L'arrivo alla villa

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Buio non si vedeva altro dal finestrino del pulman. Quella sera la luna non c era e le stelle non potevano niente difronte a quel oscurità che nascondeva verità e menzonie . La mia testa girava per colpa di tutte quelle ore di viaggio,mi sembrava che il tempo si fosse fermato che fosse passata una vita da quando ero uscita dalla mia bella casa di Londra.

La mia destinazione era una villa sperduta in una strada di campagna,avevo passato molte vacanze li e vi avevo lasciato molti ricordi di assolate estati.

Il pullman era deserto l unica a bordo ero io è infondo ciò mi andava più che bene ero abituata alla solitudine e aveva cominciato a piacermi. Ero così stanca,chiusi le palpebre e ascoltai i rumori dei sedili muoversi ogni volta che prendevamo una buca. Cercai di immaginarmi nel mio letto con la pioggia che sbatteva alla finestra,la pioggia chissà quando avrebbe potuto rivederla ,nella campagna in cui ero diretta non pioveva mai c'era sempre il sole e in inverno nevicava,mi sarebbero mancate quelle goccioline che ti accarezzavano delicate e fredde le guance.

Alzai gli occhi e vidi il conducente: era un uomo che avrà avuto al incirca 50 anni ,i suoi capelli erano grigi con qualche sfumatura di bianco,aveva le occhiaie di qualcuno che nn dormiva da giorni. Quando quella mattina ero salita mi era sembrata una persona molto gentile ,mi aveva rivolto un bellissimo sorriso che io avevo naturalmente ricambiato, ma speravo proprio che non fosse una persona loquace . Odiavo parlare soprattutto con chi non conoscevo , ma dopo quel sorriso più niente.

Guardai l orologio segnava le 23:55 saremmo arrivati da li a poco alla villa in quanto avevamo già imboccato la strada sterrata.

Fuori dalla finestra vedevo le chiome folte degli alberi ,anche se eravamo già a novembre e le piante avrebbero dovuto perdere tutte le foglie, che si muovevano per colpa del forte vento. Purtroppo non ne riuscivo a distinguere i colori per colpa del buoi vedevo solo un ammasso di ombre che mettevano paura.

Arrivati il pullman sobbalzò e l'autista guardò nella mia direzione , com un sorriso mi disse

"Siamo arrivati"

io abbassai lo sguardo e mi diressi verso la porta che si aprii davanti a me. Scesi e mi guardai attorno , ma non vedevo nient'altro che la fitta vegetazione. Dov'era la villa?

"Signorina se sta cercando la villa dei Spencer basta che prosegua per quella stradina vada sempre dritto e dopo pochi metri la troverete"

Cercai di essere il più gentile possibile nel ringraziarlo , facendo un leggero inchino come mi aveva insegnato la mamma.

Mi incamminai. Dalla foresta provenivano dei versi a dir poco agghiaccianti. Non ero mai stata una ragazza coraggiosa anzi direi tutt'altro e in quella situazione avevo una paura tremenda . E se fosse sbucato un lupo cosa avrei fatto? Se avessi gridato nessuno mi avrebbe sentita e sarei sicuramente stata sbranata al solo pensiero rabbrividivo. Ma tutte quelle idee scomparvero all'istante quando dopo pochi minuti mi ritrovai di fronte all'enorme cancello della villa.

E finalmente eccomi qua dopo tutte le ore di viaggio ero arrivata. In me affiorò uno strano sentimento di sollievo che nascondeva a stento la tristezza per aver lasciato per sempre il luogo in cui ero nata e cresciuta. Presi coraggio, feci un grande respiro e spinsi l'immenso cancello che si aprii con un forte cigolio. Mi diressi verso il portone e bussai, dopo pochi secondi una donna sulla trentina con i capelli neri corti che dedussi fosse la cameriera dall'uniforme mi venne ad aprire. Fui immediatamente inondata da un forte tepore.

Davanti a me c'era un imponente scalinata di granito rosso mentre dal soffitto pendeva un lampadario molto antico che da quanto ricordassi era appartenuto a un nobile europeo . Ai lati della stanza c'erano dei quadri messi uno accanto all'altro che raffiguravano gli antenati della famiglia di mia madre, avevano tutti i capelli biondo miele e gli occhi verde smeraldo questa era una loro caratteristica nascevano tutti così da secoli. La cameriera mi sorrise e fece cenni di entrare . Io la segui svoltammo a sinistra e difronte a noi apparì un lunghissimo corridoi agghindato con numerose lampade e dipinti che probabilmente valevano una fortuna.

Alla fine del corridoi ci ritrovammo in una stanza molto grande con due poltrone poste difronte a un camino acceso ai lati della camera c'erano grandi scafali contenenti libri di ogni genere. Quella era la libreria della casa. Seduta su una c'era la zia Victoria la sorella della mia defunta madre. La zia mi venne incontro

"Piccola sei arrivata finalmente come è stato il viaggio Ayla ?"

Io la guardai , aveva un aria un po' spaventata probabilmente il mio pullman era molto in ritardo

"Tranquilla zia e andato tutto bene è stato un viaggio molto calmo"

Mi sorrise , io ricambiai con il sorriso più dolce e malinconico che avevo nel mio repertorio.

"Ayla penso che tu sia stanca . Bianca per favore portala nella sua stanza"

Bianca, la cameriera, annui . Prese la mia borsa e si incamminò per il lungo corridoio , io le andai dietro. Salimmo la scalinata che si trovava davanti al portone d'ingresso , da la su la casa sembrava ancora più imponente.

Ero ammagliata da tutta quella bellezza e così non mi accorsi che Bianca si era fermata e aveva aperto una porta

"Prego signorina si metta comoda e buon riposo"

La ringraziai e accesi la luce.
La camera era abnorme assolutamente troppo grande per una persona sola. Il letto era a baldacchino come quelli nei film anzi dal vivo era più bello e anche più comodo c'era anche una scrivania probabilmente antico e costoso anche quello, il colore delle pareti era giallo opaco mentre il soffitto era a cupola dove vi erano affrescati dei bellissimi disegni che rappresentavano gli dei del monte olimpo. Tutto sommato era molto bello c'era addirittura un bagno tutto mio e un immenso balcone.

Aprii la finestra cercando di fare meno rumore possibile e uscii. Il vento mi accarezzo i capelli e il viso. Da li la notte sembrava ancora più oscura e spaventosa ma a me non faceva paura anzi era se mi consolasse come se in quel buio potessi nascondermi da tutto il mondo dalla verità crudele e senza senso della vita.

Non so come ma per un attimo il mio sguardo finii sulla foresta e sul giardino che circondava la casa. Notai immediatamente una sagoma , mi avvicinai alla ringhiera e aguzzai la vista. Era un ragazzo rivolto verso il bosco , una delle poche cose che riuscivo a vedere erano i suoi capelli di un nero corvino che facevano impallidire anche il nero oscuro e inquietante della notte. Lo fissai e continuai a farlo , che ci faceva un ragazzo nel recinto della casa? Di colpo si girò dalla mia parte , io distolsi lo sguardo e feci finta di non averlo visto ma con la coda dell'occhio continuai a seguire i suoi movimenti . Mi guardo per qualche istante e poi tornò a fissare la vegetazione con la mente chissà dove , tornai a guardarlo, che mistero. E con un altra mossa fulminea ed elegante, si diresse verso la fitta boscaglia e scomparve. Io rimasi di sasso chi poteva mai essere ? E poi che poteva mai fare nella foresta a quell'ora della notte . Rientrai in camera e mi misi a letto. Cercai di non pensarci ma era impossibile che entità affascinante e misteriosa , forse la permanenza li non sarebbe stata poi tanta noiosa . Diventai allegra e così mi addormentai per la prima volta dopo tanto tempo con il sorriso sulle labbra.

Questa e la mia prima storia quindi potrà sembrare un po' infantile questo e probabile in quanto io stessa sono un po' infantile. A me basterebbe che la leggessero almeno in due sarei troppo felice. Se avete delle critiche o qualche consiglio scrivete pure non mi offendo anzi cerco di migliorare con esse. Se vedrò che la leggeranno in abbastanza continuerò a mettere i capitolo altrimenti no , penserò a qualcosa di nuovo.
Grazie per aver letto
By blackdusk114

That brat of a demonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora