Aussi les Anges font l'Amour
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Anche gli Angeli fanno l'Amore
Il rapporto tra Edith e le note musicali era lo stesso che avevo io con le parole. La mattina faceva l'amore con il pianoforte, e nell'aria si libravano le note dolci e rosee di Einaudi e Allevi; il pomeriggio lo masturbava, e i sonetti allegri di Chopin e Bach si diffondevano nel nostro nido d'amore fino al tramonto, sangue infuocato e crudele; di notte lo violentava senza pietà, ed ecco Brahms e Mahler che danzavano nel cimitero stellato di L.A.Los Angeles, la Città degli Angeli caduti, caduti prima di poter venire sulle note della terza di Beethoven. Troppo tardi, la nave è salpata, e Céline Dion canta My Heart Will Go On mentre questi urta un iceberg nell'Atlantico, bam, si salvi chi può, due ore e trentasette minuti prima di morire, una distesa infinita di inchiostro nero, polvere alla polvere, cenere alla cenere...
Edith Lewandowski, più maledetta di Rimbaud, Baudelaire e Verlaine avvinghiati in un threesome, più tormentata di Philip Larkin e con più talento della sua omonima Piaf, fumava una Lucky Strike alla finestra, baciata dal chiarore lunare, e non importava che la sigaretta le bruciasse la lingua, la gola, i polmoni, il cuore; certe cose non si possono spegnere, qualsiasi cosa si faccia.
«È pronta», dissi. Avevo allineato due strisce di coca su un tavolo nero; sottili, ma interminabili quanto Vexations di Erik Satie. «Prima le signore», dissi passando a Edith una cannuccia.
Sposto i suoi capelli scarlatti dietro le orecchie e tirò su la neve. «Oh».
«Com'è?» chiesi mentre si ripuliva dei rimasugli e li faceva passare lungo le gengive.
«Tagliata male, insapore e senza carattere; ma forte».
Sniffai la mia dose, polvere d'angelo che dava un assaggio di Paradiso seppure ti lasciava ancorato all'inferno terrestre; e per un po' di tempo la vita non avrebbe fatto più schifo; l'Occidente si sarebbe sposato con l'Oriente, non si avrebbe più pagato tasse e il prezzo della benzina sarebbe sceso, i musei avrebbero bruciato le opere d'arte contemporanee, Wattpad avrebbe chiuso i battenti, il presidente sarebbe guarito dalla demenza senile oppure morto, la Bardugo e la Maas avrebbero appeso la penna al chiodo.
Nevica.
Edith e io ci perdemmo nei nostri occhi, buchi neri bramosi di risucchiare qualsiasi narcotico.
«Cazzo, è davvero forte...»
«Già. Adesso andiamo, devo andare a suonare».
Prima la coca, poi la musica; prima il piacere, poi il dovere. Ma la coca tramutava il dovere in piacere. Ed era un piccolo compromesso per sopportare un pubblico numeroso e i suoi quattro neuroni.
*
Le prime cinque file erano piene, allora mi sedetti in quella centrale.
La principale differenza tra me ed Edith era che le sue note musicali erano ascoltate e le mie parole non venivano lette; il suo pubblico era di persone in carne ed ossa, che respiravano - o perlomeno ci provavano, tra una Winston e una pipa di crack - con un cervello - non per forza pensante. Il mio pubblico invece erano le quattro mura del nostro appartamento ad Inglewood e il fantasma di Frost.
Poco prima che si esibisse la prima spogliarellista e la musica regnasse sul silenzio, anche la fila centrale si era riempita di persone senz'anima, rifugiate in uno strip club per sfuggire al mondo esterno. Là dentro tutto perdeva significato, le bollette, i repubblicani, la musica elettronica e la violenza domestica.
Calo l'oscurità e un fascio di luce investì la spogliarellista, al centro di un palco. Angela, che non aveva nulla di angelico. La sua bellezza era sfiorita da ancora prima che Stephen King si rammollisse, la pelle cadente veniva sorretta a stento dalla biancheria intima, nera su pelle bianca e galassie di nei.
Le prime note di Habanera presero vita da un quartetto d'archi e dalla mia pianista, i quali suonavano nella penombra e ai lati del palco, offuscati da Angela e le sue tette cadenti, che ci sventolava in faccia e muoveva i fianchi come se stesse scopando l'aria, il pubblico. Ci stava dando dentro.
Angela finse di raggiungere l'orgasmo e la testa le ricadde all'indietro con la bocca spalancata, simulando un urlo di piacere.
Poi fu il turno di Edith, nell'ombra:
L'amour est un oiseau rebelle
Que nul ne peut apprivoiser
Et c'est bien en vain qu'on l'appelle
S'il lui convient de refuser
Rien n'y fait, menaces ou prières
L'un parle bien, l'autre se tait :
Et c'est l'autre que je préfère
Il n'a rien dit mais il me plaît
Il Romanticismo era risorto, e, nonostante la voce di Edith si elevasse ad un'altezza che nessuno aveva mai osato sognare, la luce e gli occhi del pubblico erano ancora puntati su Angela. La mia fede nel genere umano si affievoliva sempre di più, giorno dopo giorno, notte dopo notte.
Angela slacciò il suo reggiseno e un paio di tette enormi caddero fuori, i capezzoli che spiccavano su quella pelle cadaverica in procinto di sgretolarsi; il pubblico era in visibilio per due tette marce.
Roteò il reggiseno come un lazo e lo lanciò verso la platea, e le urla del pubblico coprivano la musica celestiale.
Uno spilungone in terza fila acchiappò il reggiseno al volo e se lo portò al naso, assaporando l'odore di femminilità. Chanel N° 69, Eau de Chatte.
L'oiseau que tu croyais surprendre
Battit de l'aile et s'envola ...
L'amour est loin, tu peux l'attendre
Tu ne l'attends plus, il est là!
Tout autour de toi, vite, vite
Il vient, s'en va, puis il revient...
Tu crois le tenir, il t'évite
Tu crois l'éviter, il te tient
Angela aveva tutto il pubblico in pugno, allora passò al colpo di grazia. Infilò un dito nelle mutandine e le spostò di lato, quanto bastava per mostrare una marea di peli pubici che nascondevano la fica.
Fischi, applausi, urla.
Il tonfo non si sentì, ce ne accorgemmo solo quando il numero di Angela era finito. Edith giaceva a terra, nell'ombra, sangue che colava dal naso e schiuma che fuoriusciva dalla bocca.
Non c'erano né fischi né applausi, soltanto urla.
La polvere d'angelo la stava portando in Paradiso e il fascio di luce la illuminò. Edith Lewandowski era finalmente uscita dall'ombra.
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Sex, Drugs & Writing
Short StoryUna raccolta di racconti che trattano di sesso, vita, letteratura, amore, whiskey scaduto, apatia, misantropia e scrittori a un passo dal baratro. Una prosa condita da tagliente cinismo.