era?-

Silenzio, percepisco soltanto il rumore continuo dei tuoni. Forse se n'è andato, così mi volto è inizio a correre, però subito dopo vengo fermata dal nemico:

- Non ho la pazienza di continuare questa farsa!-

Esclama sibilando.

Da quel momento vivo le azioni come al rallentatore: la stanza si illumina, lui allunga i suoi artigli per sottrarmi la collana, io impugno la mia spada e con uno scatto gli impedisco di prenderla, con quel gesto la catenina si spezza, il ciondolo precipita nell'oscurità del pavimento insieme ad alcuni pezzi di unghie della creatura e dietro di essa noto inciso sulla parete color crema un disegno stilizzato di un libro.

Il tempo torna a scorrere normalmente: sento l'urlo del mostro e in corpo un' adrenalina incredibile, i miei battiti sono alle stelle, come per riprendersi da quel periodo di semipausa. Ora dove posso fuggire? Mentre rifletto comprendo: l'immagine del libro non era lì a caso, è un indizio... vogliono che vada in biblioteca. Quindi chiudo le palpebre, cerco di calmarmi e mi concentro, ma quando percepisco che sto per riuscire a spostarmi un dolore acuto e graffiante mi attraversa la schiena, piombo a terra ascoltando gemiti di spavento. Lentamente apro gli occhi e mi trovo circondata da Erika, Sir Levantes e molti cavalieri.

-Val cosa ti è successo?-

Mi domanda la principessa preoccupata, Mi sollevo dal freddo pavimento di marmo e con la mano destra tocco nel punto in cui avevo avvertito un'acuta fitta: provo uno strazio ancora maggiore, infatti portando il braccio davanti al mio viso vedo che sulla mia mano c'è molto sangue.

-Il seguace di Omifaso mi ha...-

Erika mi interrompe:

-Non avevi la collana?-

-Per colpa de..del mostro l'ho per..persa.-

Io e la mia voce stiamo tremando, quasi non mi reggo in piedi per il dolore, in quel momento mi prende e mi accompagna in un angolo della stanza di cui non mi ero mai accorta prima; mi fa sedere su una sedia ad un tavolo di legno scuro poi sedendosi su quella di fronte.

-Dammi la mano, nella nostra famiglia abbiamo una specie di potere taumaturgico. Mia madre è scomparsa quando ancora me lo stava insegnando, però so di essere capace a far qualcosa.-

La ringrazio con uno sguardo mettendo entrambe le braccia sul tavolo. Sto lievemente meglio, tuttavia il sangue scorre lo stesso lungo la spina dorsale, la mia bianca maglia stracciata si appiccica alle ferite; non oso immaginare come sia ridotta, anche se non mi importa molto, ogni volta che sogno ho sempre dei vestiti diversi dai miei.

Noto che Erika si sta impegnando molto, ma non ci sono grandi miglioramenti, so che non ce la farò a resistere a lungo.

Improvvisamente mi accorgo che c'è Jacob al fianco della sorella, mi afferra l'altra mano, senza essere visto da Erika che tiene gli occhi chiusi.

Subito provo una sensazione di  enorme sollievo e non sento più gocciolare il sangue.

-Sono guarita!-

Affermo felice. Jacob sparisce, mentre la principessa si illumina di gioia.

- Ti ho guarito? Davvero? Ce l'ho fatta!-

-Si ci sei riuscita!-

-Fantastico, temevo per te, senza la collana le ferite non possono rimangiarsi da sole nel tuo mondo.-

-Ah... speriamo di ritrovarla. Dimmi anche tuo fratello ha imparato questo potere?-

-Si lui prima di me, infatti contavo su di lui per aiutarti, però...-

- Non ti preoccupare, presto migliorerai.-

Stiamo tranquille per un istante, tuttavia poco dopo un Cavaliere urla:

-Nemici all'orizzonte, nemici!-

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