Capitolo 4

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Applausi?!? che cavolo di problemi doveva avere qualcuno per mettersi ad applaudire alle spalle di un cecchino armato spaventandolo a morte?
"Ti sei completamente rimbambito? Avrei potuto spararti in faccia se avessi voluto. Non prendere mai di sorpresa una donna armata, è la prima regola, essenziale!"
"Mio Dio scusa, non pensavo di farti davvero così paura, in ogni caso non avresti mai sparato ad un uomo bello come me."
Quanto poteva essere fastidioso ed arrogante, non credo di aver mai conosciuto nessuno come questo tipo qui.
"Primo, io sparo a chi mi pare e piace, anche se tu fossi Tom Cruise, e credimi, non lo sei. Secondo, non mi hai fatto paura, però evita di rifare una cosa del genere."
Mi ero spaventata a morte, ma questo qua era così fastidioso che non volevo farglielo sapere.
"Va bene, va bene, Miss Cazzuta, non farò mai più nulla del genere."
A quel punto mi alzai, provai a superarlo per uscire dal poligono e andare finalmente a presentarmi agli altri detective, lui però non sembrava della stessa idea, infatti mi bloccò.
Ci ritrovammo praticamente ad un passo l'uno dall'altra, fu allora che lo guardai bene, davvero bene, che non fosse Tom Cruise era più che ovvio, ma cavolo se era attraente.
"Non ti lascerò uscire fino a quando non ti presenterai, visto che so già che tu, da cazzuta quale sei non mi dirai il tuo nome per prima comincio io, mi chiamo Halstead, Jay Halstead"
Il respiro mi mancò per qualche secondo, cavolo, cavolo, cavolo, quello era il fratello di Will, merda. Non credevo lavorasse qui.
Andai in panico, cosa gli dovevo dire, dovevo forse dirgli che conoscevo il fratello, che ho vissuto e dormito nel suo letto per anni, che suo fratello non vuole che ci frequentiamo?
La sua voce mi risvegliò dal buco nero nel quale la mia mente stava entrando: "Ehi, tutto bene, non ti sarai già innamorata, vero?" 
"Io? Innamorata di te?!? Ma senti questo, ti conosco da 5 minuti, fidati sono più complicata di così, Halstead, Jay Halstead, cosa sei una versione difettosa di James Bond, ma non farmi ridere. Lasciando perdere le tue precarie tecniche di conquista, io sono Charlotte Voight, piacere, anzi non piacere di conoscerti, ora fammi passare, devo  mettere via il mio bambino e andare a conoscere i miei nuovi colleghi."
Dopo avermi fissato negli occhi con uno sguardo che avrebbe sciolto anche il cuore di un iceberg, facendo un passo a destra e mi lasciò la porta libera.
Lo ringraziai ed uscii dalla porta.
Mentre riponevo il fucile nella fondina ripensavo all'incontro appena accaduto, non sembrava conoscere il mio nome, quindi Will non gli aveva mai detto nulla su di me, strano, il rosso non sa mai tenersi nulla per sé, forse non voleva davvero che ci frequentassimo, ma perché cavolo, era davvero così cattivo?
Era davvero fastidioso ed arrogante, sembrava sapere tutto di tutto, e che il bravo fosse solo lui, ma quegli occhi, cavolo che occhi.
Per riprendermi da quel flusso di pensieri ci volle la voce squillante di una donna che stava urlando a qualcuno di restituirle la tazza per il caffè, a detta sua la bevanda sacra che riusciva a caricarla.
La voce maschile la chiamava Burgess, nome complicato, quasi come la sua voce, davvero troppo squillante.
Era arrivato il momento, chiusa la zip della custodia, riposta nell'armadio mi sistemai il distintivo e entrai nella sala grande.
Ero un misto di ansia ed eccitazione, non vedevo l'ora di cominciare questo nuovo capitolo della mia vita.

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