Capitolo 22

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Quando mi sveglio è tutto buio, si vede solo la luce nel corridoio, è tutto abbastanza silenzioso e ho quasi voglia di tornare a dormire, ma dopo poco inizio a sentire delle voci, poi qualcuno accende la luce della mia stanza e un medico seguito da una schiera di ragazzi in camice si infila nella mia stanza prendendo la mia cartella.

La luce mi da fastidio agli occhi, poi metto a fuoco, tra i ragazzi in camice c'è anche Akito, che appena mi vedere sembra sconvolto, vorrei urlargli contro, si cretino è tutta colpa tua, ma mi trattengo visto quanta gente c'è in questa stanza.

"Buongiorno signora Kurata, scusi l'affollamento, ma è un ospedale universitario e questi ragazzi devono imparare il mestiere. Non faccia caso a loro. Allora come ha passato la notte? È sveglia da molto?"

"No ho appena aperto gli occhi" dico confusa.

"Benissimo, allora la nostra paziente è stata trovata senza sensi e portata d'urgenza in ospedale dopo un'aggressione, aveva già dei punti per un incidente del giorno precedente che sono stati rimossi e rimessi per evitare infezioni, in più ha una costola rotta e diverse lesioni superficiali, ma noi l'abbiamo dovuta trattenere per una piccola lesione interna che continuava a sanguinare. Qualcuno sa dirmi come procederemo?" chiede il medico rivolto ai ragazzi.

Uno di loro si fa avanti "Se l'emorragia interna era molto piccola potrebbe risanarsi da sola, il che è sicuramente meglio che un'operazione"

"Esattamente, so che siete ansiosi di tagliuzzare e ricucire, ma in casi come questo è sempre meglio evitare di sottoporre il corpo a stress inutile"

loro continuano a parlare tra di loro e io vedo Akito con la coda dell'occhio diventare sempre più pallido e teso a ogni parola.

"Adesso le farò una piccola ecografia ok?" mi dice il medico, mentre uno dei ragazzi spinge avanti il macchinario.

Faccio segno di si, quello mi alza la maglia punta quel coso gelato sulla mia pancia, non ho nemmeno ancora avuto il tempo di guardarmi e vedo un'orrenda macchia violacea sulla mia pancia.

"Non si preoccupi sono lividi e spariranno, questo colore scuro che vede è il sangue uscito dalla ferita, ma con il tempo si riassorbirà" dice il medico intuendo il mio timore.

Tutti sono intenti a guardare lo schermo del ecografo e mentre il medico spiega cosa stanno vedendo, io anche senza guardarlo so benissimo che Akito invece sta fissando me. Conosco bene la sensazione che mi provocano i suoi occhi quando si concentrano su di me.

"Benissimo signorina, l'emorragia sembra si sia arrestata, la trattengo ancora qualche ora, se tutto ve bene entro sera la rimanderò a casa" dice il medico.

Poi così come sono venuti tutti, così se ne vanno.

Passa qualche ora e inizio davvero ad annoiarmi, spero che vengano presto a dimettermi. Mentre sono persa tra i miei pensieri, vedo entrare Akito che si richiude la porta alle spalle.

Si ferma li a fissarmi, poi fa per avvicinarsi e io lo blocco subito "Vattene via!"

"Sana, è stata lei? Ti prego devo saperlo!"

"Ti ho detto di andare via!"

"Non posso, io non riesco a starti lontano, io..." non voglio lasciarlo finire.

"Se non te ne vai immediatamente farò chiamare la sicurezza e ti farò radiare dall'albo dei medici, lo vuoi capire che se sono finita di nuovo qui è colpa tua? Ti avevo detto di non immischiarti, ma tu non ascolti, non parli e non capisci un accidente. Ti piace così tanto stare con quella pazza maniaca? Stacci e non farti più vedere!"

"io..."

Schiaccio il bottone della chiamata per le infermiere lui lo riconosce immediatamente "Sana, ti prego!"

"No! Devi andartene!"

Un attimo dopo un'infermiera si affaccia, e appena vede Akito rimane perplessa.

"Scusate va tutto bene?"

"si si, devo aver toccato il pulsante per sbaglio, stavo andando via, la signora Kurata sta bene" dice Akito uscendo dalla porta.

Lei mi guarda e io faccio segno di si con la testa.

Dopo poco arriva un poliziotto, sembra molto giovane, mi ha riportato la borsa, dice che hanno trovato altre due impronte digitali sulla borsa oltre alle mie, ma non hanno trovato riscontri, chi ha preso la borsa evidentemente non aveva precedenti.

"Però è molto strano, soldi, documenti e cellulare sono ancora dentro, non hanno toccato niente, aveva qualcos'altro di valore all'interno della borsa che possa aver attirato qualcuno?" chiede.

"No, non che io ricordi" dico svelta.

Lui mi porge la borsa "Per favore dia uno sguardo al suo interno, così potrà verificare subito il suo contenuto e dirmi se manca qualcosa"

Io do una rapida occhiata, ma veramente non manca niente "mi sembra che non manchi davvero niente"

"Allora il mistero si infittisce, perché aggredirla per rubarle la borsa per poi buttarla a pochi isolati di distanza senza prendere niente?" chiede pensieroso, poi mentre mi guarda si blocca per un attimo "lei è sicura di non ricordare niente? Due incidenti in due giorni, è davvero strano, se c'è qualcosa che vuole dirmi io la potrei aiutare, domani potrebbe essere meno fortunata"

Resto un attimo a pensare, un attimo di troppo probabilmente perché lui sembra capire "Non voglio spaventarla più di quanto non lo sia già, ma chiunque le abbia fatto questo non la smetterà, lei non può proteggere un potenziale assassino"

"Cosa succederebbe se decidessi di fare una denuncia?" chiedo perlessa.

"Innanzitutto, se si conosce l'identità di questa persona, potremo fare una diffida e dovrebbe mantenersi ad una certa distanza da lei, pena l'arresto, potremo farla proteggere in caso di aggravanti, ci sono diverse procedure per poterla aiutare" cerca di spiegarmi.

Resto in silenzio persa nei miei pensieri, lui mi guarda profondamente e poi dice: "Lei sa chi la aggredita vero?"

Non so perché ma questa persona mi da l'idea di una persona affidabile, ho paura, paura di quella pazza maniaca, paura di sbagliare. Se la denuncio potrei rovinarle la vita, se non lo faccio vivrei sempre nella paura. E tutto questo è successo per cosa? Perché entrambe ci siamo innamorate dello stesso ragazzo, ok si la gelosia, ma io sarei mai arrivata a picchiare qualcuno perché è il mio rivale in amore? La risposta è semplice NO. Sarei stata gelosa, mi sarei arrabbiata, avrei consumato quintali di fazzoletti piangendo, ma non avrei mai potuto mandare qualcuno in ospedale per questo.

Alzo lo sguardo e puntando gli occhi fissi su di lui faccio cenno di si con la testa, e nello stesso momento non so perché ma le lacrime iniziano a uscire molto più numerose di quanto vorrei. Non riesco a frenarle.

Il quel momento entra il medico, con lui c'è anche Hayama "Buona sera signora Kurata, adesso possiamo dimetterla, ha qualcuno che può venirla a prendere?"

"Se vuole posso accompagnarla io a casa" si intromette il poliziotto.

"Si grazie, non saprei chi chiamare adesso" dico asciugandomi le lacrime.

Akito esce scocciato dalla stanza senza dire una parola e io faccio finta di niente.

Preparo le mie cose per tornare a casa e poi mi accompagnano fuori, salire sulla volante della polizia mi fa un certo effetto, ma il poliziotto è davvero gentile e mi mette a mio agio.

Poi quando sono finalmente a casa vuole assicurarsi che non resterò da sola per un po' di tempo così chiamo la mia amica del lavoro e le chiedo di venire da me.

"Non voglio insistere, ma pensi seriamente alla denuncia nei confronti del suo aggressore, non dovrebbe passarla liscia"

"Si lo farò" dico.

"Spero di vederla presto in commissariato"

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