Un Normalissimo Giorno D'estate

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Ah l'estate quanto la odio.. Fa schifo in ogni cosa, passo le ore così gettata sul letto a fissare il soffitto e a pensare quanto faccia schifo tutto. Ho pochi amici e quei pochi che ho non escono mai così mi limito ad osservare il mondo da dentro, con un gomito appoggiato sul davanzale e lo sguardo fisso sugli alberi, principalmente sui rami che oscillano da una parte all'altra come se stessero per perdere le foglie una ad una, ma quelle foglie reggono e sopportano il peso del vento. Quanto vorrei fosse così facile anche per me, sopportare senza problemi come fanno le foglie ogni situazione, superare delusioni, tradimenti, ma non  è facile, è tutt'altro. Più che una foglia mi descriverei come una farfalla, nasce bruco poi cresce mangiando l'indifferenza e quando sboccia nella sua bellezza diventa fragilissima e muore dopo pochissimo, pk  è così che sono io, appena arriva un momento bello della mia vita muore poco dopo.  "È ora di dare una svolta alla mia vita" è la frase che sento sempre tuonare nella mia testa come se fossi presa a ceffoni dalla mia coscienza ma che ingorgo sempre mettendo dei tappi alle orecchie che sparano musica. Esco di casa un attimo, giusto qualche minuto, devo fare delle compere per mia madre e ho paura di incontrare i miei compagni di scuola, maledetti brutti e antipatici, non li sopporto e detesto farmi vedere da loro. Ovviamente stanno passando adesso in mezzo alla strada, voglio evitarli quindi alzo il passo ma con la mia grande fortuna inciampo e cado a terra. Per ora mi ignorano ma so che hanno visto tutto e dentro stanno ridendo di me, un giorno sarò io a ridere quando diventerò qualcuno sarò io a ridere di quei falliti. Fatto sta che finisco le compere e torno a casa, nessuno mi saluta, vengo completamente ignorata, il solito insomma, accendo lo schermo del cellulare noto che è scarico così lo attacco al carica batterie e lascio che il peso del mio corpo prenda la forma del letto appoggiando la testa sul cuscino, esattamente mi Stendo su un fianco, non so perché ma mi aiuta nelle mie lunghe riflessioni sulla vita. Avete mai pensato al senso di ogni respiro? Si parla tanto di inquinamento di anidride carbonica quando da una parte siamo noi stessi le macchine inquinanti che producono anidride carbonica con un solo respiro, un respiro di cui non ci rendiamo neanche conto, visto che è automatico eppure fa male a noi e al mondo che ci circonda. Ma più che far male a noi per un senso di inquinamento, ma perché graviamo su noi stessi ogni respiro che facciamo vuol dire un altro secondo, un altro attimo di sofferenza in questa vita fatta di soppressione di emozioni e di maschere..
Ho una certa fame, sarà che oggi sto pensando troppo per ora basta, mi alzo dal letto velocemente e chiamo mia madre ma non mi risponde, inizio a preoccuparmi nel caso sia successo qualcosa di grave magari..
**suonó la sveglia**
Oddio,non so cosa sia successo mi swnyo così strana e mi fa male la testa e poi ho quella sensazione di leggerezza addosso come se pensassi 20 kili di meno ma stessi portando un pesante carico sulle spalle, sarà l'angoscia o il senso di colpa.. Non lo so. Comunque ho deciso di scendere giù al piano terra per mangiare qualcosa ho un certo languorino e l'idea di cibo accende una lampadina di serenità in me. Così scendo le scale di fretta e salto gli ultimi tre scalini aggrappando la speranza di non caduta con una stretta sul manico della ringhiera urlando, quasi come fosse il sibilo di un serpente che rituona in tutta la stanza, "BUONGIORNOOO", torno a tormentare mia madre di prima mattina ma a quanto pare non è sveglia visto che ancora non mi ha risposto, ma comunque non intendo rovinare il suo dolce riposo quindi penserò io a prepararmi da mangiare. Sento un buon odore provenire dal retro cucina, quasi come fosse il sapore dell'estate mischiato al fresco autunnale con l'aggiunta di un cocktail sulle Hawuai, è così che posso descrivervi quest'odore non mi viene niente di meglio in mente a cui paragonarlo. Appena faccio capolino con la testa sulla cucina noto un piatto coperto da un pezzo di carta stagnola che luccica in controluce col sole. Appena mi avvicino sento come una botta alla testa così alzo lo sguardo ma mi accordo che non c'è niente sopra di me, ma davvero niente, neanche il soffitto che in verità vorrei che ci fosse. La luce del sole mi colpiva dritta in testa e piano piano tutto quello che mi circondava fino a qualche secondo fa inzió a scomparire, come se qualcuno stesse buttando sulla sua tela un secchiello di pittura bianca parlando il soggetto principale, in questo caso io, oppure al contrario ero io che stavo venendo sottratta dalla mia tranquillità quotidiana per affrontare l'inferno..

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