Capitolo 14

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James

Mi avevano ricattato... Mi avevano detto che se io non avrei lasciato Selestia la avrebbero ammazzata.
Quelli che mi credevo amici, erano in realtà miei nemici.
Pensai di lasciarla, pensai di lasciarla per poi partire, andarmela e riprendere e andare in Oceania, lontano da tutti, dove nessuno ci conosceva,dove nessuno ci avrebbe mai diviso.
Ma dovevo farle credere tutto questo e dovevo farlo il prima possibile... Ma avevo paura, paura che incontrasse qualcun altro.
Non avrei mai potuto perdornarmelo questo, ma me la sarei ripresa.
A ogni costo sarei ritornato a riprendermela sempre a costo di dover ammazzare chiunque.

Tornai a casa e la vidi lì sul letto piangere..
"James" e mi abbracciò.
"togliti" la spinsi e batté con la testa al muro... La guardai e mi sentivo così in colpa.
"James io... Cosa ho fatto? James ti prego.." pianse.
"Devi andare via dalla mia vita." gli dissi.
"Cosa? Perché.. Cosa stai dicendo? E il bambino?"
Mio figlio... Sicuramente mi perderò ogni suo passo... Mi perderò tutto...
"Io non ti ho mai amato." abbassai lo sguardo, non volevo vederla... Avrei pianto anche io...
"James... Mi hai spezzato il cuore..." la vidi piangere e cacciò fuori la borsa, prese tutti i suoi vestiti.
"Selestia... Non metterti con nessuno,oppure morirà"
"Tu, Tu non sei più nulla ormai, fai schifo, mi hai messo incinta e mi hai abbandonata ero solo uno sfizio per te, io che farò fuori da qui non ti riguarda più." restai senza risposta lei pianse, prese la borsa e se ne andò.

Diedi un calcio alla porta, forte, molto forte che quasi la rompevo.
Ero a pezzi per le parole che mi aveva detto, ero a pezzi per aver lasciato la mia donna da sola con mio figlio... È lei credeva che io la usassi.
Ordinai una pizza e mangiai.. Mangiai senza lei.
Rimasi tutto sotto sopra e iniziai a bere, bavevo Vodka, iniziavo a fumare e finalmente dopo tanto tempo mi drogai... Speravo solo di incontrarla in un illusione.
Salii sopra che mi girava la testa, mi misi sul letto e anche da ubriaco sentivo il suo odore.
Provai a dormire sul suo lato, ma non mi trovavo, avevo bisogno di stringerla... Avevo bisogno di averla... È invece dovevo attendere almeno un anno per riabbracciarla...

Selestia

"Salve, Buonasera... Il primo volo per New York?" dissi alla ragazza della biglietteria dell'aeroporto
"Si, ecco a lei, é l'ultimo volo e parte tra 20 minuti."
"Grazie" sorrisi e iniziai a correre.
Raggiunsi giusto in tempo il mio volo e andai a sedermi... Iniziai a pensare a mio figlio a come avrebbe reagito non avendo mai conosciuto il padre... Iniziai a pensare a James... Come aveva potuto lasciarmi così? Perché lo ha fatto? Cosa ho fatto io di male? Una cosa era certa, mai mi farei una nuova vita.
Cresceró il mio bambino da sola, cercherò lavoro lì a New York e porterò avanti mio figlio.
Mi addormentai...al mio risveglio stavamo atterrando lì, all'ereoporto.
Mi diressi verso l'uscita e chiamai un taxi.
In poco tempo ero di nuovo a casa,aprii la porta e trovai pistole sui tavoli... Disordine ovunque...
"Selestia" conoscevo questa voce, era Jordan.
"Jordan?"
"Si, ben tornata Biancaneve" si avvicinò a me e tentò di baciarmi... Mi allontanai e in quel momento pensai.. Come avevo fatto a non amarlo più? Mi ha aspettata... Come ho fatto a dimenticarmene? Poi il mio pensiero andò da James...
"Jordan... Cosa è successo qui?"
"vedi... Volevo salvarti e avevo bisogno della tua casa per organizzarmi...ho saputo che sei incinta?"
"puoi togliere tutto questo casino per favore? E comunque si, aspetto un bambino"
"Si vede, il padre è James, vero?"
"Si... Si Jordan"
"e lui dov'è?"
"lui... Lui mi ha lasciata... Non mi va di parlarne... Sono abbastanza stanca.. Io vado a dormire.. Il viaggio mi ha..." e svenni.
Mi risvegliai e mi ritrovai sul letto in camera dei miei genitori... È c'era Jordan.
Aveva un coltello.
"Sai Selestia? In questi 11 mesi che sono passati non ho mai smesso di amarti... È poi ti ritrovo qui incinta di James senza lui, io non lo avrei mai fatto... Mai, avrei saputo renderti più felice possibile,ma adesso voglio provare ciò che lui ha provato con te. "
" Jordan... Io non sono il vostro gioco, io non sono il gioco di nessuno, voglio crescere mio figlio-" mi diede un pugno allo stomaco.. Me ne diede un altro ancora più forte.. È ancora un altro... Erano sempre più forti.
Mi mancava l'aria... Jordan... Lui che mi aveva sempre trattata con dolcezza me lo ritrovavo a darmi pugni... Sentii una botta alla pancia caddi a terra.
Vomitai...
Il mio bambino... Piansi.
"alzati."
Non ci riuscivo... Avevo perso mio figlio per colpa di Jordan.
Mi sollevò e mi sbatté sul letto... Inizió a violentarmi...
"ti scoperai tutto il mio gruppo, sarai il mio gioco"
Vedevo odio nei suoi occhi... È io rimasi sconvolta... Non avevo più nulla ormai.
Mia madre era andata via.
Mio padre morì.
James mi aveva abbandonata.
È mio figlio è morto in me.
Non avevo più nulla se non il dolore che mi faceva compagnia.
Non piansi... Non urlai... Ma mi feci prendere dai pensieri... Volevo che mi picchiasse.
Volevo che mi facesse del male.
Volevo sentire tutto questo solo per assicurarmi che io fossi ancora viva.
Lui finí e se ne andò.
"tornerò domani, vedi di non scappare" io annuii.
Corsi in bagno e vidi il mio naso pieno di sangue.
Mi misi un jeans e una maglia, presi il giubbino e scesi.
Andai in un tabacchino presi delle sigarette e ritornai a casa.
Aprii il pacchetto e iniziai a fumare.
Aprii il frigo e presi dello champagne, lo aprii e corsi in bagno.
Guardai il mio riflesso allo specchio e iniziai a piangere.
'' sono solo un gioco " mi ripetevo nella mia testa.
Piansi... Fumavo, bevevo.. Volevo distruggermi, volevo morire... Avevo fame, ma decisi di non mangiare e lasciai alle sigarette il ruolo di occupare la mia fame.
Avevo fumato già 8 sigarette e lo stomaco iniziò a girarmi... È andai a vomitare... Per un po' pensai che forse mio figlio ero ancora in me.. Ma poi realizzai che erano le sigarette.
Non mi importava, iniziai a bere da vicino la bottiglia, poi due secondi dopo scesi giù e presi un colletto.
Volevo ammazzarmi, volevo togliere un peso da questo mondo.
Ma c'era qualcosa che mi fermava.
Gettai il coltello a terra e continuai a bere... Finii lo champagne e andai sul letto, mi distesi lì e pensai a James... Pensai solo a lui e a come saremo potuti essere felici tutti e tre... Mi addormentai piano piano.
Mi svegliavo più volte e io ritornavo sempre a dormire, per il semplice fatto che non mi restava rifugio migliore dei miei sogni..

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