Desiderio (2Doc/StuDoc)

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Ops, smut. Eh vbb.

Il fondo blu della tazza fu inondato dal liquido lievemente marroncino del thè alla menta, il preferito di 2-D. Erano solo le otto del mattino lì, nei Kong Studios, ma il ragazzo dai capelli blu elettrico aveva già mal di testa. Prendere gli antidolorifici di primo mattino era sempre un trauma. Prese la tazza e delle fette biscottate e andò a sedersi, incominciando a mangiare. Il pigiama grigio a pois bianchi di 2-D aveva le maniche fin troppo larghe per i suoi gusti, infatti doveva sempre rimboccarsele fino al gomito quando mangiava. D'un tratto, sentii dei tonfi provenire dalle scale. Si girò, per poi ritrovarsi le braccia di Noodle attorno al suo collo. Il ragazzo sussultò, ma sorrise. «Come mai tutta questa esuberanza?» chiese il ragazzo dai capelli blu, poggiando una mano su di un braccio di Noodle. Lei sorrise e fregò un biscotto dal pacchetto posto davanti alla tazza di thè. «Oggi è sabato e non c'è scuola!» affermò la corvina, lasciando in pace il povero collo di 2-D. Era vestita veramente bene: una maglietta rossa che arrivava all'ombelico, giubbotto in pelle nero e jeans a vita alta. «Quindi dove staresti andando adesso?» chiese tranquillamente Stuart, prendendo tra le mani la propria tazza. «In giro con i miei compagni di classe! Russell mi sta accompagnando e poi andrà a fare la spesa» rispose Noodle, finendo di mangiare il biscotto. Dei passi più pesanti si avvicinarono ai due e Russell fece la sua comparsa. «Si, non fate troppo caos voi due, va bene?» chiese il grasso omone, lanciando un'occhiataccia a 2-D. Il ragazzo annuì velocemente e sospirò. «Sai benissimo che non sono io quello che inizia a litigare tra i due...» disse 2-D, un po' tristemente. Russell sospirò a sua volta, poi prese le chiavi di casa e, seguito da Noodle, uscirono dai Kong Studios. 2-D rimase solo, a bere il suo thè alla menta, ma per poco. Altri passi scendevano dalle scale, più lenti e strascicati dei precedenti. Il ragazzo non alzò lo sguardo, cercando di ignorare l'uomo che adesso si era seduto davanti a lui. «Hey, face-ache» lo chiamò Murdoc, afferrando il pacchetto intero di biscotti. Il ragazzo dai capelli blu sospirò. «Cosa c'è, Murdoc?» chiese cortesemente, conoscendo il malumore mattiniero dell'uomo, anche se egli era sempre di malumore. «Noodle è sveglia?» chiese quindi Murdoc, mettendosi in bocca due biscotti contemporaneamente. «È uscita con Russell» rispose 2-D, bevendo velocemente gli ultimi sorsi di thè. L'uomo verdognolo annuì, sbuffando. «Cazzo, avevo bisogno di lei per il mio computer...» iniziò a lagnarsi, poi alzò la testa verso Stuart «tu ci sai fare con questi aggeggi maledetti? Mi servirebbe una mano». 2-D, che era già in piedi e pronto a fuggire da quella situazione, si bloccò sul posto, con la tazza vuota tra le mani. Avrebbe voluto rispondere che aveva da fare, ma era fin troppo gentile. Quindi posò la tazza nel lavandino e si girò verso Murdoc, sorridendo leggermente. «Certo, dipende qual è il problema!» rispose, mentre l'uomo verdognolo si avvicinava a lui. 2-D deglutì, terrorizzato all'idea di una reazione esagerata da parte dell'uomo se avesse detto di no. «Boh, credo di aver per sbaglio aperto troppi pop-up nei siti porno» disse il moro, alzando le spalle. Poggiò una mano sul piano da cucina vicino al lavello, avvicinando il viso a quello di Stuart. Il ragazzo passò lo sguardo sul petto nudo di Murdoc, esaminando ogni centimetro del suo corpo. Non si metteva più gli slip, avevano firmato una petizione per via della loro indecenza, così l'uomo si era accontentato dei boxer leopardati. 2-D arrivò agli occhi di Murdoc e ne rimase incastrato dentro. Ci fu un momento di silenzio, nel quale i due ragazzi non si erano staccati gli occhi di dosso nemmeno per un secondo. «Ti potresti togliere dal cazzo? Avrei bisogno di farmi un caffè» prese poi la parola Murdoc, facendo sussultare il ragazzo dai capelli blu, che riuscì solamente ad annuire ed a strisciare di lato. Si diresse velocemente verso le scale che portavano giù, alla sua camera, con in testa l'immagine degli occhi dell'uomo ben impressa nella mente. «Vieni nel mio camper dopo, così mi aggiusti quel coso maledetto» sbraitò Murdoc, quasi nervoso. 2-D farfugliò un "si" e corse via, diretto in camera sua.

Dopo essersi infilato una camicia nera a fiori rossi dai primi due bottoni aperti e un paio di jeans a vita alta, Stuart salì le scale per dirigersi al garage, considerato che la sua stanza si trovava in uno dei piani inferiori ed il garage stava più su. Dopo aver camminato fino al garage, vi entrò dentro, cercando con lo sguardo il camper di Murdoc. Provava sempre una sorta di ansia quando stava vicino a quell'uomo, ma non riusciva a capire il perché. A volte dimenticava il nome dell'uomo, altre volte dimenticava come era finito nei Kong Studios. Stupidi incidenti alla testa.
Finalmente arrivò davanti al camper di Murdoc e si fermò. Prese un bel respiro e bussò. Nemmeno il tempo di togliere la mano dalla porta che essa si spalancò, rivelando un Murdoc finalmente vestito con una maglia a righe bianche e nere ed un paio di pantaloni neri. «Forza, muoviti!» disse l'uomo verdognolo, afferrando 2-D per la camicia e facendolo entrare con forza dentro il camper, chiudendo poi la porta dietro il ragazzo. Stuart si guardò intorno: era entrato poche volte in quel camper, ma non era mai stato così... Ordinato. Ogni cosa al proprio posto, ogni cosa pulita. Era quasi inquietante. Murdoc si gettò sul letto dalle lenzuola rosse come il sangue e afferrò il portatile. Lanciò uno sguardo a 2-D, che era ancora rimasto a guardarsi attorno allibito, e si morse il labbro inferiore. Quanto cazzo aveva desiderato rimanere da solo con lui. Non capitava quasi mai, non aveva mai avuto l'occasione di provarci veramente con lui. Ovviamente, era solo per curiosità, un piccolo sfizio personale che voleva togliersi da anni, ma ultimamente questo era diventata un'ossessione. Ogni giorno, pensava al ragazzo dai capelli blu, a come sarebbe stato eccitante guardare da dietro quel suo corpo esile e graffiare quella sua pelle pallida...
Murdoc battè le mani sul materasso. «Su, vieni. Ti faccio vedere come fa appena apro le icone» disse, sviando lo sguardo dalla figura alzata del ragazzo. 2-D si girò verso di lui e si avvicinò al letto, sedendovi sopra subito dopo. Prese delicatamente il portatile dalle mani dell'uomo, sfiorando quest'ultime e un brivido gli percosse la schiena. Di nuovo la sensazione provata prima in cucina. Stuart scosse leggermente la testa, deglutì e si mise a "lavoro", cercando di aggiustare il computer come meglio poteva.
Dopo una buona mezz'ora, nella quale 2-D si era spostato ed ora stava seduto su una panca attorno ad un piccolo tavolino posto nel camper, ancora non era riuscito a capire dove stava il problema. Si, c'era sicuramente un virus, ma non sapeva come mandarlo via. Sbuffò, infastidito dal proprio fallimento, e sbattè piano la fronte sul ripiano di legno. «Vuoi un altro trauma cranico, idiota?» disse Murdoc che, evidentemente, aveva smesso di stare steso sul letto senza far nulla. In mano aveva due birre, probabilmente provenienti dal mini frigo del veicolo. Il ragazzo dai capelli blu alzò la testa e lanciò un'occhiataccia all'uomo. «Tanto non posso essere più stupido di così» rispose, quasi in tono di sfida, mentre Murdoc gli porgeva la birra fredda. «Ne dubito fortemente» sussurrò Murdoc, in modo abbastanza udibile. 2-D avvicinò la bottiglia già aperta alle labbra e bevve qualche sorso, senza smettere di guadare l'uomo davanti a lui. Non riusciva a capire come mai avesse tutte queste fans sfegatate che fremevano dalla voglia di stare con lui. Ovviamente, a Stu non importavano cose simili, non era minimamente invidioso, anche perché l'invidia era un sentimento da lui mai provato. Forse era... Geloso? Ma figuriamoci! E poi, proprio di Murdoc? Eppure, quando il moro si faceva toccare fin troppo o flirtava con praticamente ogni essere dotato di vagina, 2-D provava un impeto di rabbia immenso, quasi incontrollabile. Ma passava subito dopo, bastava non pensarci. Murdoc si accorse dello sguardo vuoto di 2-D e schioccò due dita davanti al suo viso. Il ragazzo scosse la testa e avvampò di colpo, rendendosi conto della vicinanza dei loro visi. «Sei riuscito o no ad aggiustare questo schifo?» chiese poi Murdoc, evidentemente seccato. Stuart tirò indietro la testa distolse lo sguardo, poggiandolo sul computer. «No, non capisco cosa ci sia di sbagliato-» sussurrò, pregando in ogni modo Buddha di far allontanare quell'uomo dal suo campo visivo. Ma probabilmente in quel momento Buddha aveva da fare, perché il tizio verdognolo si sedette accanto a lui. «E che cazzo, 2-D, non riesci nemmeno a fare una cosa così semplice!» ridacchiò Murdoc, prendendo un sorso abbastanza lungo dalla propria birra. 2-D allora ne ebbe abbastanza. Spinse di lato Murdoc, con una forza a lui sconosciuta, facendolo alzare e si alzò a sua volta, cercando di non sbattere la testa sul tettuccio del camper. Era infastidito, quasi arrabbiato dal suo comportamento. Lui lo stava aiutando e Murdoc non faceva altro che prenderlo in giro ed arrabbiarsi con lui. «Fallo tu, visto che sei tanto bravo!» sbraitò, agitando le braccia «io ti sto facendo un favore, pur mal volentieri, e tu non fai altro che percularmi!». Murdoc aprì la bocca per controbattere, ma 2-D non lo fece nemmeno iniziare. «No, adesso mi ascolti perché mi sono rotto i coglioni. È da quando sono entrato in questo gruppo che mi tratti di merda, anche se io faccio praticamente tutto ciò che mi dici. Da quando è finita quella stupida "avventura" – e mimò le virgolette con le dita– in quell'isola di plastica, pensavo che le cose tra di noi si fossero un minimo aggiustate, invece noto che non è così». Stuart sospirò, sotto lo sguardo duro e accigliato di Murdoc. Cazzo, se l'aveva fatta grossa. Indietreggiò fino alla porta del camper, per fuggire da quella situazione, ma si sentì afferrare per un polso. Si girò, incontrando gli occhi freddi dell'uomo, e diventò più pallido del solito. Venne trascinato e scaraventato sul letto, provocando delle oscillazioni per tutto il camper. Murdoc era sopra di lui, con un ginocchio in mezzo alle sue gambe e le mani a tenergli i polsi alti sulla testa. «Stammi a sentire, perché non lo ripeterò due volte» ringhiò l'uomo, a denti stretti. «tu mi devi la vita, la fama e la gloria. Non saresti nulla senza di me ed è inutile frignare su quello che è successo».
«Io non ti ho mai chiesto di volere tutto questo» sputò Stuart, sentendo un barlume di coraggio sprigionarsi dal proprio corpo. Ma quel momento durò poco perché, allo sguardo infuocato dell'uomo, 2-D ritornò piccolo piccolo e trattenne il respiro.
«Stuart, a volte dai veramente risposte del cazzo» rispose Murdoc, avvicinando il viso al suo. L'uomo sapeva che il ragazzo non avrebbe potuto mai e poi mai sottrarsi a questa vita: primo, perché Murdoc aveva venduto la propria anima a Satana per fondare questa band del cazzo; secondo, perché lui non lo avrebbe mai lasciato andar via. Non lo avrebbe mai ammesso, ma sentiva come un legame con quel ragazzo, un legame che faceva uscire la sua parte più incontrollata. Nel silenzio che seguì dopo, Murdoc approfittò per analizzare bene la situazione: 2-D sotto di lui, vulnerabile e spaventato; il suo Dio dagli occhi neri era alla completa mercé dell'uomo senz'anima. Ma, a quanto pare, 2-D non ne aveva abbastanza. «Fottiti» gli disse, scandendo ogni sillaba. Il cervello di Murdoc era ormai andato, non voleva più sentire una sola parola. Allora decise di fare l'unica cosa che avrebbe placato gli animi di entrambi (per chi ne possedeva ancora): baciò il ragazzo sulle labbra, prendendosi l'accesso con violenza. 2-D spalancò gli occhi, sconvolto da quella reazione. E, mentre la lingua dell'uomo vagava nella sua bocca, il ragazzo strizzò gli occhi, sentendo qualcosa premere dentro il cavallo dei suoi jeans. Era bastato un bacio per fargli dimenticare tutto ciò che gli aveva detto contro?
Dio, si.
Mandò anche lui a puttane la propria razionalità, tanto il cervello non ragionava nemmeno normalmente, figuriamoci adesso. Murdoc lasciò i polsi a 2-D non appena notò il suo ricambiare il bacio e mise una mano sulla cintura di quest'ultimo, slacciandogliela. Gli sbottonò i pantaloni e li abbassò gli colpo, lanciandoli via. 2-D afferrò l'estremità della maglia dell'uomo e la tolse con un scatto, staccandosi dalle sue labbra. I due si guardarono, un po' ansimanti. «Dovresti tenermi testa più spesso, sai?» disse l'uomo, ridacchiando di gusto «mi ecciti terribilmente quando ci provi». Dei brividi percorsero la schiena di 2-D. Non era questo il suo obiettivo, lui voleva solo farsi ascoltare... Ma in quel momento, non gli importava più di tanto. Murdoc sbottonò velocemente la camicia del ragazzo e tolse anche quella, iniziando poi a lasciargli baci umidi lungo tutto il petto, fino ai boxer. Nel momento in cui Murdoc abbassò i boxer di 2-D, quest'ultimo sentì il senso di colpa pervaderlo. Poggiò una mano sulla testa dell'uomo e gliela alzò, facendo in modo che lo guardasse negli occhi. «Murdoc, noi non dovremmo- io... Io non sono gay...» sussurrò, mordendosi il labbro inferiore. Murdoc fece una lieve risata roca e prese in mano il membro di 2-D. «Dovrai ricrederti, Stuart» disse Murdoc, iniziando a leccare la lunghezza del ragazzo. Dei brividi percorsero il corpo di Stuart. "Mi ha chiamato per nome..." pensò. In effetti, non lo faceva mai. Il ragazzo si concentrò sui movimenti dell'uomo, decisi e sempre più veloci lungo la sua lunghezza, e si fece scappare qualche gemito in po' troppo forte. Murdoc era estasiato: dopo anni, riusciva a portarsi a letto il suo Dio dagli occhi neri. Fece scivolare la mano che teneva i suoi polsi verso il suo ano, infilando lentamente un dito. 2-D gemette ancora più forte non appena iniziò a muoverlo dentro di lui. Poi ne infilò un altro, in modo un po' meno delicato. Non ne poteva più, il membro spingeva contro il tessuto dei boxer e dei pantaloni. Lasciò andare allora la lunghezza di 2-D e tolse le dita da dentro di lui, sbottonandosi i pantaloni e togliendoseli insieme ai boxer. Poggiò una mano accanto alla sua testa e si prese il membro con l'altra, posizionandolo nella sua apertura. «Sei... Sei pronto, Stuart?» chiese, senza un motivo preciso. Se fosse stato un altro, lo avrebbe fatto e basta, ma lui... Ma lui era diverso. Non era uno qualunque. Stuart annuì, ad occhi chiusi, un po' spaventato. Subito dopo, quest'ultimo sentì finalmente la presenza di Murdoc dentro di sé e mai come in quel momento provò un simile dolore e piacere.
E, mentre l'uomo si muoveva dentro di lui sempre più velocemente, Stuart non riusciva a pensare ad altro che, si, in un modo o in un altro, aveva chiesto e desiderato una vita simile.

Capitolo kilometrico scusatemi. E non aggiorno da un pezzo... Scusatemi pt.2 lol.
Ps: è la mia prima smut scritta e non ruolata, scusatemi se è scritta di merda.

one shot, one killDove le storie prendono vita. Scoprilo ora