~Helais
Camminammo per i corridoi della scuola pieni di ragazzi che spintonavano e facevano confusione. Sentivo parole spezzate come "ma stavo tanto bene a casa" oppure "che bello riniziamo col riscaldare le sedie". Ero in cerca di occhi conosciuti., poi vidi attaccata al muro Jenny, la mia migliore amica. Non so, sembrava intenta ad aspettare qualcuno. Il muro, come d'altronde il resto dell'edificio, era bianco. Non mi piaceva, era un colore triste, sempre uguale. Lei invece come potevi non riconoscerla. Quei capelli riccissimi di un rosso porpora con i riflessi marroni, e quegli occhioni blu profondi. Mi avvicinai a lei, e prima di poter cacciare una sola parola dalle mie labbra, lei mi aveva già abbracciata. Ricambiai l'abbraccio caldo e profumato, e le dissi «Mi sei mancata».
«Non puoi immaginare come mi sono mancate le nostre cazzate nell'ora di fisica» rispose staccandosi da me ,con una risata piena di nostalgia.
Risi anch'io. Mi ricordai che vicino a me c'era Adam, e che dovevo andare in classe, prima che la seconda campanella suonasse. Mi girai e lo vidi che smanettava con il suo armadietto, in cerca della combinazione giusta. Scoppiai a ridere, lui mi guardó con aria interrogativa, quando poi capì si unì alla mia risata. Mi incamminai insieme a Jenny verso la classe, lasciando andare Adam nel corso successivo. Seduto dietro la cattedra c'era Mr.Brolin il nostro prof di matematica.
Iniziava bene la giornata insomma! Le ore successive non passarono mai, e io non sentii nemmeno una parola della lezione. Pensavo alla sera prima. C'era stata una festa a casa di una mia amica. Era stata una festa noiosissima, ed io mi ero soltanto stancata. Non conoscevo nessuno. Tutti parlavano, ballavano sul ritmo di musica house, ed io stavo seduta su una sedia di plastica nera, moderna, scomodissima, a bere un liquido arancione, e per di più con un gusto orribile. Pensai che non sarei più andata mai più ad una festa del genere. Tornai a casa all' 01:10 e crollai come un castello di carte sul mio letto ad una piazza e mezza. Non riusciì a dormire molto bene quella notte, questo era motivo delle mie occhiaie. Mentre ero nel bel mezzo del mio flash-back, Jenny richiamò la mia attenzione dicendomi:-Hey bella addormentata? Vieni nel cortile con noi a fare ricreazione?- -sì certo- risposi un pò confusa. Andammo in cortile dove ci aspettava Adam. Strappai un morso al suo panino con la mortadella, e poi andai al distributore di merendine a prendermi una lattina di coca. Ad un tratto una mano calda si poggiò sul mio fianco, Adam. -Allora la nostra scommessa?- mi chiese con un tono dolce e con un sorriso sul viso. Oh no, la nostra scommessa. -Diciamo che non sono proprio riuscita a "conquistare l'ultimo banco"- dissi un pò delusa. Lui alla mia espressione si mise a ridere e mi disse -Helais, nemmeno io ho "conquistato l'ultimo banco"- -come no?- chiesi, e lui scosse la testa. . Ridemmo insieme. Poi chiesi -Allora come si fa? Non ha vinto nessuno...ed abbiamo perso entrambi..- -Bhe...alla prima occasione te la faccio pagare dato che l'anno scorso hai vinto tu..- rispose un pò sconsolato. Mi cinse i fianchi e mi abbracciò. Era altissimo, io ero cinque centimetri più bassa del suo mento. Dopo poco ci separammo, ed arrivò Matt, il suo migliore amico, che mi disse -Bentornata piccola- -Hey Matt!- risposi felice. Subito dopo si unì alla nostra piccola combriccola Jenny, che, tra l'altro, era la sua ragazza. Soltanto a guardarli si vedeva che si amavano molto infatti erano quattro anni che stavano insieme. Decisi così, di lasciarli soli per un pò e di finire di bere la mia lattina di coca. Mi seguì a sua volta Adam che si venne a sedere accanto a me.***
L'ultima ora passò in fretta. Al suono della campanella tutti si fiondarono verso l'uscita della scuola senza pensarci due volte, ma io e Jenny, con molta calma, prendemmo le nostre cose e ci incamminammo verso l'uscita. Il mio autobus arrivò puntuale come sempre, tanto che rischiai di perderlo. Arrivata a casa, decisi di prepararmi un bagno rilassante, aprii il rubinetto e cominciai a far scorrere l'acqua per riempire la vasca. Mi immersi nell'acqua e ci rimasi per quindici minuti. Subito dopi feci bollire l'acqua per la pasta e la condii con del pomodoro. I miei erano andati ad Adelaide per un colloquio di lavoro ed io ero rimasta sola a casa, come spesso accadeva. Mi piaceva la mia città. Melbourne era bellissima, ma forse un pò troppo affollata e caotica, ma per fortuna abitavo in prima perifieria. Dato che ero sola, decisi di invitare qualcuno a casa, ma mi ricordai le raccomandazioni di mamma "non uscire di sera, mi raccomando fai la brava, non mandare a fuoco la casa, ricordati di spegnere i fornelli, controlla se le finestre sono chiuse e metti l'allarme quando esci, porta le chiavi con te, e cerca di non rimanere chiusa fuori, se suona qualcuno non aprire, sai che staremo fuori per tre giorni quindi non fare "feste" ...... ma in tutto questo elenco di raccomandazioni fatte ad una 16enne, non c'era scritto di sloggiare di casa e andare a casa di un' amica. Quindi chiamai Jenny, che rispose dopo due chiamate, -Hey ti dispiace se vengo a casa tua?- -Helais sto andando a casa di Matt e questa sera andiamo a casa di Adam, non ricordi?- -Ehm...ah si? Okay. Allora ci vediamo più tardi, mi raccomando, fai la brava con Matt- mi raccomandai ridendo. -Oh no, non so come vestirmi, aiutami ti prego!- escalmò lei nel panico più totale! -Non preoccuparti, lui non vuole vederti perfetta, sei già perfetta così come sei- le dissi con tono convinto. -Grazie...ok.. allora a stasera. Bacio- rispose -Bacio- risposi, chiudendo la chiamata. Subito dopo chiamai Adam, che, per fortuna, rispose subito. -Piccola- disse non appena rispose -Adam..potrei venire un pò prima di vederci con gli altri a casa tua? Oggi sono sola a casa, e non so che cosa fare...- dissi, cercando di essere il più convincente possibile -E lo chiedi pure? Certo! Per te casa è sempre aperta- mi rispose dolcemente -Okay, arrivo tra poco, grazie- dissi -Ti aspetto, piccola- rispose, attaccando la chiamata. Dio! Non capivo perchè mi chiamasse con quel nomignolo, ci passavamo solo quattro anni mica un secolo e mezzo. Però, infondo, mi faceva sentire sua. Uscii dalla mia stanza diretta per il bagno a mettere un filo di trucco. Per prima cosa passai una base di fondotinta e correttore sul viso, poi con l'elyner nero mi feci una codina alla fine dell'occhio, come si usava negli anni '50, e per ultimo applicai il mascara sulle ciglia. Non capivo se l'ansia che mi assaliva in quel momento era dovuta al fatto che non sapessi cosa indossare o al fatto che poco dopo avrei visto Adam. Eravamo tanto amici, ma in fondo, mi era sempre piaciuto, ma non pensavo fosse così anche per lui. Mi bastava averlo come amico. Alla fine decisi di mettere degli skinny scuri, una maglia rossa a maniche lunghe con una scollatura a "v" e le Vans rosse che riprendevano la maglia. Lasciai i capelli scioli sulle spalle, come sempre, presi una borsa e ci buttai dentro le chiavi, le cuffiette e il telefono. Scesi le scale e uscì di casa. Casa di Adam era a sei isolati da casa mia, decisi così di andare a piedi. Nel frattempo presi le cuffiette e le attaccai al telefono. La prima canzone che partì fu Monster degli Imagine Dragons. La riascoltai ripetutamente fino ad arrivare a casa di Adam. Salii le scale e suonai il campanello. Ero felice fin quando non vidi la sua faccia quando aprì la porta. Aveva pianto, si vedeva, aveva gli occhi gonfi e stanchi, non capivo, venti minuti prima stava bene. -Helais..- mi disse con voce flebile -Adam che succede!?- chiesi preoccupata, abbracciandolo.
ANGOLO AUTRICE
Hey!! Ecco il secondo capitolo come promesso, non sono arrivata a 10 like, ma non importa, voglio soltanto scrivere. Ditemi se vi piace o meno e commentate, anche con commenti negativi. baci :*
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Sono forte come un lupo
Teen FictionHelais McLine, una ragazza come tante, con i soliti problemi adolescenziali, innamorata da sempre del suo migliore amico Adam Levine. Lui ha sempre provato qualcosa per Helais, ma, pensando di rovinare la loro amicizia, continua a rimanere sul filo...