Capitolo 26

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Sono passati ormai diversi giorni e finalmente oggi è venuto il medico a dare l'ok per la dimissione, domani finalmente Akito potrà uscire dall'ospedale.

"Finalmente domani potrai tornare a casa! Che bello!" dico felice.

Ma lui non sembra felice quanto me.

"Akito? C'è qualcosa che non va?" chiedo vedendo il suo sguardo buio.

"No tutto apposto"

"Hai promesso! Parliamone!" dico arrabbiata.

Quando abbiamo parlato e chiarito tutto ci siamo ripromessi di parlare sempre di qualsiasi cosa e che qualsiasi cosa sarebbe successa l'avremo affrontata insieme.

"Cosa farò adesso?" chiede a bassa voce.

"Tornerai alla tua vita!"

"No, non è vero" dice fissandosi la mano inerte "Non potrò mai tornare a fare quello che facevo prima, niente è più come prima"

"Ma andrà meglio i medici sono ottimisti" cerco di incoraggiarlo.

"Si certo dicono che tornerò ad utilizzare la mano al 80%, ma non potrò mai fare chirurgia con una mobilità del 80%, e al momento non potrò nemmeno ricominciare il lavoro al bar dato che non riuscirei nemmeno a reggere un bicchiere, che altro posso fare? Tutto quello che mi ero prefissato non è più possibile"

Non avevo tenuto conto del grande cambiamento, ero così felice che fosse vivo, che ci fossimo ritrovati, che non ho pensato a cosa sarebbe successo.

"Scusa, io ero così felice che non ti ho chiesto come stavi tu, mi dispiace tanto, io vorrei aiutarti ma..."

"Tu esisti, questo mi aiuta" dice allungando la mano e tirandomi verso di se per unire le nostre labbra.

Mi allontano "Sono seria, voglio aiutarti"

"Lo so, ma non devo decidere della mia vita in un solo giorno, ci ho messo anni a decidere che volevo diventare un medico"

"Potresti fare lo stesso medicina, magari non chirurgia, ma potresti comunque salvare delle vite"

"Si probabilmente si... Mi mancherà passare tutto questo tempo con te"

"Posso chiederti una cosa? So che probabilmente è una follia, che sto correndo troppo, ma quando uscirai da qui..." mi interrompo incerta, penserà sicuramente che sono pazza.

Lui mi guarda curioso.

"Bhè ecco, volevo chiederti se ti andava di trasferirti da me!" dico tutto d'un fiato per paura di bloccarmi.

Lui si illumina di un meraviglioso sorriso, "Sarebbe stupendo poter stare con te in ogni ora della giornata, svegliarsi e addormentarsi al tuo fianco, ma sei sicura che ti vada bene?"

"Dal momento che ho rischiato di perderti ci ho pensato quasi tutti i giorni, non voglio più perdere tempo, se ti fosse successo qualcosa avrei vissuto nel rimorso di non aver potuto stare di più con te, ti amo e non voglio perdermi nemmeno un minuto insieme" ammetto.

"Ti amo..." dice baciandomi "sarei l'uomo più felice del mondo se potessi vivere con te!"

La sera quando vado a casa decido di organizzare già tutto per mettere le sue cose, libero metà dell'armadio, e parte dei cassetti, poi inizio a organizzare anche il resto della casa, tiro fuori dei palloncini e mi metto a disegnare un cartellone di benvenuto che appendo all'ingresso, non vedo l'ora che sia domani.

Quando vado a letto è ormai tardissimo, ma sono felice.

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