Alan.

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Stringo automaticamente la mano intorno alla tazza ormai tiepida, mentre la risata di quella ragazzina mi assordano le orecchie.
-questa si che è bella, tu un capo branco- mi indica con quel tifino bianco così fragile
-si- sussurro per poi portarmi la tazza alla bocca e bere l'ultimo sorso del cappuccino
-e io sarei stata scelta per entrare a far parte del tuo branco- annuisco lentamente, appoggio la tazza sul tavolo invecchiato. Mi lascio andare sulla sedia di legno altrettanto invecchiata
-si- questo posto mi da la nausea, un piccolo bar che profuma di lavanda misto polvere. Un odore così forte che mi entra nelle narici e mi risveglia lo stomaco, fra poco avrò pure un conato di vomito
-non fai altro che ripetere "si"- sbuffa Addy, picchietta le unghie contro il tavolino di legno facendomi urtare il sistema nervoso
-senti, io ti ho detto questo. Cos'altro vuoi sapere? Ormai il tuo destino è segnato e da come ho capito, tu vuoi una famiglia e io posso dartela- affermo deciso mentre stringo le mani per reprimere il mio nervoso
-voglio sapere tutto, la tua storia e il perché di tutte queste cazzate!- alza la voce facendo girare una coppia nel tavolo di fianco al nostro, faccio una smorfia nel sentire il suo linguaggio volgare e sospiro
-non sono bugie- di colpo mi alzo lasciando sul tavolo il costo di due cappucci e un cornetto alla crema, mi infilo velocemente la giacca e vado verso l'uscita
-ma ehy! Dove vai?- la sento alzarsi e rincorrermi, dopo essere uscito prendo un respiro di quella che non è di certo aria pulita, ma almeno serve per togliermi dal naso l'orrenda puzza di quella baracca
-che hai?- la ragazza si mette di fianco a me e mi fissa. È bassa rispetto a me, infondo lei non è ancora matura e io avrò il sestuplo della sua età o più, ormai ho perso il conto
-quel posto mi disgusta- sussurro, mi giro verso di lei restando serio
-è così carino e poi c'è odore di lavanda fresca e io amo l'odore della lavanda- alzo gli occhi al cielo, quindi quando sarà sotto l'effetto del morso dovrò sopportare il suo nauseante odore di lavanda, grazie madre per aver scelto quest'umana puzzolente
-dalla tua espressione capisco che l'odore non è di tuo gradimento- perspicace, alzo le spalle e prendo a camminare da una direzione a caso seguito a ruota dal futuro cucciolo
-che odore vorresti sentire in questo momento?- ma che domanda è? L'odore di casa ovviamente! Muschio, odore di acqua, foglie bagnate, aria pulita e leggera
-molti odori- rispondo senza volermi dilungare e poi che le importa degli odori che piacciono a me
-dai, uno in particolare- mi ritrovo a pensare a un fiore bianco, leggero e così buono da sentire. Donato dalla madre stessa per indicarmi come iniziare il mio viaggio, quell'odore che ora appartiene a una persona
-fiore della luna- di colpo sbuchiamo di fronte a Central park e sorrido, oasi verde in un mare di deserto. Attraverso la strada non curante delle lamentele dei guidatori e delle imprecazioni
-non esiste un fiore del genere- la sento decisa, con quella voce squillante e fastidiosa
-dici così solo perché non l'hai visto ne sentito e ci sono parecchie cose che tu non hai visto o sentito-
Gli alberi di quel parco sono in una continua lotta contro l'inquinamento, la maggior parte è malata a causa del aria sporca e del terreno sporco. Stupidi umani che non apprezzano ciò che hanno
-racconta, voglio sapere- supero una panchina iniziando a camminare sul erba leggermente bagnata a causa delle leggere piogge che cadono ogni tanto
-se io ti racconterò tutto, tu non dovrai fare di matto- mi fermo difronte ad un albero maestoso e sano, sorrido sentendo l'aura che emana e l'ossigeno rilasciato dalle sue foglie altrettanto maestose
-lo prometto- si mette di fronte a me facendosi una croce sul cuore. Gli umani e le loro manie dei detti
-bene- ma sposto spingendola con delicatezza alla mia destra e mi vado a sedere sotto all'albero appoggiando la schiena contro il suo tronco, Addy si siede di fronte a me incrociando le gambe
-inizia- ed ecco la mia storia
-discendo da una lunga stirpe di lupi polari. I lupi polari sono una una specie estinta, o almeno è questo che tutti gli umani pensano. Ma io sono qui e quindi un motivo c'è, questa specie di lupi ha avuto l'onore di ricevere un regalo da parte della luna ovvero nostra madre. Per premiare un branco di lupi che si era spinto troppo a nord fino ad arrivare nel gelido polo nord, in una notte splendente in cui l'aurora boreale aveva raggiunto il culmine della sua bellezza e la luna piena come mai prima di allora, accadde qualcosa di straordinario.
I lupi si trasformarono in uomini, la luna parlò a loro benedicendoli e facendogli capire che loro erano i possessori della natura. I guardiani.
Il branco imparò a controllare le due sembianze e tutto filò liscio per un lungo periodo- termino ripetendo le parole che mia madre mi raccontava da piccolo
-ma questa è la storia dell'inizio. Io voglio sapere la tua storia- alzo un sopracciglio, questa non si fa gli affari suoi
-non sono cose che dovrebbero riguardarti- mi sudano le mani e tramano leggermente, io non voglio raccontare la mia storia. Non voglio rivivere il terrore
-oh va bene, allora me ne vado- fa per alzarsi, ma le afferrò il polso con la mano facendola rimettere sull'erba
-no, rimani- se va via, non potrò tornare a casa e il mio branco rischierà di finire
-allora?- mi guarda incitandomi a continuare
-okay, parlerò- sussurro abbassando lo sguardo, prendo un lungo respiro iniziando a parlare
-alla mia famiglia fu assegnato il compito di vegliare sul Nord America, tutto procedeva bene. Ma poi arrivarono gli europei e tutto fu distrutto, venne data la caccia ai lupi. Venimmo sterminati e molto gruppi si trasferirono in quello che ora è il Canada, infatti ora il Canada è diventata la terra di noi lupi.
Quando ero ancora un cucciolo, venni istruito sul mio futuro. Nello sbocciare della mia gioventù, la mia famiglia venne sterminata e io assistetti a tutto, sangue dappertutto e non feci niente per fermare quella condanna. Il periodo dopo lo passai come lupo solitario, vagando per i boschi cercando di sfogare la mia rabbia- smetto di parlare stringendo gli occhi, un dolore fin troppo conosciuto mi pervade il petto. Faccio di tutto per sopprimerlo e riprendo a parlare
-la luna poi mi parlo, mi disse che dovevo iniziare a creare il mio branco e che ci avrei messo tempo, era l'inizio un lungo viaggio che mi avrebbe fatto diventare forte e conosciuto.
Dal quel giorno vagai per le foreste canadesi alla ricerca dei miei compagno ed uno ad uno li trovai- termino il mio racconto, scuoto il capo pensando a tutte le scene che ho tagliato fuori. Non credo sia giusto raccontare troppe cose personali a una ragazzina appena conosciuta, capisco che sarà parte del mio branco ma voglio rimare riservato
-wow- mi fissa a bocca aperta per poi scoppiare a ridere, la guardo sconcertato
-certo che tu ti sai sballare per bene- dice dopo, un senso di rabbia mi pervade fino a farmi scoppiare
-senti insulsa ragazzina, non ho tempo di star qui a spiegarti e a farti capire che tu fai parte di qualcosa di più grande. Tu verrai con me!- affermo deciso alzandomi e avvicinandomi di più a lei
-senti il potere della luna scorrerti tra le vene? ti senti diversa dagli altri? Senti di non appartenere a questo
Posto?- la guardo negli occhi mentre lei esita e questa è una risposta più che sufficiente
-mettiamo che ti credo, cosa dovrei fare. Dove dovremmo andare?- si alza stando a pochi centimetri da me
-dal mio branco, nella tua vera casa-

***

Guardo il soffitto sopra di me sospirando, la mia missione è terminata. Ora mi aspetta il viaggio di ritorno.
Chiudo gli occhi cadendo in un sonno profondo essendo troppo stanco a causa della giornata pesante

È come un lampo, mi ritrovo tra gli alberi nella mia forma animale. Vago tra i boschi guidato da una forza maggiore dalla mia e poi la vedo.
In mezzo a un prato circondato da lunghi pini che emano un odore fresco, giace seduta una ragazza. Di quella che dovrebbe essere la mia età umana, ha lunghi capelli neri e un viso pallido. Sta raccogliendo dei fiori bianchi, sono fuori che non ho mai visto prima e che mi ricordano l'odore della madre.
Sbucando dal cespuglio mi avvicino con cautela, schiaccio un ramo e questo crea un rumore sottile, ma abbastanza alto da far girare la ragazza. Mi sorride, appoggia i fiori in un cestino e inizia a parlare
-eccoti qui, ti stavo aspettando- qualcosa in me si accende e velocemente vado da lei, mi strofino addosso lei in segno d'affetto e anche per darle il mio odore così che nessuno più potrà portarla via da me
-sai, credo di aver trovato il nome giusto per te- passa una mano tra il mio pelo rossastro facendomi tremare, ha le mani così soffici. Mi accarezza leggermente e io mi accuccio di fianco a lei beandomi del suo tocco.
-tu sei Alan-

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Spazio autrice
Allora, forse la parte è un po' ci fusa ma va bene secondo me.
Nella prossima parte, i due personaggi torneranno a casa e li inizierà la presentazione del luogo e degli altri personaggi.
Spero vi sia piaciuta questa parte e spero che la storia vi piaccia già da ora
❄️

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