Capitolo 19

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"sono incinta di nuovo" ero contentissima.
"è una notizia bellissima mia rosa, adesso piccola dobbiamo pensare ad andare via da qui, proteggeremo anche nostro figlio"
"Amore perché così tanta fretta?"
"e tu perché non vuoi andare via?"
"ho paura che mia madre potesse tornare..."
"Amore, non è per cattiveria ma lei è andata via, ti ha lasciata sola e tu devi adesso pensare al nostro bambino, devi pensare anzi dobbiamo pensare a proteggerlo e a prenderci cura di lui, lascia stare il passato ti farà solo male"

Aveva ragione era vero, il passato faceva solo male e adesso dovevo pensare a noi.
"va bene amore, preparo le valigie".
"ti do una mano, ho imparato la lezione, non posso lasciarti sola."
"perché cosa volevi fare?" sorrisi
"volevo andare a prendere i biglietti, ma è abbastanza pericoloso."
"che parte dell'Argentina?" ero molto curiosa.
"Buenos Aires"
"che bello amore"
"nostro figlio starà bene lì, si farà degli amici quando crescerà e mi assicureró che lui non faccia quello che sto facendo io."
"dici davvero?"
"Si piccola."
Finimmo di preparare le valigie.
"ma casa mia adesso?" gli chiesi.
"piccola, non è sicuro passarci nemmeno avanti"
"Si.. È vero..."
"hai qualcosa di prezioso lì?"
"No James, ha preso tutto mia madre"
"allora andiamo, non abbiamo più nulla qui, ritorneremo, ritorneremo tra qualche anno per qualche vacanza, ma solo quando avremo la certezza che nessuno più ci farà male."
"va bene, adesso però andiamo,ci vorrebbe una vita nuova, solo per noi due"
"ah finalmente ti sei convinta" sorrise, prese le chiavi della macchina.
Caricammo tutto e andammo ancora in aeroporto.
Ormai quell'aereiporto lo conoscevo come le mie tasche.
Andammo ancora al bancone per i biglietti per il primo volo per Buenos Aires.
"il volo è tra cinque minuti... Quindi sbrigatevi"
James prese i biglietti e iniziammo a correre.
Arrivammo giusto un minuto prima che l'aereo partisse.
Ci mettemmo comodi a sedere.
Mi girai verso il finestrino e vidi il riflesso di Jordan che ci guardava.
Mi girai verso James.
"Amore... C'è Jordan, non girarti per nessun motivo al mondo."
"come fa a sapere... Cazzo!"
"Amore..."
"non provare ad allontanarti da me Selestia."
"tu promettimi che non mi lascerai da sola"
"te lo prometto."

Dopo circa 20 minuti James si girò verso Jordan.
Si fissavano tra di loro... Era una scena abbastanza terrificante...
"Gradite qualcosa?" disse l'hostess
"no grazie" disse James.
"io si, ho fame."
James mi guardò.
"sono incinta... Ricordi?"
James fece segno con la testa all'hostess che lessi dall'etichetta il nome: Karina.
Non faceva altro che fissare James.
Che troia,ripassó ancora e rivolse la parole a James.
"davvero stai con questa James?"
"scusa, ma chi sei? Chi sei per decidere la mia vita?"
"James.. Dai vieni in bagno con me"
Che odio!
"Vattene da qua, prima che ti metto le mani addosso."
"hai bisogno di sfogarti per bene, lei non è abbastanza."
Mi scocciai e dalla rabbia diedi io uno schiaffo.
"non credevo fossi manesca piccola" e scoppiò a ridere.
"sta lontana da lui."
"altrimenti?"
Le saltai addosso e iniziai a picchiarla.
"amore, amore... Basta dai" e rise.
mi tolsi da dosso a Karina e lei saguinava un po'.
"troia, guarda cosa mi hai combinata" mi urlò contro.
"vattene, ora."
Se ne andò con la coda tra le gambe.
"sei brava eh?" mi disse James ancora ridendo.
"io.. Ho perso il controllo".
"sei unica piccola" e rideva ancora.
"hai finito di ridere?"
"lo  racconterò a nostro figlio" e rise...
Qui mi misi a ridere anche io e poi arrivammo a Buenos Aires.
Scendemmo dall'aereo.
James so girò e notò Jordan che ci fissava.
"perché lui è qui James?"
"non ne ho idea piccola, adesso ma la vedo io."

James

Mi girai per l'ultima volta a guardare Jordan che tanto ci fissava.
Composi il numero di Gregory, un amico di famiglia.

"pronto?"
"Gregory, sono James, il figlio di Adam"
"James, figliolo, tutto bene?"
"Si Gregory, sono qui a Buenos Aires, a New York volevano uccidere me e la mia ragazza e ho pensato che qui fossimo al sicuro."
"James sarò lieto di accogliere te e la tua donna, ti mando un'auto all'aeroporto"
"Gregory... C'è un ragazzo che mi ha seguito fin qui e..."
Mi interruppe subito.
"esci dall'aeroporto, manderò 7 auto li, sali nell'audi i miei ragazzi si occuperanno di lui, sei per me il figlio che non ho mai avuto."
"Grazie Gregory, anche tu sei come un padre."
Staccai la chiamata.
"vieni piccola, andrà tutto bene, si stanno venendo a prendere."
Andammo verso l'uscita e aspettammo una decina di minuti forse anche di meno e arrivarono tutti i miei amici che se ne erano andati da New York riuscivo connettere... Lavoravano per Gregory.
" Williams " lo abbracciai forte, era il mio migliore amico, quello di cui mi fidavo di più.
"Williams ti ricordi di Selestia, vero?"
"certo che mi ricordo, come sei bella Selestia"
"è incinta Will... Abbiamo dovuto lasciare New York... C'è Jordan lì.."
"sisi l'ho visto appena sono arrivato, già avevo capito che si trattasse di lui... Comunque auguri James, mi chiamerà zio vero?"
"sei un fratello per me, lo sai... È poi immagino già lui o lei che dice <zio Williams >"
Ridemmo entrambi e poi vidi Selestia che sorrideva che io fossi scherzando dopo tanto con un mio amico.
"Salite nella macchina James.
  Gregory mi ha detto l'ordine di andarmene con gli altri dopo, l'audi è tua."
Presi le valigie e le misi nel cofano.
Feci salire Selestia e poi salii anche io.
"a dopo Williams"
"a dopo James"

Appena salii in macchina uscii da lì e mi diressi verso casa di Gregory.
Selestia non faceva altro che sorridermi.

"perché mi sorridi piccola?"
"perché è tutto così bello James, abbiamo una vita tutta nostra, sono al terzo mese di gravidanza e per la prima volta è tutto perfetto."
"avevo detto che nessuno mai ti avrebbe fatto del male, ricordi?"
"Si, ricordo."
"nessuno ti toccherà piccola rosa".

Le baciai la mano e in un dieci minuti arrivammo da Gregory.
Abitava nella solita villa, con una fontana all'entrata... Sembrava più un palazzo reale che una villa.

"piccola, stai per conoscere Gregory, per me è un secondo padre"
"che bello James, staremo qui?"
"finché non troverò una casa per noi si"
Mi sorrise,la baciai e bussai.
La porta si aprì e appena vidi Gregory lo abbracciai forte, era davvero come un secondo padre per me.

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