Ci troviamo a Roma,qui fu fondato l'orfanotrofio nel 2010 dove risiedono 200 bambini tra cui quelli senza genitori e quelli portati da questi. In questo orfanotrofio risiede la direttrice che é una persona molto severa e scorbutica con cui nessuno vorrebbe avere a che fare ma chi non può mantenere il figlio dovrà per forza avere a che fare con questa donna presuntuosa.
Yara aveva solo dieci anni quando è stata inserita in questo posto, i suoi genitori erano morti in un incendio e la nonna ,ormai di 90 anni, non poteva più tenerla perciò non riusciva più ad educare sua nipote come avrebbero fatto i suoi amati genitori, Maria Francesca e Antonio.
Il giorno dopo
Yara arrivò all'orfanotrofio, era abbastanza ansiosa per quello che sarebbe potuto accadere all'interno della struttura:era abituata a vivere con la nonna e il suo animale domestico chiamato"Dog" un cane ormai vecchio da compagnia ma era il suo migliore amico.
Aprì la porta e la direttrice,quando la vide, la rimproverò subito, le disse che la sua camicetta era macchiata e che era irrispettoso presentarsi sporca ad un incontro con una persona che le avrebbe cambiato la vita ma Yara non si fece intimorire e le rispose che aveva solo quella camicetta e che la nonna non si poteva permettere altro, se non quei pochi stracci che aveva addosso.
Yara aveva solo quegli stracci ma per lei erano la cosa più importante che avesse, pensó a quando avrebbe rivisto la sua povera nonnina.
L'accompagnò nella sua stanza, era fredda e umida e puzzava un po' di muffa, sistemò i suoi piccoli indumenti nell'armadio e poi scese per conoscere i suoi nuovi compagni di vita, la salutarono calorosamente anche se c'erano alcuni ragazzini che la prendevano in giro: bambine che si parlavano tra di loro con qualche risatina stupida, ragazzini che la guardavano con aria incuriosita;si fece avanti un bambino di nome Lucas, gli prese la mano e gliela strinse un po'
-Ciao, piacere, io sono Lucas,ho nove anni e sono di Napoli, tu invece chi sei? E di dove sei?- sorrise.
Yara rispose che aveva 10 anni e che era di Roma ma originaria della Sardegna;Lucas le prese la mano e le fece vedere tutto l'istituto, la portò a vedere un posto bellissimo dove lui amava stare,la biblioteca, detta anche "posto meraviglioso dove imparare nuove cose" ;Yara rimase un poco nella biblioteca, dopotutto amava leggere e ogni volta che la nonna partiva le portava sempre un nuovo libro da leggere: afferrò un piccolo libro e lesse qualche pagina, essp raccontava della piccola fiammiferaia e di come la sua vita era un tutt'uno di brutte cose ma anche di belle cose.
Qualche ora dopo
Yara tornò nella sua stanza dove brillava la luce del sole e dove brillavano anche i suoi pensieri più oscuri, quei pensieri che la facevano sentire ancora più piccola.
Yara sapeva di avere una famiglia ma sapeva anche che la sua famiglia non la voleva e i suoi zii erano persone crudeli prive di amore per se stessi ma anche per gli altri: Yara era stata messa nell'orfanotrofio sia per la morte dei genitori ma anche per via della vecchiaia della nonna ma aveva una famiglia ma nessuno dei suoi parenti voleva tenerla con sé come se Yara fosse un peso, come se fosse una presenza non gradita.
Yara rimase nella sua stanza a fissare il soffitto per ore:aveva bisogno di pensare ma soprattutto di riflettere ed essq non sapeva come comportarsi all'interno di queste mura fragili ma anche, probabilmente,un po' paurose.
Bussarono alla porta ed entrò la domestica,le diede uno straccio per pulire la sua camera ed essa si mise subito all'opera ma non capiva il perché della presenza dellq domestica se facevano pulire agli orfani; pulì per qualche ora da cima in fondo ed iniziava ad essere stanca, si fermò per qualche minuto, quando entrò di nuovo la domestica,si arrabbiò e le disse:
-Yara, devi pulire tutta la stanza entro le 14 di questo pomeriggio altrimenti rimarrai senza cena, e non mi interessa se sei nuova-
Yara si mise a piangere ma fece come le aveva ordinato la domestica, Katia, aveva 30 anni ed era una donna abbastanza diretta senza peli sulla lingua, se sbagliavi te lo diceva, se disubbidivi trasformava il resto della tua giornata in un inferno.
Yara non aveva paura di fare le pulizie né di disubbidire, semplicemente aveva fame e non poteva farsi scappare un pasto caldo, non si sentiva a suo agio là dentro se non quando era con Lucas,un bambino davvero gentile con un vissuto abbastanza complicato.
Tre ore dopo
Si fece ora di cena, Yara scese al piano di sotto, salutò Lucas e si sedete vicino alle altre bambine che non la degnavano di uno sguardo; si avvicinò un'altra bimba e si sedette vicino a lei e si salutarono;la direttrice fece una preghiera e si misero a pregare e dopo aver finito mangiarono,Yara non era abituata a mangiare cose di un certo livello e in questo collegio c'erano cose che non aveva mai mangiato, per certi versi si sentiva una principessa per altri si sentiva solo una poveraccia.
Yara aveva pochi vestiti, e vedeva che le sue compagne avevano molti vestiti: alcuni con le maniche a sbuffo come piacevano a lei, la nonna non si era mai potuta permettere di farle un vestito del genere ma lei continuava a sognare che un giorno avrebbe potuto indossare lo stesso vestitino rosa che loro indossavano; i suoi compagni avevano un pantalone nero corto e una camicia a righe bianche con i bottoni neri, Yara si sentiva sempre più povera lì dentro.
Finita la cena la direttrice fece cenno alla governante di portare i bambini nelle loro camere: andarono tutti tranne Yara che si nascose sotto il tavolo per poter andare in biblioteca a leggere ancora quel libro che la faceva stare meglio.
Lesse qualche pagina, tornò in camera sua e desiderò per la centesima volta di avere quel vestito con le maniche a sbuffo e di essere una vera principessa.
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Chiamami e io ci sarò
General FictionYara, ragazza di provincia di soli 13 anni che vive in un orfanotrofio poco vicino alla chiesa di Roma, ragazza buona ma con un cuore fragile, ama chiacchierare, ma alle persone non piace quando parla troppo, Lara, migliore amica di Yara, ragazza di...